Il
miracolo eucaristico di Lanciano (Chieti), richiama all’attenzione del credente
la Verità sulla presenza reale di Gesù nell’Ostia consacrata e confuta tutte le
diverse eresie emerse nella storia che la vorrebbero negare, anche contro l’evidenza
della Parola di Dio a riguardo, basti leggere quello che dice san Giovanni
apostolo ed evangelista, riportando integralmente l’insegnamento del Signore
sulla santa Eucaristia.
“ Gesù
rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha
mandato". Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché
vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno
mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un
pane dal cielo". Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi
dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal
cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la
vita al mondo". Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre
questo pane". Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a
me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però
che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà
a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal
cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E
questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di
quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la
volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita
eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Intanto i Giudei
mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal
cielo". E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe?
Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal
cielo?". Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi. Nessuno può
venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò
nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno
ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a
me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha
visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel
deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi
ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno
mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per
la vita del mondo". Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro:
"Come può costui darci la sua carne da mangiare?". Gesù disse:
"In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio
dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò
nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera
bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in
lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così
anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo,
non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo
pane vivrà in eterno". Queste
cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. Molti dei suoi
discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi
può intenderlo?". Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli
proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza? E se
vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la
vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e
vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva
fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo
avrebbe tradito. E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può
venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio". Da allora molti dei
suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora
Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". Gli rispose
Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi
abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio" ”. ( Gv 6,29:69 )
E’ il Miracolo più grande nella
storia della Chiesa riguardo al Sacramento dell’Eucaristia. Sono passati ormai
quattordici secoli, ma non è stato mai dimenticato. Nonostante le vicende del
tempo, il Miracolo è sopravvissuto alle indagini della fede, della storia,
della scienza. La sua attualità è sorprendente per la trasformazione dell’ostia
in Carne, del vino in Sangue e per la loro non corruzione, secondo i risultati della
scienza. Il Miracolo è come se fosse avvenuto oggi. Un oggi continuato e permanente.
Oggi come mille anni fa, come fra cento anni, stando al corso naturale della
storia e del nostro pianeta. In 1300 anni quanti avvenimenti, fenomeni di ogni
genere, eppure il Miracolo è lì a testimoniare la sua incolumità e continuità. Il
Miracolo di Lanciano è un fatto clamoroso per la Chiesa e per la scienza. La
fede richiama il Miracolo all’ultima Cena, alla sera del Giovedì santo quando Gesù
istituisce l’Eucaristia con le sue parole divine e onnipotenti: “questo è il
mio Corpo, questo è il mio Sangue”. In quel momento avveniva la trasformazione
mirabile e miracolosa del pane e del vino. Era un evento soprannaturale che
riguardava la teologia e la scienza per il mutamento degli elementi materiali. La
frequenza di tanti pellegrini da ogni parte del mondo avviene, sia per la
transustanziazione del pane e del vino nella visibilità della Carne e del
Sangue, sia per la loro incorruzione. Negare il Miracolo sembra impossibile. La
Chiesa per affermarne la verità e l’autenticità vi ha impiegato quattro
ricognizioni canoniche (1574,1637,1770,1886) e tre scientifiche (1971,
1976,1981). Di fronte al Miracolo, pur non essendo un dogma di fede, non si può
rimanere indifferenti o scettici. L’evidenza e la certezza sono altamente
comprovate dal tempo, dalla Chiesa, dalla scienza. Se il Miracolo è vero, quale
atteggiamento o comportamento può avere il credente verso l’Eucaristia? Prima
di tutto credere fermamente alla presenza di Gesù nell’Eucaristia. Da ciò sorge
la certezza nelle sue parole e l’adorazione al Sacramento. L’Eucaristia con le
parole di Gesù: “fate questo in memoria di me” riattualizza la sua morte e
risurrezione per noi, oggi. La fede porta a ricevere l’Eucaristia: “prendete,
mangiate”, a rivivere il mistero della Pasqua: “fate questo in memoria di me”. L’Eucaristia
oggi, come allora ripresenta alla nostra vita la persona del Signore e la sua missione
salvifica. Essa è il segno di un amore infinito: “questo è il calice per
l’eterna e la nuova alleanza”. Non c’è dono più grande dell’Eucaristia. In essa
si offre ancora il Figlio di Dio per la salvezza dell’umanità. Sarà così fino
alla fine del mondo.
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