Le
persone che sono più vicine a Gesù sono quelle che amano di più il
prossimo e sentono il desiderio di fare del bene, se offese perdonano
presto e con sincerità, non riconoscono in nessuno un nemico ma un
fratello e una sorella, qualcuno che sbaglia può darsi ma senza
identificare la persona con quello che in essa non è giusto, o non
viene percepito come giusto nei nostri confronti. Gesù è una
persona reale a cui possiamo rivolgere l’attenzione e le nostre
parole con la certezza di essere sempre ascoltati, è il vero amico
che ha fiducia in noi e non ci abbandona. Se Lui ha sofferto tanto
per ciascuno di noi, Lui innocente e noi peccatori, questo pensiero
dovrebbe destare nei nostri cuori una profonda gratitudine, un sentimento di riconoscenza che
ci motiva a fare come Lui, a imitarlo esemplarmente alla maniera dei bambini nei
confronti dei propri genitori, per ogni cristiano è Gesù il modello
da seguire. Gesù ha detto: “Imparate da me che sono mite e umile
di cuore”. La mansuetudine e l’umiltà di Gesù devono
commuoverci perché questi tratti della sua personalità ci rivelano
chi è Dio; Gesù ha un cuore benignissimo che predilige i semplici,
i piccoli, gli ultimi, i vulnerabili, i deboli ed è proprio Lui che
ci rivela che il rapporto con queste persone sarà la chiave che
aprirà, per coloro che le avranno amate con prodigalità e
partecipazione, la porta del Paradiso; Gesù ama tanto anche i
peccatori affermando riguardo a sé di essere il medico degli ammalati e di
non essere entrato nel mondo per chiamare a salvezza i giusti, bensì
i peccatori che lo avessero incontrato facendo esperienza della sua straordinaria misericordia attraverso un sincero pentimento e la revisione della
propria vita. Gesù ci vede sempre e ci ama sempre, è il peccato che
ci separa da Lui; meglio soffrire un po’ assieme a Lui che
allontanarci da Lui con il peccato. Quando divento consapevole che
Gesù mi ama, che per me ha dato la sua vita, che prima di me ha
sofferto Lui, tutto quello che per me prima era importante diventa
secondario, questo dettaglio da non trascurare è la cartina di
tornasole che ci dimostra se amiamo veramente Dio e se vogliamo
essere fedeli alla sua Legge, è la misura autentica della nostra
conversione. Questo discorso potrebbe sembrare una forma di
alienazione, ma non è così perché il Signore è una persona reale,
non è un personaggio della fantasia, ed è molto vicino, non è
lontano, estraneo o indifferente. La preghiera è il mezzo ordinario
per entrare in dialogo con Lui, occorre essere assidui nella pratica
della preghiera per sentire Dio accanto a noi, per sentirlo amico
anche nei momenti difficili, e quando ci sembra di essere abbandonati
la preghiera diventa il nostro rifugio sicuro, come il grembo
materno, dove riposare ed essere cullati da chi ci ama sul serio. Gli
alienati cercano consolazione dai propri simili, o ripiegandosi sui
beni effimeri di questo mondo che passa, chi cerca il conforto di Dio
vive con i piedi ben piantati per terra e senza nemmeno accorgersene
acquisisce la vera saggezza.
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