Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 19 giugno 2021

La vita dopo la morte

Il Signore nel Vangelo dice che chi vuole entrare nella vita deve osservare i Comandamenti e ne elenca alcuni come non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre, non uccidere e non commettere adulterio. Cosa significa entrare nella vita? significa che la morte è un passaggio attraverso cui l’anima transita da questo mondo all’altro, quindi la morte non è una caduta nel nulla o nel buio ma una nuova nascita, per esprimersi con altre parole della Sacra Scrittura morire significa andare in esilio dal corpo per essere per sempre con il Signore, dopo la morte siamo sempre noi, afferriamo noi stessi con la nostra coscienza ma in quella dimensione che è l’eternità fuori dal tempo. C’è un mondo celeste e un mondo infernale a cui le persone si determinano con le proprie scelte o azioni nella vita presente, nella vita individuale e in rapporto a Dio e al prossimo; poi c’è il Purgatorio che è una condizione di salvezza in cui le persone attraverso delle sofferenze temporali pagano il prezzo dei loro peccati compiuti quando erano ancora nel corpo, le colpe commesse richiedono riparazione nell’ordine della giustizia ma il Purgatorio rimane la grande dimostrazione dell’infinita misericordia di Dio che accetta la nostra contrizione e il suo stesso desiderio di salvarci tutti, la porta di ingresso per il Paradiso. Alla morte compariremo davanti al tribunale di Cristo da cui saremo giudicati, la nostra vita sarà messa in rapporto a Cristo, alla sua vita e alla sua Croce e l’amore che avremo dato al prossimo diventerà il peso che farà la differenza sulla bilancia della giustizia, ci sarà chiesto conto di tutto quello che avremo fatto anche delle parole della nostra bocca, se avremo amato sul serio saremo salvati, se avremo rifiutato di amare saremo condannati. Dobbiamo vivere seguendo i dettami della nostra coscienza perché non sappiamo quando il Signore ci chiamerà e in che modo, dobbiamo sempre essere pronti all’incontro con il Signore perché Lui verrà quando meno ce lo aspettiamo, la Legge morale deve intessere il nostro pensare e il nostro agire e proprio nel nostro cuore dove solo Dio può vedere dobbiamo rimanere senza macchia e incorrotti, dobbiamo essere giusti. Nel Vangelo tutto si risolve da cosa avremo fatto agli altri, da quanto avremo amato e da come avremo rispettato la vita e la dignità degli altri, già da adesso siamo figli di Dio o figli del diavolo, i tratti che ci differenziano possono confondersi nel teatrino dell’ipocrisia quotidiana, ma Dio conosce e vede tutto, non possiamo ingannarlo anche se inganniamo i nostri simili con una certa maestria; il bene e il male come il peccato sono propri soltanto della creatura umana e non degli animali, perché solamente l’uomo ha una destinazione eterna in rapporto al suo Creatore. Se la gente conoscesse cos’è l’inferno farebbe di tutto per non finirci, anche i più grandi sacrifici ma purtroppo siamo in una contemporaneità dove la fede è considerata con scherno e con sarcasmo, non si crede più nel Vangelo e nei novissimi che sono morte, giudizio, inferno o Paradiso. E’ quasi morta anche la preghiera e di conseguenza è morta la fede, perché soltanto attraverso la preghiera lo Spirito Santo può convincerci ed educarci, questo che viviamo è il momento dell’apostasia dei cristiani e del secolarismo, paradossalmente sono tante anche le conversioni che ci suggeriscono come l’uomo abbia desiderio di senso esistenziale e cerchi quindi Cristo e il Regno da Lui annunciato. Ci aspetta l’eternità e non il nulla, facciamo quello che è necessario per salvarci, quello che è necessario per ottenere la vita eterna, impariamo dall’esempio di tanti santi e sante della Chiesa che ci hanno testimoniato la Verità. Il maligno nella trascrizione di un esorcismo ha detto costretto dalle preci e dal Signore: “Gli uomini sono così bestialmente stupidi, sono convinti che non ci sia niente dopo la morte e non fanno quello che è necessario per salvarsi…”.

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