Perché le persone tendono a
dimenticare il passato, quando esso è costitutivo della nostra personalità
profonda? Forse per la smania di vivere e consumare il presente, che sembra
essere l’unico cardine per decifrare la storia; il passato è la storia che ognuno
ha già vissuto, qualcosa di estinto che non tornerà mai più: ma è davvero così?
La storia, qualcuno ha detto, si ripete soprattutto negli errori degli uomini,
perché non siamo stati capaci di imparare dagli sbagli commessi o perché la
debolezza della nostra natura, non permette che lasciamo dietro a noi, i
malaffari che ci hanno tanto danneggiato nei tempi trascorsi; la storia sono
gli uomini che scrivono nero su pagine bianche, che lasciano un segno nel
trascorrere del tempo, che portano una traccia che segna la vita altrui e forse
anche la cambia, queste persone fanno solchi nel passato in cui si semina per
il futuro, determinando il destino di tutti. Il passato costituisce le
fondamenta della nostra anima, il bene che abbiamo fatto ha inciso su tutta la
nostra persona, cambiando in questo modo i parametri di scelta, con cui
decidiamo della nostra sorte terrena e futura; il passato ha cambiato il nostro
futuro, determinandone il destino, quello che gli antichi chiamavano il fato…
Guardare al passato significa conoscere molto del presente, per possedere la
chiave per decifrare il futuro, quello che sarà: noi dal passato ricaviamo le
memorie che ci servono per comprendere gli eventi di oggi, guardando con
lungimiranza al domani. Passato, presente e futuro collimano nella nostra
persona e fanno di noi il fulcro di tutto l’universo, la sintesi di tutta la
linea temporale della storia. Il passato di ciascuno non è irrilevante nella
storia universale, perché ogni persona è in relazione ad altre e i suoi pensieri
e le sue azioni sono interdipendenti, c’è un legame inscindibile con gli altri
che nessuno può recidere, il passato del singolo venne scritto attraverso
l’interazione con il passato di chi ha condiviso la vita e l’ha trasposta nel
contesto in cui si è trovato a vivere: questo legame tra la storia e le
persone, è il fondamento di tutta la comunità umana del presente, è la base che
sostiene l’edificio della società contemporanea, anche se paradossalmente le
nuove generazioni tendono a dimenticare il passato, con una conseguente morte
della storia. Ricordare il passato è un modo per non cadere nei suoi errori, un
modo per evitare gli sbagli che hanno nuociuto a molte persone, il male che nei
tempi andati si è riversato nella storia personale di chi ha vissuto il
passato; quindi per non cadere nei medesimi errori è necessario conoscere il
passato, avere uno sguardo terso nei riguardi di ciò che è stato, senza
appiattire le coscienze in una sorta di oblio voluto e ricercato, pensato come
il bene per il presente. Per costruire il presente è necessario conoscere il
passato, poiché senza passato non ci sarebbe la civiltà, senza passato e senza
una storia si cadrebbe nel nichilismo della modernità, nel vuoto che purtroppo
caratterizza molte coscienze contemporanee; la civiltà deve avere la sua storia
e mantenerla viva nella mente e nel cuore di coloro che realizzeranno il
futuro, perché fare la civiltà significa realizzare il destino di ciascuna
persona, nel bene o nel male, sulla base del nostro passato concretizzando il
presente e gettando le basi per il futuro. La storia ha bisogno di custodi
vigilanti, che richiamino la coscienza collettiva a considerare ciò che è stato
come l’ambito più importante per la vita di ognuno, come la fonte di conoscenze
per la consapevolezza più profonda della realtà in cui ci troviamo a vivere, ad
esistere da persone pienamente innestate nel tessuto della contemporaneità.
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