Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

martedì 19 giugno 2012

Il passato è attualità sempre


Perché le persone tendono a dimenticare il passato, quando esso è costitutivo della nostra personalità profonda? Forse per la smania di vivere e consumare il presente, che sembra essere l’unico cardine per decifrare la storia; il passato è la storia che ognuno ha già vissuto, qualcosa di estinto che non tornerà mai più: ma è davvero così? La storia, qualcuno ha detto, si ripete soprattutto negli errori degli uomini, perché non siamo stati capaci di imparare dagli sbagli commessi o perché la debolezza della nostra natura, non permette che lasciamo dietro a noi, i malaffari che ci hanno tanto danneggiato nei tempi trascorsi; la storia sono gli uomini che scrivono nero su pagine bianche, che lasciano un segno nel trascorrere del tempo, che portano una traccia che segna la vita altrui e forse anche la cambia, queste persone fanno solchi nel passato in cui si semina per il futuro, determinando il destino di tutti. Il passato costituisce le fondamenta della nostra anima, il bene che abbiamo fatto ha inciso su tutta la nostra persona, cambiando in questo modo i parametri di scelta, con cui decidiamo della nostra sorte terrena e futura; il passato ha cambiato il nostro futuro, determinandone il destino, quello che gli antichi chiamavano il fato… Guardare al passato significa conoscere molto del presente, per possedere la chiave per decifrare il futuro, quello che sarà: noi dal passato ricaviamo le memorie che ci servono per comprendere gli eventi di oggi, guardando con lungimiranza al domani. Passato, presente e futuro collimano nella nostra persona e fanno di noi il fulcro di tutto l’universo, la sintesi di tutta la linea temporale della storia. Il passato di ciascuno non è irrilevante nella storia universale, perché ogni persona è in relazione ad altre e i suoi pensieri e le sue azioni sono interdipendenti, c’è un legame inscindibile con gli altri che nessuno può recidere, il passato del singolo venne scritto attraverso l’interazione con il passato di chi ha condiviso la vita e l’ha trasposta nel contesto in cui si è trovato a vivere: questo legame tra la storia e le persone, è il fondamento di tutta la comunità umana del presente, è la base che sostiene l’edificio della società contemporanea, anche se paradossalmente le nuove generazioni tendono a dimenticare il passato, con una conseguente morte della storia. Ricordare il passato è un modo per non cadere nei suoi errori, un modo per evitare gli sbagli che hanno nuociuto a molte persone, il male che nei tempi andati si è riversato nella storia personale di chi ha vissuto il passato; quindi per non cadere nei medesimi errori è necessario conoscere il passato, avere uno sguardo terso nei riguardi di ciò che è stato, senza appiattire le coscienze in una sorta di oblio voluto e ricercato, pensato come il bene per il presente. Per costruire il presente è necessario conoscere il passato, poiché senza passato non ci sarebbe la civiltà, senza passato e senza una storia si cadrebbe nel nichilismo della modernità, nel vuoto che purtroppo caratterizza molte coscienze contemporanee; la civiltà deve avere la sua storia e mantenerla viva nella mente e nel cuore di coloro che realizzeranno il futuro, perché fare la civiltà significa realizzare il destino di ciascuna persona, nel bene o nel male, sulla base del nostro passato concretizzando il presente e gettando le basi per il futuro. La storia ha bisogno di custodi vigilanti, che richiamino la coscienza collettiva a considerare ciò che è stato come l’ambito più importante per la vita di ognuno, come la fonte di conoscenze per la consapevolezza più profonda della realtà in cui ci troviamo a vivere, ad esistere da persone pienamente innestate nel tessuto della contemporaneità.

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