L’immaginazione
è una facoltà della mente umana, se ad essa si aggiunge la curiosità e poi l’intelligenza,
diventa per gradi il veicolo preferenziale per la conoscenza empirica, cioè il
dimostrabile è quello che esiste, quel che non si può dimostrare rimane nell’ambito
della fantasia. Se si considera la fantasia si viene indotti a richiamare nei
ricordi l’età dell’infanzia, dove la fantasia era sinonimo di gioco e di
scoperta del mondo attraverso le relazioni. La fantasia che mi piace è quella
della virtualità elettronica, della virtualità informatica, la forma d’arte che
si esprime attraverso i videogiochi, agli albori erano semplici segni che si
muovevano su un monitor, oggi sono storie da vivere come protagonisti in mondi
virtuali alla maniera dei sogni, e sognare è stimolante e terapeutico. Perché negare
la concretezza del fantastico? Non esiste soltanto un mondo fisico, che si
tocca o si acquisisce tramite i sensi, esistono tanti mondi quanti ce ne
inventiamo, possiamo viverci tutti assieme oppure trovarvi il nostro spazio
personale, la nostra dimensione medicinale. Nelle storie ci si immedesima in un
personaggio che diventa il nostro alter
ego, ci sono scrittori che si presentano e si descrivono nelle loro storie
inventate come alter ego, come una
fotocopia di sé stessi che richiama una visione modificata della propria
personalità, è un modo per cambiare e diventare come si desidera, talvolta si
riesce nell’impresa e il desiderio non rimane più una maschera ma costruisce l’anima.
La fantasia è un gioco e se si comincia a credere reali i contenuti fantastici,
i benpensanti dalla razionalità facile definiscono i creduloni poveri alienati,
degli scemi irrecuperabili, dei pazzi senza speranza. La fantasia è evasione
quando la realtà appare brutta e scomoda, quando incomincia ad esserci spietata
nemica, allora la mente esce dal visibile e guarda le immagini che appaiono all’intelletto.
La fantasia dei videogiochi è prefabbricata come la trama di un libro o di un
film, l’intelligenza artificiale ci comunica l’illusione della vita. La
fantasia è bella per chi vuole credere a ciò che non esiste, è per i bambini e
per i malati di mente, la fantasia può degenerare e ammalandosi diventare fede
religiosa. La fede vive di fantasia perché non c’è altro modo di fare
esperienza dei dogmi, se si è persone normali, altrimenti Dio prende l’iniziativa
e si diventa mistici o estatici, non è più preghiera ma si rende giustizia all’esperienza.
La mistica è una scatola chiusa e inaccessibile, nessuno dall’esterno ne sa
niente. Soltanto il matto può testimoniare qualcosa e il più delle volte è
qualcosa di incomprensibile. Chi ama è un mistico, forse soltanto amando troppo
si riesce a fare esperienza di Dio e del suo mondo nascosto, le persone con i
piedi per terra si accontentano di amare le persone care, se questo le rende
felici. Pensare alla mamma o al papà che sono morti è misticismo, loro sono
vivi nella dimensione del fantastico e del fantasticare. Oltre alla disciplina
della filosofia occorrerebbe introdurre nelle scuole la disciplina dell’immaginazione
o dell’aria fritta, per fare del mondo di quaggiù un posto meno schifoso illudendosi
che sia abitato da persone veramente umane. Tutta fantasia. E’ il mondo dei
pazzi che non hanno un senso e non se lo sanno dare, ma tragicamente si considerano reali, fin troppo reali.
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