Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 7 novembre 2016

Se inganniamo noi stessi

C’è un modo disonesto di fare del bene ed è quando esercitiamo la virtù di pseudo carità per soddisfare il nostro ego o per convincere gli altri del fatto che siamo buoni e giusti; il primo atto di giustizia nei confronti di sé stessi è ammettere di essere cattivi, ed averne una profonda persuasione è segno di salute psicologica e significa sul piano ontologico mantenersi nella verità, in rapporto al prossimo e a Dio. La bontà di una persona risiede nella capacità di scorgere i propri difetti e i propri limiti e non nel suo contrario e cioè nel vizio della superbia; la bontà è un appetito al bene, il desiderio del bene, la volontà rivolta al bene e come presupposto occorre la capacità di distinguere tra il bene e il male in ogni circostanza, occorre la capacità di comprendere la differenza tra la luce e le tenebre in ambito spirituale e morale: certe parole e espressioni sono tenebra, invece altre sono luce e portano nella coscienza chiarità e pace, nella propria e in quella altrui. La libertà di scegliere tra il bene e il male ci rende veramente persone umane, persone autentiche e non marionette prigioniere sotto la schiavitù del diavolo, essere liberi consiste nel non farsi usare dal male e nel disprezzarlo, essere liberi consiste nel dominio delle passioni e nella ricerca di ciò che è buono, vero e conforme alla bellezza. Se una persona fa’ del bene ma non riesce a rinunciare a sé stessa, quindi a mortificare il proprio egoismo, quello che alcuni hanno definito amor proprio… non è e non sarà mai una persona buona, sarà sempre una persona che tenderà a strumentalizzare gli altri e ad asservirli ai propri desideri, ad accentrarsi esclusivamente sul proprio ideale di felicità. L’amore vero è l’unica forza positiva di cui l’uomo sia capace e che lo possa rendere libero, che lo possa realizzare: la differenza tra amare e non amare risiede nella volontà, l’amore non è un sentimento ma un costante atto di volontà, una prassi esistenziale. Chi si convince della propria bontà è pervenuto al paese della follia, nessuno è buono davanti al rimprovero della coscienza, con il cuore rivolto all’ascolto della voce di Dio. Siamo cattivi e in cammino per convertirci al bene, un cammino disseminato di pericoli e di cadute, un cammino fatto di sofferenza verso la redenzione. Siamo pellegrini ed esuli, non siamo conformi nemmeno alla più piccola forma di perfezione, siamo persone bisognose di essere sempre perdonate e giustificate. Non c’è bene più grande per l’uomo che quello di riconoscersi peccatore e infinitamente distante dalla Luce, è da questa consapevolezza che inizia il cammino della redenzione, il buon cammino dell’anima penitente e redenta. Sapere di essere amati da Dio è forse l’unica possibilità di conservarsi davvero buoni e di amare sinceramente gli altri, questa disposizione interiore consiste nell’accettare di credere e di convertirsi, è una preziosa opportunità per maturare e per dirsi veritieri ed amanti della verità. Gesù con il suo Vangelo ha sempre esortato coloro che incontrava a rientrare in sé stessi e a riscoprire la vita interiore, è infatti dal mondo interiore che si perviene al mondo celeste, ad una coscienza netta e a un cuore puro.

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