Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

venerdì 20 ottobre 2017

Le lacrime per quel che accade

Certa cronaca che tratta di fatti tragici mette molta tristezza e fa anche piangere quando a soffrire e a perdere la vita sono persone innocenti, deboli e indifese; penso che certe cose accadano anche per colpa di quel male terribile che infesta le città della nostra epoca moderna e che si chiama indifferenza; tanta sofferenza, solitudine e indigenza potrebbero non esserci e addirittura dei drammi potrebbero essere evitati se ci fosse alla base dello stato sociale un vero e benevolo interesse per le persone, penso che purtroppo oggigiorno non ci sia interesse per gli altri chiunque essi siano, non ci sia interesse per nessuno, e questa è la causa primaria di tanti mali che potrebbero essere vinti e superati. C’è qualcosa che non funziona nella società perché invece di risolversi, molti problemi di persone fragili e bisognose vanno peggiorando e talvolta culminano nel dolore e nell’abbandono, o addirittura nella morte. Talvolta mi interrogo su che cosa potrei fare io per chi è in difficoltà e ha bisogno di aiuto, ma non trovo delle risposte traducibili nel concreto… non basta un piccolo contributo economico e una buona parola, occorre fare di più. Gli altri sono come noi, hanno i nostri stessi sentimenti, le nostre stesse speranze, il nostro stesso anelito alla felicità, desiderano innanzitutto essere accettati e sentirsi amati e compresi. Ci sono persone che si spendono sul serio per gli altri e disinteressatamente per un sincero desiderio di soccorrere e di lenire la sofferenza, insomma di fare quello che è possibile dimostrando che gli esseri umani non sono tutti malvagi e menefreghisti, perché ci sono persone ancora capaci di provare compassione mettendosi nei panni di chi incontrano e ciò di cui non sono capaci è voltare le spalle a chi gli domanda aiuto. Vedo tante persone camminando per la strada o andando in posti diversi e la gente che incontro difficilmente mi comunica l’impressione di essere cattiva, la gente è ordinariamente buona ed è giusto fidarsi degli altri quando riconosciamo in essi dei principi solidaristici o addirittura l’amore cristiano. Le cronache sui giornali e in televisione ci presentano un mondo violento, egoista e confuso ma sono convinto che per ogni azione cattiva di cui parlano i media ce ne siano altre dieci buone che rimangono nascoste e che vede soltanto il Signore o pochi che se ne accorgono; non mi piace seguire certe cronache perché si tratta di una forma di alienazione, è anche qualcosa di perverso del genere “meglio sia capitato a loro che a noi”; la realtà e intendo quella che circonda ogni persona, è la realtà immediatamente usufruibile, contingente e che non si trova in chissà quale sperduta parte del mondo, è il nostro mondo qui e adesso ed è quel mondo che noi dobbiamo cercare di rendere più vivibile, conformemente alle sincere e nobili aspirazioni del cuore umano e non soltanto per noi stessi ma per il prossimo che incontriamo e nei cui confronti abbiamo dei doveri di amicizia e condivisione, quindi di carità: sono doveri che ci responsabilizzano nei confronti di Dio e che si riassumono nelle parole del Vangelo “quello che avrete fatto a uno soltanto di questi miei fratelli più piccoli, l’avrete fatto a me”. Siamo molto lontani dalla civiltà dell’amore ma se ci fosse in tutti un briciolo di buona volontà, ciascuno nel proprio ambito, ci avvicineremmo passo dopo passo alla concretizzazione dell’ideale cristiano, e il mondo diventerebbe bello e forse anche i contenuti dei media presenterebbero con maggiore enfasi le cose positive e non sempre o quasi sempre quelle negative, che talvolta fanno davvero piangere.

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