Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

martedì 25 agosto 2020

Silloge poetica n°057


LE PAROLE PERSE ALTROVE

Come bufera sulle scoscese rocce della montagna
la pietra è il cuore del condannato offeso dall'aria impetuosa
quelle parole di persone senza cuore che feriscono

Talvolta è la parola cattiva a suscitare le lacrime
ma il dolore rimane nascosto e si vive da soli e non finisce
chi piange per quelli che si amano e chi per la sensibilità

Non ci sono molte alternative alle lacrime di coloro che amano
se si ama si piange e questo è il segno della nostra umanità vera
quando si piange dentro l'anima è come il filtrare della luce

Ancora qualche ora di sonno e mi sarò ritemprato
non dormo per l'angoscia di perdere le persone che amo
leggo dove capita per distrarmi e loro sono nei dettagli

Quando piangevo da bambino era per mio nonno che vidi morire
guardai il crocifisso appeso nella mia camera e dissi perché adesso
fai qualcosa gli dissi ed anche che non era giusto così presto

Ma quel crocifisso era mio nonno e le persone amate silenziose
non me ne accorgevo perché l'egoismo così stolto mi toglieva la vista
è proprio mio nonno quel Gesù che mi lascia e va in Paradiso

Quando ami una persona vorresti fosse immortale e presente
ma la morte è più forte del nostro abbraccio e le sue ali portano lontano
le parole di chi ho amato sono nel mio cuore e con loro le persone

 

LA FORNACE DELLE ANIME

Nell'abisso dove ardono i reprobi
alzano le urla le fiamme di un odio imperituro
nebbie silenti coprono il rimorso

Guide cieche che guidano altri ciechi
nel baratro del nulla che si erge sopra le membra d'argilla
forme opache si agitano nelle tenebre

Come fiori appassiti nel giardino dei morti
lugubre antro dove si spegne la speranza nella vita
non ci sono porte che aprono la fuga

Riescono oscure le bramosie della carne
niente di così perfido come l'odio che anela all'odio
fantasma del passato che danza il presente

Questa lenta agonia rammenta l'amore
un amore rifulge oltre la coltre delle nubi cerimoniali
è il sigillo di un demone antico

Viviamo senza sapere dove andremo
la verità negata di menti neglette oramai rinnegata
c'è derisione per l'altrui compassione

Senza l'amore si spegne la vita
e persone sempiterne muoiono ancora e ancora
è un canto questo fuoco immortale

 

LE OMBRE DEL VESPERO

Un pensiero viaggia per le strade
è il ricorrente anelito alla libertà che vuole parlare
troppo silenzio ha nascosto la verità

Ci sono grandi ideali calpestati dall'interesse
la vita è dimenticata nelle rovine di città nuove e antiche
quando volava alto il desiderio dell'alba

Ancora si aggira il lupo affamato
gli agnelli cercano rifugio nel loro pastore benevolo
il sangue degli innocenti sporca mani empie

Questo cuore ferito rigurgita angoscia
è un canto rotto dal rumore ferroso delle coscienze
corazze che disprezzano dure come l'acciaio

Notte oscura dove i fantasmi si estinguono
nel virulento morbo di sentinelle attente alla lussuria
sembra ovunque il chiassoso mordersi

Langue la terra dalle grida di gelide paure
si riconoscono i passi di coloro che abbiamo amato
trascorrono le ore ignare del lieto meriggio

Vinti sono i sovrani del celeste empireo
non ci sono che macerie dove si ergevano le forti mura
e le anime dei giusti nei campi elisi

 

QUESTO NOSTRO NEMICO

Le strade deserte e il cuore in apprensione
dall'oriente un demone invisibile ha invaso il mondo
si muove nell'aria nascosto e senza voce

Ci sono luoghi senza la pioggia o il vento
luoghi dove zone in cui l'inquinamento si è allontanato
dove le persone si tengono distanti

Ma il demone continua la sua corsa cattiva
e la medicina per sconfiggerlo è ancora sconosciuta
senza la paura non sappiamo chi siamo

Quello che da soli non possiamo superare
insieme saremo capaci di annientarlo per la vita comune
senza scrupoli e responsabilità siamo perduti

Questi eroi che combattono un mostro letale
che se la prende soprattutto con i più deboli ed esposti
hanno consacrato l'esistenza nel servizio agli altri

Con una coscienza che si pone delle regole
quando sono condivise da tutti e per il bene comune
il demone invisibile vedrà la sua capitolazione

Siamo in una società corrotta e questo è l'epicentro
un demone si è generato chissà da dove nemico dell'uomo
ma l'umanità che ama c'è ancora con la sua volontà

 

LE OMBRE DEL DESTINO

Ci sono cose che non vorrei sapere
oltre i muri del disordine e dell'indifferenza
non ho altra via per capire

Seguo quelle folgori nell'orizzonte vitreo
quello sguardo assente di donna senza futuro
nei meandri della desolazione sospiro

Non c'è una ragione in più per amare
senza il tuo cuore nel mio che batte e ribatte
ancora poco e mi perderò nel nulla

Sentieri ripidi verso mete lontane
nel tuo pensiero rivedo le cose che furono
e piango ansimante di vuoto

Furono costruite dimore eterne
nell'immortalità promessa da divinità estinte
non ho ancora colmato la misura

Quei fanciulli ridevano nell'ignoto
adesso li vedo nei miei sogni andare raminghi
non ci saranno altre visioni

Nella mia mente fuggono le sentenze
ho riprovevole vergogna per i miei secoli distrutti
questo destino con cui muore la civiltà

 

A META' DEL VIAGGIO

Quella danza che sottrae forza alla vita
decidere se sia il caso di abbandonare le vicissitudini
andandosene come se nessuno mi conosca

Trovare una porta dell'anima aperta
perdendo l'unico bene che si possiede a denti stretti
vincere la paura con l'abbandono fiducioso

Ho cercato nelle pareti della mia stanza
una fessura che desse sul crepuscolo fuori di qui
ma ho trovato soltanto dei rossi mattoni

Viaggiare con l'immaginazione nel cerchio
questo simbolo che porta il significato dell'imperituro
sono grandi i pensieri degli atei senza luce

La malinconia vincola il mio cuore al cielo
sento rivolgermi parole di conforto e di aiuto da dentro
quando oramai il nulla si è fatto sentire

Andare per le vie della perdizione e credere
convincersi che il dubbio sia tra i peccati il più servile
se dubito della mia vita ho dinanzi me stesso

Detesto quei rimorsi che non riesco a estinguere
qualche persona mi ha amato con le sue preghiere
ed ora prego sperando che qualcuno ci sia

 

CON LA PARVENZA DEL DIVERSO

Quando i tuoi occhi diventeranno i miei occhi
e le tue gambe incontreranno le mie camminando
allora i nostri cuori saranno un solo cuore

Nel procedere insidioso dei desideri
avevamo dimenticato la prossimità che ci rende umani
lasciavamo al caso le parole e le emozioni

Ero giovane di una giovinezza smarrita
placavo la sete di relazioni con un intenso vociferare
parlavo a me stesso e mi ascoltavo

Nel fiume che sorge su quel monte lontano
i pescatori catturavano le nostre vite oltre la cascata
noi diventavamo sordi in quell'acqua nervosa

Qualcuno guardandoci ci notava anomali
di una diversità che non fa paura ma che ci interroga
sentivamo venire meno il rispetto

Ma noi osservavamo le differenze con l'altrui peso
ci notavamo fuori dal gregge ed estranei a una comunità
l'amore vicendevole dava la giusta misura

Vivevamo per l'altro accanto a noi sorreggendoci
non facevano paura quelle giornate spese per aiutare
e alla fine ci sentivamo ancora felici

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