Siamo in
piena pandemia con il coronavirus che ha messo in crisi le nostre società e a
farne le spese sono soprattutto gli anziani e gli ammalati che rischiano la
vita o che purtroppo l’hanno già persa, forse soltanto chi ha denaro può
permettersi le cure migliori in assenza di una campagna di vaccinazioni che
inizierà probabilmente a gennaio; qualcuno ha teorizzato un complotto per
destabilizzare l’occidente che è culminato nel lockdown generalizzato ma è un’ipotesi
fantasiosa perché le persone continuano a morire in numero maggiore per altre
patologie, il coronavirus miete meno vittime di quanto l’eco mediatica ci faccia
percepire. La mascherina, il distanziamento, il lavaggio frequente delle mani e
la quarantena che ci chiude nelle nostre case limitando drasticamente i nostri contatti
sociali e la mobilità, per poi aggiungere le problematiche psicologiche di chi
risente della situazione e cade nell’ansia e nello stress e si sente ancora più
solo e abbandonato. Le Sante Messe qui e altrove sono sospese e celebrate a
porte chiuse dai sacerdoti, io le seguo in diretta alla televisione inginocchiandomi
al momento del Sacrificio dell’altare e pregando la comunione spirituale, di
intenzione, di desiderio. La Messa è il rinnovamento del Sacrificio della Croce
nel chiaroscuro del mistero, non è una memoria che ci ricorda che Gesù si è
sacrificato sulla Croce duemila anni or sono per amore delle nostre anime, per
toglierci a satana e al peccato e farci figli di Dio, sull’altare di ogni
chiesa Gesù si sacrifica nuovamente in modo mistico e incruento e risorge dalla
morte per redimerci, per salvarci; soltanto i sacerdoti che hanno ricevuto il
sacramento dell’Ordine e che sono innestati nella successione apostolica
possono offrire il sacrificio, soltanto la loro Eucaristia è autentica come se
fosse Cristo stesso a celebrarla e a offrirla. Il mistero che si compie sugli
altari delle chiese di tutto il mondo appartiene alle realtà invisibili ed è
accessibile soltanto con la virtù della fede, è un mistero di misericordia e di
compassione verso le creature umane, il desiderio del Signore di salvarci tutti
senza escludere nessuno che lo ha portato a dare se stesso nella dolorosissima Passione
fino all’ultima goccia del suo sangue prezioso. Noi siamo di fronte all’altare
come il buon ladrone accanto a Gesù sofferente in Croce, a quell’uomo è bastato
un sincero pentimento, nella considerazione delle sue colpe e l’amore a Cristo
nell’accorgersi della sua innocenza, dicendo a Gesù queste parole: “Gesù ricordati di me quando sarai nel tuo
Regno”, per salvarsi con la remissione dei suoi peccati e la conversione,
con la grazia che trovò uno spiraglio nel suo cuore e gli ottenne con la
contrizione l’eterna salvezza: la compassione per il Signore gli ottenne da Dio
la salvezza, le buone disposizioni del suo animo e le sue lacrime. Gesù gli
rispose subito: “In verità ti dico, oggi
sarai con me in Paradiso”. Nella Santa Messa avviene la medesima cosa,
perché ciascuno di noi è come il buon ladrone che accoglie il Signore nel suo
cuore, che lo ama e gli domanda perdono dei suoi peccati, il Sacrificio dell’altare
è il Sacrificio della Croce che ci comunica straordinari benefici spirituali,
se durante il Sacrificio della Messa abbiamo gli stessi sentimenti e le stesse
disposizioni del buon ladrone crocifisso con il Signore otteniamo i frutti
della redenzione, ci viene restituita la grazia, con la fede, il pentimento e l’amore,
con la nostra preghiera perseverante rivolta a Gesù nell’atto di dare la sua
vita per noi sull’altare, siamo guariti dal male morale e salvati dalla
misericordia di Dio, il cuore di Gesù è la sorgente della misericordia e vive
sugli altari e nei tabernacoli con le parole della consacrazione pronunciate
dai sacerdoti: “Questo è il mio Corpo…
questo è il mio Sangue”. Il mistero della transustanziazione è il mistero
dell’amore di Dio per le anime, l’amore è la chiave per comprendere l’Eucaristia,
soltanto l’amore ci dice chi è il Signore: «Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Giovanni
15, 13).
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
giovedì 26 novembre 2020
Il Sacrificio dell'altare
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