Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 26 novembre 2020

Il Sacrificio dell'altare

Siamo in piena pandemia con il coronavirus che ha messo in crisi le nostre società e a farne le spese sono soprattutto gli anziani e gli ammalati che rischiano la vita o che purtroppo l’hanno già persa, forse soltanto chi ha denaro può permettersi le cure migliori in assenza di una campagna di vaccinazioni che inizierà probabilmente a gennaio; qualcuno ha teorizzato un complotto per destabilizzare l’occidente che è culminato nel lockdown generalizzato ma è un’ipotesi fantasiosa perché le persone continuano a morire in numero maggiore per altre patologie, il coronavirus miete meno vittime di quanto l’eco mediatica ci faccia percepire. La mascherina, il distanziamento, il lavaggio frequente delle mani e la quarantena che ci chiude nelle nostre case limitando drasticamente i nostri contatti sociali e la mobilità, per poi aggiungere le problematiche psicologiche di chi risente della situazione e cade nell’ansia e nello stress e si sente ancora più solo e abbandonato. Le Sante Messe qui e altrove sono sospese e celebrate a porte chiuse dai sacerdoti, io le seguo in diretta alla televisione inginocchiandomi al momento del Sacrificio dell’altare e pregando la comunione spirituale, di intenzione, di desiderio. La Messa è il rinnovamento del Sacrificio della Croce nel chiaroscuro del mistero, non è una memoria che ci ricorda che Gesù si è sacrificato sulla Croce duemila anni or sono per amore delle nostre anime, per toglierci a satana e al peccato e farci figli di Dio, sull’altare di ogni chiesa Gesù si sacrifica nuovamente in modo mistico e incruento e risorge dalla morte per redimerci, per salvarci; soltanto i sacerdoti che hanno ricevuto il sacramento dell’Ordine e che sono innestati nella successione apostolica possono offrire il sacrificio, soltanto la loro Eucaristia è autentica come se fosse Cristo stesso a celebrarla e a offrirla. Il mistero che si compie sugli altari delle chiese di tutto il mondo appartiene alle realtà invisibili ed è accessibile soltanto con la virtù della fede, è un mistero di misericordia e di compassione verso le creature umane, il desiderio del Signore di salvarci tutti senza escludere nessuno che lo ha portato a dare se stesso nella dolorosissima Passione fino all’ultima goccia del suo sangue prezioso. Noi siamo di fronte all’altare come il buon ladrone accanto a Gesù sofferente in Croce, a quell’uomo è bastato un sincero pentimento, nella considerazione delle sue colpe e l’amore a Cristo nell’accorgersi della sua innocenza, dicendo a Gesù queste parole: “Gesù ricordati di me quando sarai nel tuo Regno”, per salvarsi con la remissione dei suoi peccati e la conversione, con la grazia che trovò uno spiraglio nel suo cuore e gli ottenne con la contrizione l’eterna salvezza: la compassione per il Signore gli ottenne da Dio la salvezza, le buone disposizioni del suo animo e le sue lacrime. Gesù gli rispose subito: “In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso”. Nella Santa Messa avviene la medesima cosa, perché ciascuno di noi è come il buon ladrone che accoglie il Signore nel suo cuore, che lo ama e gli domanda perdono dei suoi peccati, il Sacrificio dell’altare è il Sacrificio della Croce che ci comunica straordinari benefici spirituali, se durante il Sacrificio della Messa abbiamo gli stessi sentimenti e le stesse disposizioni del buon ladrone crocifisso con il Signore otteniamo i frutti della redenzione, ci viene restituita la grazia, con la fede, il pentimento e l’amore, con la nostra preghiera perseverante rivolta a Gesù nell’atto di dare la sua vita per noi sull’altare, siamo guariti dal male morale e salvati dalla misericordia di Dio, il cuore di Gesù è la sorgente della misericordia e vive sugli altari e nei tabernacoli con le parole della consacrazione pronunciate dai sacerdoti: “Questo è il mio Corpo… questo è il mio Sangue”. Il mistero della transustanziazione è il mistero dell’amore di Dio per le anime, l’amore è la chiave per comprendere l’Eucaristia, soltanto l’amore ci dice chi è il Signore: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Giovanni 15, 13).

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