Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

martedì 3 novembre 2020

Quali valori per l'animo umano

Vivere senza credere nel Signore significa abbandonarsi all’idea di essere una creatura priva di significato, non sapere da dove si viene e ignorare dove si sta andando, riempire la vita di cose futili senza che dei valori autentici formino la nostra coscienza, ci rendano sensibili e ci maturino come persone. Non avere il senso di Dio e il senso del peccato, non avere un termine oggettivo per esaminarsi nei propri pensieri e nelle proprie azioni, convincersi che ogni cosa sia lecita e che non ci sia il giusto e lo sbagliato, che occorra essere scaltri e non giusti per fare esclusivamente il proprio interesse. Se si imposta l’esistenza su questi criteri insani pur essendo miscredenti si diventa marionette usate dal maligno, si viene strumentalizzati dal demonio, per essere spiriti liberi occorre coltivare l’anima e la moralità, la libertà richiede l’impegno di cambiare ogni giorno sulla via dei Comandamenti, ogni scelta per il bene è un atto che ci redime. L’ateo non è una persona che non crede in Dio ma una persona che vuole dire bene il male e male il bene, che vuole fare secondo il suo arbitrio senza essere condizionato da qualcosa di immaginativo come l’idea di un Dio che vede tutto e che ci giudica; dove si è affermato l’ateismo scientifico nella storia e dove si afferma il materialismo l’uomo ha sempre perso di vista la sua vera dignità e il valore della vita è diventano qualcosa di relativo, qualcosa di cui disporre a proprio piacimento, senza Legge morale la vita diventa usa e getta, qualcosa che si consuma edonisticamente e che una volta persi i connotati del benessere e della forza si può gettare come un rifiuto. Questa ideologia non è cristiana e offende la dignità dell’uomo, ne conculca i diritti e conduce ad uno sbandamento dove ogni cosa è lecita se può darci una immediata fruizione della felicità, soddisfare l’egoismo e illuderci di realizzare quello che nella vita conta davvero a seconda della propria personale visione. Il Vangelo ci dice che la vita di una persona ha valore indipendentemente dalle sue condizioni di malattia o infermità, addirittura ha valore la vita del colpevole ed esige di essere pienamente rispettata; la bellezza di questo libriccino è nascosta nel modo che ha Gesù di guardare ad ogni persona e di trattare con ciascuno di noi, dietro le parole del Vangelo c’è una speranza che va oltre l’apparente giustificazione che alcune vite non valgono e non meritano di essere vissute; la vita ha anche un valore estetico, la sua bellezza in una considerazione propriamente antropologica è intrinseca e ogni creatura che viene al mondo merita di essere accolta e amata, ogni persona non è un prodotto della natura o del caso, ogni persona è anima creata da Dio, per questo il suo valore non può essere messo in discussione dal relativismo etico. La malattia è una occasione per i tanti prossimi di usare carità e quindi di compiere le azioni che Dio chiama a compiere a gloria del suo Nome e per il nostro bene spirituale in vista dell’eternità. Fuori dalle leggi di materia non c’è nulla è una frase che convince soltanto coloro che non vogliono accettare la vita come un valore indisponibile e vogliono fare della vita e delle persone quello che a loro piace, anche se si tratta di qualcosa di oggettivamente cattivo. La vita umana per il credente ha un carattere sacro e non la si può violare sulla base del proprio arbitrio o perché si pensa erroneamente di fare la cosa giusta, la cosa giusta consiste sempre nel proteggere e conservare la vita, nel lenire la sofferenza e nell’evitare il disordine morale, anche la vita nel dolore ha significato per il cristiano e Gesù con la sua Croce ci dice che il dolore non è qualcosa di assurdo, prima o poi tutti ne facciamo esperienza, ciascuno di noi porta già la sua croce nella vita anche se spesso gli altri non se ne avvedono. Sono gli atei odiatori di Dio che fanno del dolore lo scandalo più grande e il senso dell’assurdità che travalica dalle esperienze dolorose diventa per gradi l’assurdità e il vuoto della vita. Cristo ha scelto la Croce per condividere tutto con noi, per essere davvero vicino a noi e alle nostre croci, soltanto così ci ha liberati dal male, non cancellando la nostra condizione di disgrazia ma condividendola sulla Croce per diventare davvero uno di noi, come noi e per redimerci in chiave soprannaturale, perché l’ultima parola è stata la sua Risurrezione e la Gloria, e non un corpo disfatto in una tomba. Il credente nutre queste speranze, le alimenta con la preghiera e invece il miscredente è convinto che siano delle semplici fantasie o peggio delle illusioni che alienano la mente e ci portano lontano dalla realtà; non esiste soltanto quello che cade sotto l’esperienza dei sensi o quello che è già stato dimostrato, le prospettive sono molto più ampie. La salvezza eterna dell’anima è l’unica cosa che dovrebbe contare per una persona che riempie di senso la propria vita con la fede e la preghiera, gli altri beni sono passeggeri anche se perseguirli è più che lecito e dobbiamo farlo perché vivere in pace sulla terra, la giustizia sociale e la salute o altro sono desiderio di Dio affinché l’umanità progredisca. Fuori dalle leggi di materia non c’è nulla ma nella considerazione di quell’ordine e di quelle leggi cosa ci suggerisce la nostra ragione? Ad essere sensati che non siamo frutto del caso e prigionieri di una realtà nemica e senza che vi sia una direzione verso cui orientare le nostre aspettative di bene, verso cui tendere per un domani migliore. La vita ci chiede di essere amata per un bene più grande in prospettiva e che ancora non conosciamo. Ce lo domanda l’Autore della vita: «Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà» (Ger 31, 3).

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