Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

martedì 3 novembre 2020

Silloge poetica n°055


LE SEMBIANZE DEL NULLA


Un corvo danza nel cielo deturpato da pioggia
le tetre spirali dell'ignoto attentano alla credulità dei semplici
e la nebbia autunnale incombe sugli occhi

Ci sono ombre scure che vagano nella notte
mitigano quegli spettri che nella mente provocano paure
ansie di un passato fatto di memorie sepolte

Nel mentre delle vite insulse accusate di perbenismo
ipocrite come l'insulto ai nuovi emblemi dell'ateismo dominante
vuoto sempre presente in una società decadente

Sempre più radicate le volontà deicide
nel grembo delle madri è il luogo pericoloso per la vita
dove nasce il desiderio di smarrire il senso

Sopra il cielo delle città volano i pensieri del male
passano da oriente a occidente verso un lugubre tramonto
da uomo a uomo nell'eremo degli dei

Ancora un po' e l'anima troverà riposo
nei cimiteri oltre la collina dell'immaginazione senza morale
fino a trascendere il mondo dei divoratori

Sempre in quei cimiteri fino alla sera rosseggiante
risorgeranno dai meandri di una terra intrisa di fornicazione
le schiere degli stolti illusi dalle religioni

 

CONDURRE ALLA VITA

Gli alberi della foresta nera parlano al cielo
non ci sarà mai perdono per coloro che calpestarono l'amore
nella selva ci sono lupi famelici che girovagano

Oltre al bel volto di tua madre giovane
quello delle donne offese nel loro femminile chiarore
come la luna nel cielo dalle stelle spente

Qualche volta una donna mi carezzò il viso
un gesto consolatore per chi ha visto vilipendere il femmineo
un cuore grande come quello di una madre

Nel cuore di ogni madre ci sono le sue lacrime
quelle lacrime versate per un figlio o una figlia che fuggono via
le calamità della vita dividono gli affetti come lame

Quelle madri a cui l'osceno peccatore nega il diritto
sono donne e come sorelle che ci accerchiano con l'osmosi
loro cullano senza il velo della verginità e sospirano

Eccole le donne che nutrono i bambini al seno
viaggiano nei sogni e nei desideri di padri prossimi all'anima
mia madre non ha chiesto chi fossi per amarmi

Sempre sole con le doglie del parto e la nascita
chi è donna è madre e comunica la vita assieme all'Onnipotente
la Sapienza che è l'amore che scende da ogni donna

 

LA VOCAZIONE

Ci sono fiumi impetuosi nel tempo del disordine
montagne impervie da scalare ad ogni angoscia per la perdita
nuovi solchi nell'anima scavati dagli aratori

Le vipere nel mio seno vogliono spietatamente mordere
il loro veleno è l'indifferenza della gente che passa accanto
un fuoco divampa nel roveto ardente lassù

Sulle tavole della legge i graffi dei nomi del caso
e l'idolo adorato è un mucchio di ossa secche e polverose
sono sempre dolenti le ferite spirituali

Cercando ad ogni passo il valore della vita
trovo strane quelle persone che si accontentano del vizio
un segreto fuori le mura dell'amarezza

Mi accorgo che l'impeto dei desideri è fermo
sono contento di quello che accade adesso e non domani
perché le lacrime del domani sono cadute nel destino

Ancora qualche passo sul baratro e cadrò oltre
nelle profondità di quel pozzo che la vita accontenta
ci sono spettri paurosi che si aggirano laggiù

La mia mano appoggia su un bastone che mi regge in alto
è la superbia delle fallaci idee di un ministero creato per niente
la serena notte di una chiamata al chiarore dell'alba

 

LA SPADA DELLA GIUSTIZIA

Ed ecco il fragore dei flutti alla caduta del serafino
angoscia di monaci oscuri nei meandri dei castelli di pietra
una buia spada taglia la signoria celeste

Una battaglia contro l'arcangelo chi come l'Eterno
e le folgori che attraversano le sette sfere dell'arcano
un grande sentiero verso l'antro fuliginoso

Non seguono le vergini le preghiere a un sole spento
la liturgia dinanzi al trono della maestà ha perduto l'incenso
e dalla terra dei viventi si ergono cattedrali

La magnificenza di una Donna che fu assunta alla gloria
le preci dei santi che rifulsero di bellezza nel tempo della prova
e il maligno nemico nel seno dell'abiezione

Quando il saluto angelico ricevette il sì dell'ancella
l'inferno si scosse di rabbia e di terrore e l'arcangelo trionfò
furono tempi nuovi e l'ordine dei redenti crebbe

Questo campo di mietitura dove si raccoglie il buon grano
e la zizzania del nemico con accurata cernita raccolta a parte
il granaio del Cielo e la pula che scompare

Quel Crocifisso è l'agnello sacrificale che discrimina
nella contrizione la porta del Regno e nel rancore sordo la perdita
non sono venuto per la pace ma per la divisione

 

NEI MOTI DEL PENSIERO

Ci sono cose in sospeso che lasciano il tempo
fermi relativi che ad ogni passaggio di ore riposano
e il mare d'inverno che calmo medita

La mente del vuoto pensare ha dato i suoi frutti
nel cerchio della vita ogni creatura nasce e nasce ancora
quella brezza leggera che si posa sui sassi

Ancora molte lune e stelle danzanti nel buio
ci sono carichi di insofferenza nello sguardo del coltivatore
tralci uniti alla vite da recidere per il frutto

Nel secolo la gente tenta di sentirsi felice e ride
ma quel mostro che è la società li mangia fino a stare male
credo negli uomini e nel loro buon senso

Si accendono le sterpaglie per incendiare le foreste
sono fuochi dolosi come gli spasmi per la nascita dei germogli
e gli alberi crescono alti come i figli di questa generazione

Seminavano la buona coscienza e la compassione
quei professori che tendevano la mano agli sprovveduti
nelle scuole dove si insegna il pensiero critico

La libertà è merce rara nelle epoche e negli eoni
ancora secoli di storia e tempeste rumorose di strane verità
siamo davvero liberi di fronte al pregare e all'amare

 

LA DITTATURA IMPLICITA

Il vento trasporta in alto le vanità dei poveri matti
sotto un sole apparente dal tenue bagliore e dai vuoti onirici
ci sono strade che disorientano e conducono fuori porta

Dentro quel groviglio di spine c'è un cuore generoso
cammino con prossimità alla vera essenza dell'oscurantismo
non ho fatto nulla per interessarmi ai miei simili

Andando per le strade della metropoli fuggo via
mi rincorrono i rimorsi per non avere soccorso me stesso
poi penso alla mia famiglia vilipesa e scartata

Le antenne della televisione ricevono l'assurdo
e davanti agli schermi si scioglie il cervello nella stupidità
tutto è possibile e ogni inganno a causa del vuoto

Dalle televisioni nelle case lo spettacolo del dolore
non tocca a noi ma tocca a loro ed è il meccanismo perverso
quello che non ci riguarda ci divertiamo a spiarlo

Adesso l'informazione è veicolata e si insinua la bugia
tutti credono a ciò che vedono e nessuno si mette a ragionare
è l'impostura della democrazia mediatica che serpeggia

Ogni uomo è falsità e le parole escono per demagogia
la nostra politica della televisione che ruba il potere ai cittadini
la violenza che deturpa la nostra visione e ci rapisce

 

LE VIE DEL DESTINO

Le orme sulla sabbia e la clessidra rotta e ferma
sono passate le stagioni e le risate dei gaudenti si sono spente
nei luoghi della terra da dove la gente fugge

La legge è calpestata dai violenti senza patria
l'onore della carta dei diritti è sacrificato al mercato delle vite
nulla è come all'inizio della giusta causa

Ci sono impronte di demoni che attendono
cadono i muri della percezione e le anime sono trascinate giù
quando con la morte ci si separa dal corpo

Ci sono anime caste e dalla coscienza pura
con la grazia l'innocenza degli angeli accompagna i piccoli lassù
quando con la morte ci si separa dal corpo

Sono tutte storie e ciascuna è nel cuore dell'Eterno
come fievoli barlumi di lampade a olio che si consumano
queste storie che sembrano apparenza nel buio

Ogni volta che scruto un volto vedo quello del Cristo
quei volti segnati dal dolore e dall'indifferenza offesi e derisi
nella carne del debole un'ostia sacrificale che s'alza

Non riuscirò mai a comprendere la malvagità dell'uomo
la malizia di chi vanta il Vangelo della vita e insinua opere di morte
nasciamo soli e crocifissi e l'amore tocca pochi

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