Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

mercoledì 21 settembre 2022

Il Vangelo del dubbio

Quando ero adolescente non smisi mai di leggere il Vangelo interrogandomi sulla sua storicità, riflettendo sulla possibilità che i racconti contenuti nei Vangeli potessero essere fatti realmente accaduti o invenzioni letterarie, qualcosa di concreto o una favola ben congeniata, qualcosa con cui illuderci fossimo quasi alienati mentali e così anche l’insegnamento morale che ci viene presentato in quel libro qualcosa di completamente fuori dal mondo e di irrealizzabile per una persona comune. Nei Vangeli le cronache sono ben distinte dalle metafore o da quello che ha una finalità morale, una valenza pedagogica; sono stati scritti per suscitare la fede nella passione, morte e risurrezione di un uomo di nome Gesù, che con le sue opere ha dimostrato ai suoi contemporanei tutto quello che diceva di sé e ciò che come prova della Verità ha confermato nella sua vita in mezzo a noi e nella testimonianza dei primi cristiani. Ci sono due modi di leggere il Vangelo e di interpretarlo, il primo costringe il lettore ad un incontro personale con Gesù, a conoscere Gesù, il secondo ci presenta la storia di un maestro che mette al centro della sua dottrina l’amore per il prossimo. Amare la Parola del Vangelo vuol dire credere nella sua veridicità e storicità, credere che Gesù sia vivo oggi e desideri avere una relazione d’amicizia personale con ciascuno di noi... altrimenti è una favola o un romanzo senza alcun esito, senza una soluzione positiva. ‘Dio è morto; la sua compassione per gli uomini lo ha ucciso’ come scriveva Nietzsche ammalandosi di mente e inaugurando l’inizio del Novecento, quindi niente può avere ancora valore o senso, nessuna risposta alle domande esistenziali. Per coloro che prendono sul serio il Vangelo forse valore e senso ce li suscita nella mente e nel cuore l’Eterna Sapienza racchiusa in quelle pagine - semplici e al contempo profonde - di duemila anni fa, scritte da chi ha conosciuto il Signore.

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