Non si
deve mai perdere di vista il senso autentico della persona, perché siamo anche
noi persone e guardare attraverso un filtro, per così dire distorto, il nostro
prossimo significa cadere in un grave errore di valutazione; la persona non è
costituita solamente dalle sue qualità positive e dalle sue deficienze, tutto
immediatamente quanto superficialmente riconoscibile; la persona acquisisce la propria
vita nel mondo attraverso il divenire, da quando inizia ad esistere nella
materia fino al trapasso; è innanzitutto un soggetto senziente, capace di
pensiero e di sentimenti, capace di conoscere sé stessa e gli altri, di sentire
l’altro in sé stessa, di parteciparvi con l’empatia e l’amore, e di cambiare sé
stessa attraverso scelte libere e consapevoli, nel bene o nel male. L’animale è
dissimile dalla persona e non può esservi parificato, l’animale appartiene
esclusivamente a questa dimensione effimera; l’uomo con la sua ragione e con la
sua capacità di visione può andare oltre, può erigere un ponte tra questo mondo
e l’altro: questa verità è confermata da tutto ciò di cui siamo capaci, di cui
è capace la nostra stirpe che può essere definita con l’espressione “vita
intelligente”. Siamo unici nella nostra matrice ontologia, non vi è altra creatura
conosciuta che sia al nostro livello, che sia come noi. Nel mondo si è andata
definendo sempre più nel corso della storia, una concezione dell’uomo che vede
la massa quasi come un allevamento con delle esigenze fisiologiche da
soddisfare, dove l’identità del singolo scompare nella identitarietà di una
collettività anonima e sconosciuta: è la morte della dignità della persona
umana e della sacralità della vita. Una demografia perversa, nell’attuale era
della globalizzazione, che si svuota di umanesimo porta tragedie come le guerre,
le migrazioni, le campagne finalizzate al controllo delle nascite dove un
qualcosa di abominevole come l’aborto, ma chiamiamolo pure infanticidio o
meglio omicidio, viene legittimato come presupposto per ottenere migliori condizioni
di vivibilità, e per il benessere dei popoli e delle società, ovviamente quelle
maggiormente ricche e fraudolente. Il rispetto della vita altrui è l’unica via
per il bene proprio e di tutti, l’unica via affinché tutto concorra allo
sviluppo armonioso e positivo delle genti di ogni parte del mondo, nella
sicurezza, nel progresso e nella pace. E’ una forza benefica e vitale, una
pulsione di vita che può procedere semplicemente e spontaneamente da ciascuno
di noi a beneficio del prossimo, e dei più deboli e bisognosi in particolare, dipende
dall’esercizio del nostro libero arbitrio e dalla morale naturale, quella
scritta dentro ciascuno di noi, di cui la sensibilità della coscienza è la voce
ispirante che conduce su buon cammino: ascoltiamo la voce calma e benevola di
Dio, è per il nostro bene anche in questo mondo.
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