Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

mercoledì 12 novembre 2014

Lo scandalo del patire innocente

Oh mio Dio aiutami ad accettare quello che non posso cambiare, aiutami ad avere la forza, la determinazione e la lungimiranza di cambiare quello che posso cambiare, e la saggezza di comprendere la differenza tra quello che non posso e quello che posso cambiare, e la pazienza, la rassegnazione e la capacità di accogliere benedicendoti tutto ciò che permetterai nella mia vita, fosse anche la più grande sofferenza… poiché tutto passa presto e noi andiamo avanti verso la felicità eterna del Paradiso. Così sia ”.

Se si comprende fino in fondo il significato di questa preghiera, si comprende il limite della nostra natura creaturale e ci disponiamo interiormente a compatire il prossimo e a considerarlo con rispetto, e se la vita è un breve passaggio nel tempo esiliati dalla Patria che ci attende, occorre trascorrerla facendo del bene piuttosto che del male, questo è l’unico modo per dare un senso alla propria esistenza, tutto il resto che il mondo ci offre è distrazione e dissipazione, null’altro che vanità e illusione; per rendercene veramente consci proviamo a meditare la sofferenza degli innocenti, chiamandoci fuori almeno per un momento dal nostro egoismo e dalle nostre sicurezze: non ci siamo solamente noi, ci sono anche gli altri e considerarci migliori è da stupidi che purtroppo commettono un grave torto, chi ama non si comporta in questo modo tanto meschino, ma si interessa e si lascia coinvolgere.

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