Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 26 maggio 2013

San Francesco di Assisi, povero per amore


San Francesco d’Assisi era sposato a madonna povertà, ed era definito, così come è definito anche oggi, il poverello di Assisi; san Francesco però non ha scoperto i poveri nella sua conversione, come nell’abbraccio con il lebbroso, ha scoperto invece Dio nei poveri, ha scoperto i poveri come i prediletti di Dio, e per questo si è fatto il più povero di tutti per servire Dio nei poveri; nel cantico delle creature san Francesco chiama le opere delle creazione, compresi gli esseri viventi, fratelli e sorelle e dice che in loro c’è l’immagine del Dio invisibile, portano il significato del Dio trascendente che nella sua essenza è Amore, il riverbero di questo amore mistico e soprannaturale san Francesco lo scruta nella bellezza di tutto il creato. E’ molto conosciuta la leggenda del lupo che faceva strage nei territori delle vicende narrate sul Santo e che Francesco ammansisce, un lupo che si aggirava solitario per boschi e campagne e faceva del male a tutti coloro che incontrava, uomini e animali: san Francesco lo chiama fratello lupo e imponendogli le mani lo rende docile e mansueto, quasi liberandolo da una violenta possessione diabolica; non si sa se questo lupo fosse caratterialmente malato o realmente posseduto da spiriti maligni, fatto sta che l’umile Francesco lo rende buono da cattivo che era e lo pacifica con tutte le altre creature, con quel carisma che gli permetteva di predicare il Vangelo di Gesù anche agli animali estranei alla salvezza, ma facenti parte della creazione interamente redenta dalla Croce di Cristo: cambiare le anime e farle diventare buone da cattive che erano, faceva parte della missione di Francesco, forse questa è la morale della storiella che riguarda il feroce lupo. L’abito di sacco che san Francesco si scelse non era in quella foggia rudimentale per un caso di necessità, ma somigliava a una croce di legno con l’albero verticale e le braccia orizzontali, proprio per volontà del Santo, per esprimere la propria adesione alla Croce che il Signore ha portato e su cui è morto; san Francesco ebbe dal Signore il compito di riedificare la Chiesa ed è quello che fece in un tempo di corruzione per la società e il clero cattolico, in un tempo dove imperversavano le eresie: la fede cattolica per opera sua e dei suoi primi frati si conservò integra nella sostanza dottrinale ed è stata tramandata nei secoli successivi così come la insegnarono gli Apostoli, perfettamente ortodossa; dinanzi al Crocifisso di san Damiano ebbe questa ispirazione profonda che cambiò per sempre la sua vita e il corso della storia, è lo stesso Crocifisso che gli parlò, Crocifisso di cui portò le stigmate nel suo corpo; nella tradizione arrivata sino a noi, l’immagine del Crocifisso di san Damiano ha sempre avuto fama di avere proprietà taumaturgiche e liberatrici, è lo stesso Crocifisso dipinto su legno davanti al quale pregò molto san Francesco. San Francesco è il Santo della perfezione evangelica, imitatore di Cristo, povero come Cristo povero, crocifisso e morto al mondo come il Cristo crocifisso, umile e pacifico come dev’essere ogni vero figlio di Dio, vero devoto della Madonna che egli chiama, nostra buona Madre e amico dell’umanità e del creato, profondamente rispettoso della vita di tutti gli esseri animati, espressioni dell’amore infinito del Creatore, del Vivente per eccellenza. San Francesco prima della sua conversione ha avuto una vita pressoché identica a quella della maggior parte dei giovani del nostro tempo, una vita tra ambizioni di carriera e divertimenti mondani, una vita da persona ricca e superba, immerso nei piaceri e nella compagnia dei gaudenti, ma poi ci fu la svolta perché incontrò Gesù Cristo, incontrò il Crocifisso nazareno e il suo cuore cambiò repentinamente. Sapete cosa chiese in punto di morte a una cara sorella amica e benefattrice? Di mangiare per l’ultima volta i biscotti alle mandorle che gli piacevano tanto, nonostante fosse provato da molteplici sofferenze, tra cui le stigmate… anche quello fu un modo straordinario nella sua semplicità, di rendere lode a Dio per ogni suo beneficio: volle spirare nudo sulla nuda terra, come si addice a chi è sposato a madonna povertà, e così rese la sua bell’anima al Signore con il bacio della morte e gli Angeli santi gli fecero corona per condurlo in Paradiso.

Riporto di seguito “ Il Cantico delle Creature ” (Laudes Creaturarum), anche conosciuto come “ Cantico di Frate Sole ”, è una composizione in versi  scritta da San Francesco di Assisi intorno al 1224 e ritenuta il più antico testo poetico della letteratura italiana.

Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano
per lo Tuo amore et sostengono infrmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.

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