Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

sabato 22 giugno 2013

Poesia n°0473 dell'autore

Vespro di inconcepibile ardore

Vespro di inconcepibile ardore, nell’infinità del nostro ruolo non definito da alcun quadro delineato da matrice di quarzo rosa, è l’atrio iniziale di un percorso di pochi elementi architettonici, a dare al mondo quel connotato saliente di dominio, della vera nostalgia del futuro, la nostalgia del vero intervento del mio isolamento onnipotente e sconclusionato, di argilla che dal vasaio si turba sotto le mani dell’Artista, senza lasciare traccia del vuoto del mio pensiero, il vuoto della mia anima stolta e fallace, il mio ignobile egoismo di idiota imprudente: il suicidio è per i deboli, la vita e la sofferenza sono per i forti e per chi ha compreso l’imperativo del Sacrificio e del combattimento, le ragioni della debolezza.

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