Che orrore, l’assistenza agli anziani fatta da
robot quando l’assistenza necessita soprattutto di umanità, di socialità umana,
di un cuore comprensivo, paziente e premuroso, di un’altra persona umana che
sappia comunicare e abbia tanto formata la coscienza quanto la capacità di
riconoscere con empatia il valore del malato, del disabile o dell’anziano.
Soltanto il caregiver che rientra nella sfera dell’umano può provare qualcosa e
avere tatto nei confronti del suo simile. Perché le macchine e anche delle
sofisticate intelligenze artificiali, non hanno pietas cristiana e nemmeno l’indole
benevola di una qualsiasi creatura vivente, autenticamente buona come nel caso
della pet therapy, gli animali da compagnia come conforto al malato, come via
di liberazione dal dolore psicologico, dalla malinconia e dal senso di vuoto.
Occuparsi dei deboli non può risolversi in un’attività mercenaria, ci vogliono
altre motivazioni, una mentalità quasi rivoluzionaria a misura di Vangelo e di
valori trascendentali. Siddhārtha Gautama o il Buddha storico ha insegnato la
compassione come unica via per l’illuminazione e la conseguente liberazione
della propria anima da questa valle di lacrime per quella consolante
superstizione chiamata Nirvana, quanti giusti con la coscienza pura vi
sarebbero nel mondo se i sofferenti fossero davvero compatiti e soccorsi, una
civiltà finalmente umanizzata e a favore della vita.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sabato 19 novembre 2022
Caregiver e senso di umanità
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