Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

mercoledì 26 dicembre 2012

Quando la blasfemia è preghiera


I demòni vivono dentro di te, sono nel profondo, in quel sé profondo immutabile e atemporale, quel sé che sei tu e che non puoi cambiare: tu non senti quello che sei nella verità della tua essenza, ma loro ti conoscono e sanno tutto di te; la tentazione l’avverti vicina, la loro musica l’ascolti sempre e agisci più secondo quei dettami che secondo la tua volontà, senza nemmeno accorgerti; sei condizionato poiché le voci del profondo salgono dall’abisso tenebroso dell’essere: la morte ha il volto di tante connessioni che si palesano alla vita, connettono tra loro le ombre dei tuoi demòni, formando pensieri che ossessionano la coscienza, che gli tolgono l’opinione della cara morale, freno della malvagità. Demòni liberi, che da dentro infestano il mondo, che dai sogni vanno procedendo alla realtà e condizionano, alimentando paure, per prima la paura del vuoto e della nostra sorella morte, che uccide. Ed ora dalla fossa si alza una blasfema orazione: “ Padrone nostro, che sei nel nulla, sia santificato il tuo perverso nome, venga il tuo regno di morte, sia fatta la tua empia volontà, come nell’abisso così in terra; dacci oggi il nostro peccato quotidiano, e non perdonarci come noi non perdoniamo, portaci alla tentazione e facci cadere in essa, e non liberarci dal maligno ”. Questa è la preghiera dei dannati, recitata spesso con il cuore più che con le labbra, una preghiera che consiglia di evitare il bene, per portarsi sulle strade della cattiveria e dell’odio, secondo la volontà di satana, cioè colui che è il dio della numerosa parte dei cuori umani nel mondo che gli appartiene, che è suo. La “ virtù ” del male pervade molti esseri umani, pervertendoli fino alle midolla del loro ego: nessuno prega invocando il male come Padre nostro, eppure la vita dei più non è altro che egoismo, disprezzo del prossimo, ricerca del proprio interesse, vizi e passioni basse o violente; questa cancrena è parte della nostra cara umanità che risiede sulla nostra amata e amara terra.

I dieci comandamenti di chi sente nel proprio cuore che Dio non esiste e si abbandona colpevolmente all’empietà:

I - Dio non esiste e il nulla è sovrano
II - Con la morte finisce tutto e l’inferno è una favoletta stupida
III - Ogni malvagità è lecita per ottenere i propri scopi
IV – Se vuoi la felicità soddisfa le tue fami anche a danno degli altri
V - L’importante è vivere nel benessere e se gli altri soffrono fregatene
VI - Ogni menzogna è lecita per assecondare il proprio interesse
VII - Uccidere non è un peccato perché il peccato è una fantasia
VIII - Il piacere carnale è più importante delle virtù morali e dell’etica dell’anima
IX - L’egoismo è l’unica soluzione per dare significato alla vita
X - La malizia e la cattiveria con la vendetta sono il sale dell’esistenza nel mondo 

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