Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

martedì 25 dicembre 2012

La provvidenza non verrà mai meno


“ Poi disse ai discepoli: per questo io vi dico: non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l'animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta. Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno ” (Lc 12,22-32). Quello che il Creatore vuole avviene sempre: dall’eternità Egli ha pensato alla vita di ogni essere umano, dal suo concepimento alla sua morte e ha stabilito ogni cosa sul destino di un’anima. Quello che accade nella vita di una persona è il frutto della volontà di Dio, nonostante la creatura conservi la propria libertà e decida da sé stessa la propria via; non siamo delle marionette controllate dal cieco arbitrio di una volontà despota; noi rimaniamo liberi e questa libertà concilia con tutto quello che ci accade, fatti concreti che Dio conosce dall’eternità del suo Essere. Tutto quindi è grazia, tutto quanto avviene nella vita del singolo e nella storia universale è grazia divina, cioè dono di Dio; paradossalmente anche la morte e ogni sofferenza: la sofferenza che purifica e affina l’anima e la morte che è la porta che apre al Cielo. Provvidenza e grazia sono parole che esprimono un significato parallelo e non opposto o differente; nel santo Vangelo si parla di queste potenze a favore della miseria umana, dell’attenzione che Dio ha verso di noi nonostante le apparenze di una sua totale assenza nel mondo degli esseri umani. Qualcuno ha detto che per vedere Dio è necessario morire, quindi Dio provvede con la grazia della morte a questo scopo e già Socrate diceva che nessuno sa se la morte non sia per l’umanità il più grande dei beni e non il peggiore dei mali, come è considerata dall’opinione comune. Dio provvede a tutto, ma la persona umana deve cooperare alla provvidenza di Dio, deve essere partecipe al disegno mirabile di Dio sull’umanità: la grazia agisce, ma ognuno deve aiutare la grazia ad agire, corrispondendo con la propria libertà, al bene da compiere ogni giorno della vita; provvidenza, grazia e carità sono perfetta unità in Dio e nell’uomo.

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