Oggi è santa Lucia; Santa Lucia da Siracusa (Siracusa, 283 - Siracusa, 13 dicembre 304) fu una martire cristiana, morta durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa; è venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Lucia
è un nome di origine latina che significa ‘luminosa, splendente’. Il nome
veniva dato dagli antichi romani a quelle bambine che nascevano con le prime
luci dell’alba o in giornate particolarmente luminose; è una santa molto
venerata anche a Como: prima dell’edificazione della cattedrale della mia
città, era presente sul luogo designato per la costruzione una chiesa tra le
più importanti di Como antica, proprio dedicata a santa Lucia; per fare le
debite proporzioni con la planimetria dell’attuale cattedrale, la chiesa romanica
di santa Lucia si trovava dove ora sorge l’altare privilegiato dedicato alla
Madonna, a destra dell’altare maggiore e della navata centrale, per chi guarda dal portale d’ingresso. A molti
contemporanei non è dato di comprenderlo sul piano della ragione pratica, ma il
martirio per i cristiani della Chiesa delle origini, la Chiesa apostolica
primitiva, era una grazia e una chiamata a cui soltanto gli eletti erano
destinati ad imitazione della Passione e della Croce di nostro Signore, per
seguire Cristo con maggiore perfezione e in modo coerente al messaggio di salvezza contenuto nel
santo Vangelo: per essere degni di Gesù occorre abbracciare la Croce come ha
fatto Lui e morire per amore al suo Nome, confessandoLo con coraggio, con
assoluta fedeltà alla sua Persona e rinnegamento di sé stessi, e dichiarando così
pubblicamente il proprio credo; per entrare nel Regno di Dio è necessario
essere pronti anche al sacrificio della vita per testimoniare Cristo e il suo
Vangelo. La fede per i primi cristiani era una cosa molto seria, vi era in gioco la salvezza eterna della propria anima
e quindi è l’unica cosa che veramente deve avere valore e contare, per i
discepoli e i fedeli di Gesù: qualcuno con grande acume ha detto che “il sangue dei martiri è seme di nuovi
cristiani”, dal sacrificio e dalla testimonianza di fede dei martiri è
stata edificata la Chiesa di ogni epoca della storia, sul sangue dei martiri
poggiano le fondamenta stesse della Chiesa universale. La testimonianza dei
martiri è servita a convertire gli increduli e i lontani, la loro testimonianza
di fede sincera è un potere misterioso che attinge direttamente alla Croce redentrice
di Gesù, sorreggendo le sorti della missione e della predicazione, con essa la
Chiesa destinata sul piano storico e umano a fallire nel suo mandato e a scomparire
dal mondo, si è confermata sempre più forte e vittoriosa contro gli inferi: la
promessa del Signore dopo la confessione di fede dell’Apostolo Pietro si è
pienamente realizzata e cioè “le porte
degli inferi non prevarranno sopra di essa”, per porte degli inferi si
devono intendere tutte le potenze di morte che l’avversarono, l’avversano e l’avverseranno
fino alla fine dei tempi, potenze umane e spirituali che hanno come signore il
principe di questo mondo, il diavolo che combatte strenuamente contro l’edificazione
del Regno di Dio, a perdizione delle anime. I martiri e le martiri innocenti hanno
accettato la sofferenza e la morte perché hanno creduto fermamente in Gesù di
Nazaret, Figlio di Dio, hanno confidato anche nella prova estrema del dolore nel
Crocifisso risorto, perché lo hanno amato di un amore senza riserve e hanno
così ottenuto la palma della vittoria, la partecipazione al Regno di Dio nel
giorno glorioso della risurrezione e della vita nuova, la loro memoria è
intramontabile, il loro ricordo vive nei secoli: per questi motivi la loro
morte è il dies natalis, il giorno
della nascita al Cielo. Alleluia.
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