Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 13 dicembre 2012

Santa Lucia e la grazia del martirio


Oggi è santa Lucia; Santa Lucia da Siracusa (Siracusa, 283 - Siracusa, 13 dicembre 304) fu una martire cristiana, morta durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa; è venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Lucia è un nome di origine latina che significa ‘luminosa, splendente’. Il nome veniva dato dagli antichi romani a quelle bambine che nascevano con le prime luci dell’alba o in giornate particolarmente luminose; è una santa molto venerata anche a Como: prima dell’edificazione della cattedrale della mia città, era presente sul luogo designato per la costruzione una chiesa tra le più importanti di Como antica, proprio dedicata a santa Lucia; per fare le debite proporzioni con la planimetria dell’attuale cattedrale, la chiesa romanica di santa Lucia si trovava dove ora sorge l’altare privilegiato dedicato alla Madonna, a destra dell’altare maggiore e della navata centrale, per chi guarda dal portale dingresso. A molti contemporanei non è dato di comprenderlo sul piano della ragione pratica, ma il martirio per i cristiani della Chiesa delle origini, la Chiesa apostolica primitiva, era una grazia e una chiamata a cui soltanto gli eletti erano destinati ad imitazione della Passione e della Croce di nostro Signore, per seguire Cristo con maggiore perfezione e in modo coerente al messaggio di salvezza contenuto nel santo Vangelo: per essere degni di Gesù occorre abbracciare la Croce come ha fatto Lui e morire per amore al suo Nome, confessandoLo con coraggio, con assoluta fedeltà alla sua Persona e rinnegamento di sé stessi, e dichiarando così pubblicamente il proprio credo; per entrare nel Regno di Dio è necessario essere pronti anche al sacrificio della vita per testimoniare Cristo e il suo Vangelo. La fede per i primi cristiani era una cosa molto seria, vi era in  gioco la salvezza eterna della propria anima e quindi è l’unica cosa che veramente deve avere valore e contare, per i discepoli e i fedeli di Gesù: qualcuno con grande acume ha detto che “il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”, dal sacrificio e dalla testimonianza di fede dei martiri è stata edificata la Chiesa di ogni epoca della storia, sul sangue dei martiri poggiano le fondamenta stesse della Chiesa universale. La testimonianza dei martiri è servita a convertire gli increduli e i lontani, la loro testimonianza di fede sincera è un potere misterioso che attinge direttamente alla Croce redentrice di Gesù, sorreggendo le sorti della missione e della predicazione, con essa la Chiesa destinata sul piano storico e umano a fallire nel suo mandato e a scomparire dal mondo, si è confermata sempre più forte e vittoriosa contro gli inferi: la promessa del Signore dopo la confessione di fede dell’Apostolo Pietro si è pienamente realizzata e cioè “le porte degli inferi non prevarranno sopra di essa”, per porte degli inferi si devono intendere tutte le potenze di morte che l’avversarono, l’avversano e l’avverseranno fino alla fine dei tempi, potenze umane e spirituali che hanno come signore il principe di questo mondo, il diavolo che combatte strenuamente contro l’edificazione del Regno di Dio, a perdizione delle anime. I martiri e le martiri innocenti hanno accettato la sofferenza e la morte perché hanno creduto fermamente in Gesù di Nazaret, Figlio di Dio, hanno confidato anche nella prova estrema del dolore nel Crocifisso risorto, perché lo hanno amato di un amore senza riserve e hanno così ottenuto la palma della vittoria, la partecipazione al Regno di Dio nel giorno glorioso della risurrezione e della vita nuova, la loro memoria è intramontabile, il loro ricordo vive nei secoli: per questi motivi la loro morte è il dies natalis, il giorno della nascita al Cielo. Alleluia.

Nessun commento:

Posta un commento