Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 20 dicembre 2012

Gli empi sono conosciuti dal male


Non fare il male, perché il male non ti prenda. Allontanati dall’iniquità ed essa si allontanerà da te. Figlio, non seminare nei solchi dell’ingiustizia per non raccoglierne sette volte tanto ” (Siracide 7,1-3). Il male si ritorce sempre prima o poi contro coloro che lo compiono o lo diffondono indirettamente, la stella sotto cui il male splende spettrale e funereo è la stella purpurea del tradimento; se una persona sceglie di convertirsi e abbandona il male commesso con ostinazione al proprio passato rinnegato consapevolmente, rompe un circolo vizioso che portava a pagare inevitabilmente le conseguenze delle proprie azioni prima nella propria anima, nel proprio cuore, poi nella vita di tutti i giorni, con una mente e il profondo inquinati dall’iniquità, cioè da ciò che è sporco e malsano, molliccio e maleodorante come fango putrido; la misura del male è l’immagine speculare di esso nell’interiorità umana, quanto più il male è orrido e mostruoso, più l’anima appare allo sguardo innocente di Dio come orrida e mostruosa, deforme e l’apparenza coincide con l’esistenzialità, la sostanza che si trasforma in sembianza cambiando coerentemente la propria natura interna, ma non l’identità della persona in esame, l’io rimane invariato. Un proverbio popolare dice così: “ Chi semina vento, raccoglie tempesta ”, e un altro simile dice ancora: “ Quello che uno ha seminato, raccoglierà ”; il male che si ritorce contro di noi incrementa con il tempo in modo esponenziale, nel senso che per noi il bilancio rimane sempre più in perdita, la crescita è nel senso del peggio nel peggio, il male per sua natura tende sempre al massimo danno possibile nel più vasto coinvolgimento potenziale, è una spirale serpentina che non si ferma mai. Quindi riguardo a tutto questo non bisogna dimenticare una importante verità dichiarata sopra, e cioè che il male torna sempre addosso a chi lo fa e lo fomenta, non si dimentica mai del suo vile padrone che gli ha dato origine, il male è una forza sì centrifuga, ma soprattutto centripeta, questa dinamica perversa molti non riescono a riconoscerla con chiarezza, perché il male ottenebra la luce della ragione e dell’intelletto, pensano di vedere ma in realtà sono cechi e guide di altri cechi: la peggiore maledizione per l’uomo è commettere il peccato e diventare suoi schiavi, diventare dei maledetti e non riuscire che a compiere naturalmente e spontaneamente l’empietà; il Signore è il solo che può vedere l’empietas con assoluta certezza di cognizione, con una visione perfetta nella sua essenza reale, e coloro che la sanno scorgere nella sua sconvolgente bruttezza sono i cuori puri che hanno da Dio questa grazia eccellentissima di discernimento. Essere dei benedetti significa rinnegare sempre con convinzione profonda ogni sorta di male; ogni giorno ci troviamo davanti a delle scelte che la nostra libertà deve compiere, queste scelte vertono sempre sulla distinzione tra il bene e il male, è una realtà su cui non si può transigere, a ciascuno di noi la decisione che si merita davanti alla propria coscienza e allo sguardo attento di Dio, e ciascuno di noi sia consapevole che ogni scelta porta con sé delle conseguenze: questa consapevolezza si chiama senso di responsabilità.

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