“ Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba
essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi
dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio
predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma
non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere
di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna ” (Mt 10,26-28). La
tendenza che caratterizza le persone empie quando commettono il male, è
mantenere nascosta l’evidenza delle loro vigliaccate, è mascherarsi da
benefattori e da persone dabbene alla luce del sole, invece quando sono nel buio
e ignorati da tutti operano l’iniquità; ma prima o poi la verità viene a galla
e il muro delle menzogne e dell’ipocrisia crolla miseramente, del male ci si può
soltanto vergognare mentre del bene ci si può vantare, ma chi fa il bene per
davvero non si vanta mai, si vantano e si gonfiano tronfi gli ipocriti che
hanno bisogno dell’approvazione degli altri, della loro adulazione, per dare
soddisfazione alla loro superbia, al loro orgoglio di vanagloriosi senza spina
dorsale, l’amor proprio dei reprobi: le persone così sono le più inclini a sparlare degli altri, a fare
della maldicenza e a calunniare spudoratamente, insomma a gettare fango addosso
a quelli che sotto sotto invidiano. La Parola di Dio non può essere timida e
remissiva, deve essere coraggiosa e virile, per questo motivo la sua dinamica efficace
è quella che si manifesta dal nascondimento alla divulgazione, dalla
meditazione personale e intimistica alla predicazione nei riguardi di tutti
coloro che la provvidenza mette sulla nostra strada e che incontriamo; la Parola
di Dio è oggetto di avversione e di persecuzione da parte del mondo, da parte
dei figli del diavolo, ma non bisogna avere paura di questa gente anche se come
il padre loro che è il maligno, sono degli assassini nelle azioni e con il
cuore: il bene più prezioso che possediamo è la nostra anima e questi malvagi
non la possono toccare, essa è immortale e custodita incolume dalla grazia del
Signore; il santo timor di Dio è la virtù che dobbiamo possedere, cioè la
consapevolezza che Dio è onnipotente e può decidere della nostra sorte eterna;
la Geenna è una valletta a sud ovest fuori dalle mura di Gerusalemme, dove si
gettavano i rifiuti per essere consumati da cumuli di zolfo in continua
combustione, immondizia d’ogni genere che per non diventare pestilenziale e
portatrice di morbi, doveva ardere per essere resa sterile e innocua; la valle
della Geenna prima di diventare la discarica di Gerusalemme, fu ancor più anticamente
luogo di culti idolatrici e di sacrifici umani, era considerata residenza di
spiriti maligni e quindi maledetta e interdetta agli abitanti della Città santa.
Nostro Signore usa la Geenna come simbolo adeguato a rappresentare l’inferno e
la condizione dell’eterna dannazione: una pattumiera puzzolente in cui si getta
il ciarpame per essere bruciato; Dio è Colui che può far perire e l’anima e il
corpo nella Geenna, soltanto Lui possiede questo potere supremo e nessuno può
sfuggire alla sua mano, Egli va temuto non nel significato del terrore e della paura,
ma di giustizia severa che non lascerà impuniti i cattivi, che quindi si
compirà infallibilmente a suo tempo; il timore è nel senso reverenziale e
filiale, e non nel senso di un disagio angoscioso che prelude inevitabilmente a
una punizione dolorosa, il timore si accompagna all’amore e alla fiducia, è
così che Dio vuole essere conosciuto, come infinitamente buono ed è così che Lui
realmente è, buono.
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