Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 3 dicembre 2012

La salvezza si trova nella Chiesa


Extra Ecclesiam nulla salus

Per la Chiesa cattolica e per ogni credente è verità di fede che “fuori dalla Chiesa non c’è salvezza”.

La finalità precisa della Chiesa e il perché della sua istituzione, è appunto l’eterna salvezza delle anime, la missione della Chiesa di Cristo consiste nel comunicare alle anime il frutto proprio della redenzione, la vita di grazia in Dio: questa vita di grazia si può perdere con il peccato mortale anche da chi è stato battezzato e vive in seno alla Chiesa, come membro della comunità dei credenti ed è vero anche che lo Spirito Santo ha agito nelle anime create prima della fondazione della Chiesa e agisce dopo di essa, in molti che non conoscono il Vangelo e Gesù Cristo, nostro Signore; molti prima dell’Avvento di Cristo hanno aderito a Dio e sono vissuti in grazia, praticando il bene e la virtù, essendo giusti, cioè in amicizia con Lui in quella che la dottrina definisce comunione dei Santi, questo è avvenuto anche dopo in popoli e culture lontane dalla conoscenza di Cristo, del Vangelo e della Chiesa. L’espressione “fuori dalla Chiesa non c’è salvezza” è da intendersi così come è scritta, poiché è verità di fede che nella Chiesa di Gesù vi sono i mezzi efficaci per ereditare la salvezza, questo per coloro che in essa vogliono perseverare e perseverare nella Chiesa significa perseverare nella grazia santificante, significa vivere in grazia: ciò è possibile anche per coloro che in buona fede appartengono ad altre religioni o filosofie e che non hanno ricevuto il santo battesimo, perché come dice la Sacra Scrittura il Signore non fa preferenze di persona, ma tutti quelli che praticano la giustizia gli sono graditi e accetti. L’azione dello Spirito Santo non conosce frontiere, né di tempo, né di spazio, tutti possono essere toccati dal suo richiamo e ognuno è libero di aderirvi o di rifiutare: la Chiesa di Dio consiste nella comunione dei Santi, essere nella Chiesa significa essere in comunione con Dio, a questa Chiesa appartengono anime di ogni epoca, popolo, cultura, religione, convinzioni filosofiche, etc.; la Chiesa di Dio non conosce confini e la sua estensione va ben oltre le apparenze, la Chiesa è il Regno dei cuori che vivono nella grazia e sono amici intimi del Signore, la Chiesa ufficiale e storica, la Chiesa cattolica nella sua dimensione canonica è soltanto la parte esteriore e più evidente della Chiesa universale, che annovera in sé tutto il Regno di Dio senza confini di sorta: le vie del Signore sono infinite. 
Concilio di Firenze. La bolla Cantate domino di Eugenio IV e il Concilio ecumenico di Firenze del 1442 affermano: “La Santa Chiesa Romana… fermamente crede, professa e predica che ‘nessuno di quelli che sono fuori della chiesa cattolica, non solo i pagani’, ma anche i giudei o gli eretici e gli scismatici, potranno raggiungere la vita eterna, ma andranno nel ‘fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli’ (Mt. 25, 41), se prima della morte non saranno stati ad essa riuniti”.
Tale posizione non lascia molti dubbi sia perché usa una formula impegnativa (“fermamente crede”), espressa da chi, come il papa e i concili ecumenici, ha l’infallibilità in materia di fede, sia perché elenca quasi con pignoleria chi sarà dannato (salvo non rientri nella Chiesa). Fra questi i giudei, gli eretici e gli scismatici, oltre ovviamente ai non cristiani di qualsiasi tipo (pagani).
Catechismo romano. In modo riassuntivo e imperativo conferma tale verità il Catechismo romano approvato dal Concilio di Trento a fine del § 114: “La Chiesa si dice…‘universale’ perché tutti coloro che vogliono conseguire la salvezza eterna devono aderire a essa; proprio come tutti quelli che ai tempi di Noè, per non perire nel diluvio, dovettero entrare nell’arca”.
E tale sarà la posizione ribadita dalla Chiesa nei secoli successivi.
Vaticano II, Catechismo del 1992, Compendio del 2005. Che fuori della Chiesa non c’è salvezza lo ripete anche il Concilio Vaticano II nella costituzione dogmatica Lumen Gentium del 1965, ma dando di tale affermazione una lettura diversa: Il santo Concilio “insegna, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza… Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare”. Nel Catechismo del 1992 si attenua ancora di più mettendo un “non potrebbero” al posto di “non possono”, che torna invece nel Compendio del 2005.
Anche qui c’è un organo autorevole e dotato di infallibilità, tanto più trattandosi di una “costituzione dogmatica”, che usa una formula impegnativa (il concilio “insegna”). Ma cambiano le cose insegnate poiché esclusi dalla salvezza non sono tutti quelli fuori della Chiesa ma soltanto quanti, pur sapendo che la Chiesa è stata fondata da Dio come necessaria alla salvezza, non vi entrano o restano.
Ma a questo punto la frase sembra valere solo per chi, pur sapendo che la Chiesa è stata fondata da Dio e da Cristo, la rifiuta. Non può valere per giudei, scismatici, infedeli né si capisce perché dovrebbe valere per gli atei che non sanno, ossia non pensano, che la Chiesa sia stata fondata da Dio…
Ciò è confermato da un altro passo della Lumen gentium che dice: “quanto a quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, anch’essi in vari modi sono ordinati al popolo di Dio. In primo luogo quel popolo al quale furono dati i testamenti… Ma il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani… Dio non è neppure lontano dagli altri che cercano il Dio ignoto nelle ombre e sotto le immagini… Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e… si sforzano di compiere con le opere la volontà di Lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna”. Ma a questo punto quel “fuori dalla Chiesa non c’è salvezza” viene ad essere inteso in senso così riduttivo o malcerto, da diventare insignificante.
Come bisogna sintetizzare? La versione del Vaticano II, preoccupato di assicurare che tutti possono salvarsi – un po’ come la moderna dottrina secondo cui anche senza battesimo si può salvarsi – vanifica e rovescia quanto si è ritenuto per secoli verità di fede. E’ il Vaticano II a sbagliare? O sono stati i papi e i concili precedenti, per secoli? Nessuno sbaglia sull’argomento, ma ognuno dichiara implicitamente una parte di verità, integralmente contenuta nella Sacra Scrittura e nella Tradizione. Sembra di dover concludere che la Chiesa, proclamandosi “infallibile” e “colonna e sostegno della verità” (Catechismo del 1992, § 2032) lo è davvero, e afferma un’investitura divina che realmente ha, confermando nella fede tutti i credenti in Cristo e annunciando la granitica e incontestabile Verità che in essa si trova la salvezza.

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