Ho imparato una cosa molto
importante, e cioè che con gli atei, con i non credenti, non ci può essere
dialogo, loro avversano strenuamente l’idea di Dio, forse addirittura nel loro
cuore lo odiano ed è uno strano paradosso considerato che per loro non esiste,
infatti come si fa ad odiare una fantasia, come si fa a bestemmiarla? Bisogna
essere un pò imbecilli per comportarsi in questo modo assurdo, sarebbe meglio
l’indifferenza più assoluta, il cosiddetto agnosticismo, sarebbe più producente
dell’idiosincrasia: a quello che non conosco e che non si può dimostrare con
prove sicure, non voglio credere e non credo; meglio rappresentarsi idealmente
Dio con il concetto di vuoto assoluto, di nulla ed evitare di parlarne e di
conversare con coloro che affermano erroneamente la sua realtà, meglio
evitare le discussioni con i credenti, che apologicamente vorrebbero portare
alla ragione di chi lo nega le prove della sua esistenza. Sono del parere che
il credente non ha il dovere di convertire il non credente, deve semplicemente
testimoniare con coerenza di vita la sua fede, lasciando rispettosamente a chi
la professa la propria miscredenza. Chi crede prega e chi non crede non prega,
ciascuno è libero di comportarsi come gli pare davanti alla coscienza
soggettiva e alla società in cui vive, e ogni persona di buona volontà deve
fare di tutto affinché le cose rimangano così, la libertà religiosa consiste
nella libertà di pensiero e di opinione. Ognuno per le proprie idee ha le sue
buone ragioni, l’importante è non fare mai del male al prossimo, l’importante è
cercare la pace e la tolleranza; molti pensatori ci hanno insegnato che l’uomo
è un animale sociale e quindi per vivere felice ha bisogno di pace e
tolleranza, di concordia e solidarietà. Gli atei accusano le religioni di
essere fomentatrici di guerre, di ingiustizie e di disuguaglianza, ma la
religione non è la vera causa della violenza, la vera causa del male compiuto
dall’uomo sull’uomo è la natura umana, l’uomo è una creatura autodistruttiva, è
una creatura artefice di gran parte dei suoi mali. Come potrebbe essere una
civiltà atea ideale, dove si adora la dea ragione come ai tempi
dell’illuminismo? Siamo sicuri che sarebbe migliore di una civiltà teocratica?
La storia delle ideologie ce lo insegna con la massima eloquenza, prendiamo ad
esempio il nazismo e il comunismo, le ideologie fanatiche del ventesimo secolo che annunciavano
trionfalmente la morte della superstizione teista, che volevano espropriare Dio
dal mondo per costruire un paradiso sulla Terra; cos’hanno realizzato? L’uomo è
malato, con o senza Dio e la sua tendenza alla distruttività è insanabile.
Nella società attuale è diffuso il laicismo e l’anticlericalismo, gente che
detesta la Chiesa e il cristianesimo, soprattutto la religione cattolica perché
è convinta che sia falsa e con una morale bigotta, che abbia una mentalità
anacronistica lontana dal nostro tempo, e quindi ad ogni clericalata non si
risparmiano nelle critiche e nelle accuse, con un giudizio spietatamente
arbitrario e superficiale. Purtroppo con gli atei non ci può essere dialogo,
sono come don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento credendoli
giganti, Dio non esiste e loro lo combattono come se fosse un nemico reale e
pericoloso: quando riuscirete a togliere Dio dal mondo, comprenderete di non aver fatto niente di buono, il solito inferno senza speranza che
imperversa dappertutto, perché i valori dell’ateismo sono i valori della morte,
valori che con la vita e con le più profonde aspettative dell’anima umana, gli
autentici e reconditi desideri del cuore, non sono compatibili. L’uomo è fatto
per Dio e non avrà pace finché non riposerà in Lui, così si esprimeva
sant’Agostino... e i soliti benefattori del genere umano diranno che questa è la solita frase teista, e a me il buon senso dice di avere pazienza con questi nichilisti.
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