Sotto due
segni la vita di ciascuno si differenzia: il primo segno è quello della vita,
mentre il secondo è quello della morte; nel Vangelo si dice che il diavolo ha i
suoi figli e cioè coloro che compiono le sue opere, il diavolo è definito dal
Signore come padre della menzogna e omicida fin dal principio: questo così
riassunto è il segno della morte, è il segno maledetto; al Signore viene anche
domandato qual è il più grande tra i Comandamenti ed Egli risponde
semplicemente che il più grande dei Comandamenti consiste nell’amare Dio al di
sopra di sé e il prossimo come sé stessi, quindi il segno della vita consiste
nell’atto di amare, è il segno benedetto; sembra di scorgere in questa breve
analisi il tanto inflazionato dualismo manicheo che distingue il simbolo della
luce dal simbolo delle tenebre, ed è proprio in questa distinzione che si
contrappongono due schieramenti nel mondo e nella storia, i figli della luce e
i figli delle tenebre, le sfumature d’ombra sono soltanto un modo per
nascondere una certa complicità con il male, l’accondiscendenza a certe forme
di male o persino la più sfacciata ipocrisia. La consapevolezza di una tra le
due appartenenze non è sempre scontata, è difficile dire a qualcuno: “Tu sei malvagio”, oppure: “Tu sei buono”, nessuno può lecitamente
giudicare una persona perché nessuno possiede la capacità di vedere nel cuore
dell’altro, Dio soltanto vede e non giudica al momento, lascia invece aperta la
possibilità del pentimento e della conversione, perché Dio è veramente buono e
nessuno può dirsi come Lui o avere la pretesa di sostituirsi a Lui, come in un
atto di superbia e usurpazione. Ci sono attitudini innate che nessuno di noi
può estirpare, attitudini che sono proprie del segno maledetto e l’unica forza
del segno benedetto in noi è la sensibilità della coscienza accompagnata dalla
buona volontà, questo ci distingue gli uni dagli altri nella dirittura di vita:
riconoscere e cercare il bene ogni giorno e in ogni situazione, cos’è il bene? Il
bene è invisibile come la maggior parte delle realtà di questo mondo, ma non
per questo non esiste o cade sotto la categoria dell’immaginazione, il bene
esiste e possiamo sperimentarlo tutti: pensiamo alla parabola del buon
samaritano, essere il prossimo di qualcuno significa sentirne compassione,
avere a cuore la sua vita e il suo destino, questo è bene per noi e per gli
altri, questo è portare nella propria anima il segno benedetto, è il segno di
Cristo. Non dobbiamo volere il male, ma che cos’è il male? Il male è invisibile
e non ha un’apparenza, è nero e vuoto, è freddo e inerte, è quasi impersonale perché
privo di bellezza come Lucifero nell’inferno dantesco, imprigionato nell’ultimo
cerchio. Chi sono i peccatori? Sono coloro che amano il male e non vogliono
andare alla luce perché essa rivela le loro opere, che sono di morte, questo è
portare nella propria anima il segno maledetto, è il segno di colui che è
nemico di Dio e della nostra salvezza. Il primo passo per sfuggire alla
perdizione è riconoscersi bisognosi di salvezza, chi si sente sicuro è già
perduto. La salvezza passa dalla conversione e da una conversione morale, e da
un atto di fede fondamentale il quale consiste nell’attestare che Dio salva e
non altri, non l’uomo in virtù di un potere che non possiede né potrà mai
avere. La salvezza passa dalla preghiera, dal riconoscersi responsabili del
male e dal domandarne perdono, questa sincera umiltà ha in sé la forza di
suscitare la contrizione, ma ricordiamoci che tutto quel che è bene e benedetto
viene da Dio, anche nelle situazioni più buie e irrisolvibili. Innanzitutto
occorre pregare, la preghiera ci è necessaria come l’aria e come l’acqua, con
la preghiera Dio entra nella nostra vita, con la preghiera facciamo spazio al
Signore nel nostro cuore, con la perseveranza o meglio con l’esercizio della
buona battaglia Dio ci salva, perché ci rende suoi e ci imprime nell’anima il
segno dell’autentica benedizione, la sua Croce salvifica… siamo stati
acquistati a caro prezzo, per passare dalla morte alla risurrezione, dalla
schiavitù del diavolo alla libertà dei figli di Dio. Questi due segni sono
ovunque, ciascuno di noi con l’esercizio della libertà decide a quale dei due aderire
per la vita presente e per l’eternità, il Signore attende la nostra risposta.
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