Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

mercoledì 15 marzo 2017

Sotto quale segno?

Sotto due segni la vita di ciascuno si differenzia: il primo segno è quello della vita, mentre il secondo è quello della morte; nel Vangelo si dice che il diavolo ha i suoi figli e cioè coloro che compiono le sue opere, il diavolo è definito dal Signore come padre della menzogna e omicida fin dal principio: questo così riassunto è il segno della morte, è il segno maledetto; al Signore viene anche domandato qual è il più grande tra i Comandamenti ed Egli risponde semplicemente che il più grande dei Comandamenti consiste nell’amare Dio al di sopra di sé e il prossimo come sé stessi, quindi il segno della vita consiste nell’atto di amare, è il segno benedetto; sembra di scorgere in questa breve analisi il tanto inflazionato dualismo manicheo che distingue il simbolo della luce dal simbolo delle tenebre, ed è proprio in questa distinzione che si contrappongono due schieramenti nel mondo e nella storia, i figli della luce e i figli delle tenebre, le sfumature d’ombra sono soltanto un modo per nascondere una certa complicità con il male, l’accondiscendenza a certe forme di male o persino la più sfacciata ipocrisia. La consapevolezza di una tra le due appartenenze non è sempre scontata, è difficile dire a qualcuno: “Tu sei malvagio”, oppure: “Tu sei buono”, nessuno può lecitamente giudicare una persona perché nessuno possiede la capacità di vedere nel cuore dell’altro, Dio soltanto vede e non giudica al momento, lascia invece aperta la possibilità del pentimento e della conversione, perché Dio è veramente buono e nessuno può dirsi come Lui o avere la pretesa di sostituirsi a Lui, come in un atto di superbia e usurpazione. Ci sono attitudini innate che nessuno di noi può estirpare, attitudini che sono proprie del segno maledetto e l’unica forza del segno benedetto in noi è la sensibilità della coscienza accompagnata dalla buona volontà, questo ci distingue gli uni dagli altri nella dirittura di vita: riconoscere e cercare il bene ogni giorno e in ogni situazione, cos’è il bene? Il bene è invisibile come la maggior parte delle realtà di questo mondo, ma non per questo non esiste o cade sotto la categoria dell’immaginazione, il bene esiste e possiamo sperimentarlo tutti: pensiamo alla parabola del buon samaritano, essere il prossimo di qualcuno significa sentirne compassione, avere a cuore la sua vita e il suo destino, questo è bene per noi e per gli altri, questo è portare nella propria anima il segno benedetto, è il segno di Cristo. Non dobbiamo volere il male, ma che cos’è il male? Il male è invisibile e non ha un’apparenza, è nero e vuoto, è freddo e inerte, è quasi impersonale perché privo di bellezza come Lucifero nell’inferno dantesco, imprigionato nell’ultimo cerchio. Chi sono i peccatori? Sono coloro che amano il male e non vogliono andare alla luce perché essa rivela le loro opere, che sono di morte, questo è portare nella propria anima il segno maledetto, è il segno di colui che è nemico di Dio e della nostra salvezza. Il primo passo per sfuggire alla perdizione è riconoscersi bisognosi di salvezza, chi si sente sicuro è già perduto. La salvezza passa dalla conversione e da una conversione morale, e da un atto di fede fondamentale il quale consiste nell’attestare che Dio salva e non altri, non l’uomo in virtù di un potere che non possiede né potrà mai avere. La salvezza passa dalla preghiera, dal riconoscersi responsabili del male e dal domandarne perdono, questa sincera umiltà ha in sé la forza di suscitare la contrizione, ma ricordiamoci che tutto quel che è bene e benedetto viene da Dio, anche nelle situazioni più buie e irrisolvibili. Innanzitutto occorre pregare, la preghiera ci è necessaria come l’aria e come l’acqua, con la preghiera Dio entra nella nostra vita, con la preghiera facciamo spazio al Signore nel nostro cuore, con la perseveranza o meglio con l’esercizio della buona battaglia Dio ci salva, perché ci rende suoi e ci imprime nell’anima il segno dell’autentica benedizione, la sua Croce salvifica… siamo stati acquistati a caro prezzo, per passare dalla morte alla risurrezione, dalla schiavitù del diavolo alla libertà dei figli di Dio. Questi due segni sono ovunque, ciascuno di noi con l’esercizio della libertà decide a quale dei due aderire per la vita presente e per l’eternità, il Signore attende la nostra risposta.

Nessun commento:

Posta un commento