Tanta mancanza che affievolisce
il desiderio di trovare negli altri la compassione e l’attenzione; durata
incomprensibile di ore che non terminano, come se il tempo si fosse fermato per
attendere il passaggio di chi lo possa considerare ancora come qualcosa di suo,
di proprio. Esproprio di momenti che cercavano l’assoluto ma che invece hanno
trovato il nulla, un nulla morbido come la seta avvolgente di solitudine:
solipsismo espropriante che tutto togli a chi nel destino ti trovò con gli
occhi aperti; guardavi ma senza la grande compassione del samaritano chinatosi
sulla sofferenza per lenire, per confortare o più semplicemente per esserci,
per essere vicino al dolore. Non c’è creatura esente dal dolore di sentire il
dolore, ma rare sono le creature che sentono il dolore dei prossimi viventi, di
coloro nel cui petto batte un cuore fatto di carne come il cuore proprio…
mandare avanti a sé buone azioni, costruendosi un tesoro in Cielo, un tesoro
incorruttibile che durerà per la vita eterna, vita in cui un cuore di carne non
batterà più: il dolore vuole essere la buona azione, un’azione come il dolore è
accettata, ma non preghiera, poiché a cosa serve se uno manca di profonda e
vera compassione. Digiuno e preghiera senza compassione sono azioni vuote e
sterili, non servono a niente; la compassione verso il tuo simile, salverà dall’inferno
te e il tuo simile, ma è da te che deve venire la volontà. Cerca dentro di te e
troverai… troverai te e la tua compassione. Dio è la Compassione, se lo trovi e
se la trovi, avrai trovato tutto, ogni bene; grande è il merito per la
compassione, per colui che si china sui sofferenti: la salvezza viene dalla
compassione.
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