Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

venerdì 9 settembre 2016

Eden e la caduta non sono un mito

L’antropologia studia l’uomo come fenomeno dell’evoluzione naturale, della selezione tra le migliori caratteristiche fisiologiche e psichiche nel tempo, come passaggio ad un umano capace di progredire verso il meglio, verso un paradigma di perfezione, è un vecchio retaggio ideologico che appartiene alla concezione eugenetica; in realtà l’umanità discende da una antica condizione di perfezione materiale, spirituale e metafisica che nella teologia cristiana viene definita con le espressioni “vita di grazia” o “comunione con Dio”. Noi non andiamo verso la perfezione della nostra stirpe, ma procediamo per generazioni da un decadimento della nostra condizione originaria verso la morte eterna, che non è soltanto quella corporea ma soprattutto quella dell’anima: malattia, vecchiaia e morte accomunano ogni creatura umana, nessuno può fuggire alla legge implacabile della mortalità. Il peccato originale sembra per molti una favoletta, mentre chi ci insegna fin dalla scuola primaria che l’uomo è un animale più sviluppato il cui parente prossimo è la scimmia, può vantarsi di possedere le chiavi della scienza. La scienza non sa dare una risposta soddisfacente all’interrogativo sull’origine della specie umana, offre teorie che possono essere approfondite, corrette o addirittura smentite: una saggia proposizione è che le scienze interessate all’uomo e al suo mistero sono discipline sempre in ricerca e non vivono di verità assolute e incontestabili, ma contribuiscono grazie all’intelligenza umana ad avvicinarsi ad esse. Qualcosa che ha danneggiato l’anima dell’uomo ha indirettamente danneggiato anche la sua natura ‘animale’ e ‘transitoria’, qualcosa che per tutte le generazioni si è propagato ad ogni persona umana e ovunque, qualcosa di misterioso ma estremamente evidente e innegabile come l’iniquità, il peccato, il male… un germe di impura corruzione che ognuno porta in sé. Il male procede dal mondo spirituale e si propaga nel mondo materiale, di cui facciamo parte anche noi: la natura umana è decaduta, è inferma. Guarire l’anima è guarire l’uomo nella sua integralità, salvarlo dalla sua perdizione: come è possibile questo? convertendosi al Signore e alla sua Legge, combattendo una battaglia etica per l’affermazione del bene nel proprio cuore, rinunciando al peccato di cui il diavolo è l’istigatore, liberandosi dalle catene della schiavitù con le lacrime del pentimento e il dolore sincero per aver fatto del male, il proposito di amare che significa cambiamento nella perseveranza, perché l’amore non fa del male al prossimo e riassume in pienezza la volontà del Signore per il nostro bene, temporale ed eterno, è il suo prioritario Comandamento. Tutto quello che compendia l’amore equivale alla Verità rivelata, che molti e per molti secoli hanno cercato con grande impegno, allo scopo di dare delle risposte ai fondamentali interrogativi sull’esistenza terrena e sul suo destino.

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