L’antropologia
studia l’uomo come fenomeno dell’evoluzione naturale, della selezione tra le
migliori caratteristiche fisiologiche e psichiche nel tempo, come passaggio ad
un umano capace di progredire verso il meglio, verso un paradigma di perfezione,
è un vecchio retaggio ideologico che appartiene alla concezione eugenetica; in
realtà l’umanità discende da una antica condizione di perfezione materiale,
spirituale e metafisica che nella teologia cristiana viene definita con le
espressioni “vita di grazia” o “comunione con Dio”. Noi non andiamo verso la
perfezione della nostra stirpe, ma procediamo per generazioni da un decadimento
della nostra condizione originaria verso la morte eterna, che non è soltanto
quella corporea ma soprattutto quella dell’anima: malattia, vecchiaia e morte
accomunano ogni creatura umana, nessuno può fuggire alla legge implacabile
della mortalità. Il peccato originale sembra per molti una favoletta, mentre
chi ci insegna fin dalla scuola primaria che l’uomo è un animale più sviluppato
il cui parente prossimo è la scimmia, può vantarsi di possedere le chiavi
della scienza. La scienza non sa dare una risposta soddisfacente
all’interrogativo sull’origine della specie umana, offre teorie che possono
essere approfondite, corrette o addirittura smentite: una saggia proposizione è
che le scienze interessate all’uomo e al suo mistero sono discipline sempre in
ricerca e non vivono di verità assolute e incontestabili, ma contribuiscono
grazie all’intelligenza umana ad avvicinarsi ad esse. Qualcosa che ha
danneggiato l’anima dell’uomo ha indirettamente danneggiato anche la sua natura
‘animale’ e ‘transitoria’, qualcosa che per tutte le generazioni si è propagato
ad ogni persona umana e ovunque, qualcosa di misterioso ma estremamente
evidente e innegabile come l’iniquità, il peccato, il male… un germe di impura
corruzione che ognuno porta in sé. Il male procede dal mondo spirituale e si
propaga nel mondo materiale, di cui facciamo parte anche noi: la natura umana è
decaduta, è inferma. Guarire l’anima è guarire l’uomo nella sua integralità,
salvarlo dalla sua perdizione: come è possibile questo? convertendosi al Signore
e alla sua Legge, combattendo una battaglia etica per l’affermazione del bene
nel proprio cuore, rinunciando al peccato di cui il diavolo è l’istigatore,
liberandosi dalle catene della schiavitù con le lacrime del pentimento e il
dolore sincero per aver fatto del male, il proposito di amare che significa
cambiamento nella perseveranza, perché l’amore non fa del male al prossimo e
riassume in pienezza la volontà del Signore per il nostro bene, temporale ed
eterno, è il suo prioritario Comandamento. Tutto quello che compendia l’amore
equivale alla Verità rivelata, che molti e per molti secoli hanno cercato con
grande impegno, allo scopo di dare delle risposte ai fondamentali interrogativi
sull’esistenza terrena e sul suo destino.
Nessun commento:
Posta un commento