Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 19 febbraio 2017

La discriminazione è uno sbaglio

La disabilità rende una persona diversa se paragonata al modello di efficienza e di bellezza che la società impone per omologare tutti a dei canoni precostituiti, per fare della collettività un allevamento di individui che corrispondano a ideali conformi alle aspettative di chi detta legge, quelle leggi sociali che ci presentano la vita come una competizione dove vincono i forti e i deboli soccombono; la disabilità è invece una straordinaria risorsa per la società, la disabilità è una forza capace di motivare una persona a dare il meglio di sé, la disabilità mette in evidenza talenti che molto spesso sono nascosti o che gli altri, i normali benpensanti, negano e non vogliono vedere per paura o pregiudizio; ci sono tante forme di disabilità e nessuna di esse è veramente un ostacolo alle abilità innate, o sviluppatesi nel tempo, di una persona che ama la vita e vede nel prossimo un grande valore, questa capacità di visione nel riconoscere il valore degli altri e gli aspetti positivi, le qualità diversificate che l’invidia di alcuni o la loro ipocrisia, talvolta la loro stupidità, tendono a non riconoscere e a non coltivare come un bene per tutti, come una opportunità. Una persona diversamente abile solitamente manifesta una maturità e una sapienza che per coloro che sono senza problemi sono virtù sconosciute, vivere stando nelle comodità e senza particolari difficoltà, quindi estranei alla sofferenza anche minima, porta un soggetto a costruirsi delle illusioni e ad arroccarsi in una falsa sicurezza; la persona problematica deve mettersi sempre in discussione e ha l’imprescindibile dovere di combattere contro sé stessa e contro un mondo che tante volte si rivela ostile, ogni giorno è una sfida da superare per migliorarsi, e per migliorare le proprie relazioni con coloro che abbiamo vicino e che incontriamo nell’avventura dell’esistenza, ogni giorno è un nuovo inizio che ci convince di quanto sia bella e preziosa la vita, un dono gratuito di Dio e la prova del suo amore per ciascuno di noi. Chi ama non vede le differenze ed è il caso dei bambini che accettano chiunque senza mai formulare nei loro cuori il disprezzo, l’egoismo e l’esclusione: quando una persona non si accorge della disabilità ma vede la persona in quanto tale e conoscendola sottolinea il suo lato positivo, le sue caratteristiche interessanti, pensa alla maniera di un bambino, dimostra di possedere la mentalità del vero cristiano. Tanti adulti che abitano il mondo, hanno conservato nel tempo quasi miracolosamente la purezza del loro cuore, e si approcciano indistintamente agli altri secondo uno schema che rivela un autentico spessore umano, non fanno differenza tra persona e persona, non risentono neanche di quel atteggiamento meschino che consiste nel rispetto umano, riverire alcuni che sarebbero degni di stima e considerazione per poi disprezzare o ignorare altri ritenuti a torto senza importanza. Ci sono tre opposte categorie di disabilità che consistono in un handicap fisico, psichico o intellettivo, ma nessuna di queste tre acerrime nemiche toglie a una persona la sua dignità ( sacralità e inviolabilità della vita umana ), a conculcare la dignità di qualcuno sono sempre delle persone cattive in cui è assente la capacità d’amare e di compatire, di patire assieme il che significa condividere e solidarizzare per amicizia con coloro che nella vita, senza alcuna colpa, devono faticare di più e hanno maggiore necessità di essere aiutate a conquistare una propria autonomia: ciascuno di noi ha bisogno degli altri, nessuno deve essere lasciato solo. Diversamente abili o diversamente normali…? perché coloro che non hanno paura del diverso sono pervenuti ad una profonda conoscenza di sé, e temono soltanto che chi non sia come loro possa considerarli diversi o addirittura inadeguati, ma quel che pensano gli altri vale in una certa misura, vale in proporzione al rispetto e alla verità, vale se noi riteniamo che chi ci conosce sia un amico e quindi lo carichiamo di significato e di importanza: vogliamo essere corrisposti da quelle persone che portiamo nel nostro cuore, per cui proviamo un sincero sentimento affettivo, l’amicizia è quel nobile sentimento. Se siamo civili e abbiamo una buona coscienza non dobbiamo dire: “Vedo i tuoi difetti, vedo il tuo handicap e ti detesto”, piuttosto dobbiamo dire: “Vedo come sei e ti accetto con i tuoi pregi e con i tuoi difetti, proprio come accetto me stesso”; l’amore maturo dice: “Ho bisogno di te, perché ti amo”, è questa la sana modalità di rapportarsi senza nuocere e senza discriminazioni nei confronti di chiunque incontriamo, perché siamo tutti dei diversi, nessuno è uguale a un altro; se ami non giudichi ma ti impegni a fare esclusivamente il bene che è nelle tue possibilità. Al di là di ogni reale o apparente disabilità è nascosto un potenziale positivo, sono i talenti che il Signore in diverso modo e in diversa misura ha distribuito a ciascuno di noi per l’edificazione comune.

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