La
disabilità rende una persona diversa se paragonata al modello di efficienza e
di bellezza che la società impone per omologare tutti a dei canoni
precostituiti, per fare della collettività un allevamento di individui che corrispondano a ideali conformi alle
aspettative di chi detta legge, quelle leggi sociali che ci presentano la vita
come una competizione dove vincono i forti e i deboli soccombono; la disabilità
è invece una straordinaria risorsa per la società, la disabilità è una forza
capace di motivare una persona a dare il meglio di sé, la disabilità mette in
evidenza talenti che molto spesso sono nascosti o che gli altri, i normali benpensanti, negano e non
vogliono vedere per paura o pregiudizio; ci sono tante forme di disabilità e
nessuna di esse è veramente un ostacolo alle abilità innate, o sviluppatesi nel
tempo, di una persona che ama la vita e vede nel prossimo un grande valore,
questa capacità di visione nel riconoscere il valore degli altri e gli aspetti positivi,
le qualità diversificate che l’invidia di alcuni o la loro ipocrisia, talvolta
la loro stupidità, tendono a non riconoscere e a non coltivare come un bene per
tutti, come una opportunità. Una persona diversamente abile solitamente
manifesta una maturità e una sapienza che per coloro che sono senza problemi
sono virtù sconosciute, vivere stando nelle comodità e senza particolari difficoltà,
quindi estranei alla sofferenza anche minima, porta un soggetto a costruirsi
delle illusioni e ad arroccarsi in una falsa sicurezza; la persona problematica
deve mettersi sempre in discussione e ha l’imprescindibile dovere di combattere
contro sé stessa e contro un mondo che tante volte si rivela ostile, ogni
giorno è una sfida da superare per migliorarsi, e per migliorare le proprie
relazioni con coloro che abbiamo vicino e che incontriamo nell’avventura dell’esistenza,
ogni giorno è un nuovo inizio che ci convince di quanto sia bella e preziosa la
vita, un dono gratuito di Dio e la prova del suo amore per ciascuno di noi. Chi
ama non vede le differenze ed è il caso dei bambini che accettano chiunque
senza mai formulare nei loro cuori il disprezzo, l’egoismo e l’esclusione:
quando una persona non si accorge della disabilità ma vede la persona in quanto
tale e conoscendola sottolinea il suo lato positivo, le sue caratteristiche
interessanti, pensa alla maniera di un bambino, dimostra di possedere la
mentalità del vero cristiano. Tanti adulti che abitano il mondo, hanno
conservato nel tempo quasi miracolosamente la purezza del loro cuore, e si
approcciano indistintamente agli altri secondo uno schema che rivela un
autentico spessore umano, non fanno differenza tra persona e persona, non
risentono neanche di quel atteggiamento meschino che consiste nel rispetto
umano, riverire alcuni che sarebbero degni di stima e considerazione per poi
disprezzare o ignorare altri ritenuti a torto senza importanza. Ci sono tre opposte categorie di disabilità che consistono in un handicap fisico, psichico o
intellettivo, ma nessuna di queste tre acerrime nemiche toglie a una persona la
sua dignità ( sacralità e inviolabilità
della vita umana ), a conculcare la dignità di qualcuno sono sempre delle
persone cattive in cui è assente la capacità d’amare e di compatire, di patire assieme il che significa
condividere e solidarizzare per amicizia con coloro che nella vita, senza
alcuna colpa, devono faticare di più e hanno maggiore necessità di essere
aiutate a conquistare una propria autonomia: ciascuno di noi ha bisogno degli
altri, nessuno deve essere lasciato solo. Diversamente abili o diversamente
normali…? perché coloro che non hanno paura del diverso sono pervenuti ad una
profonda conoscenza di sé, e temono soltanto che chi non sia come loro possa considerarli
diversi o addirittura inadeguati, ma quel che pensano gli altri vale in una
certa misura, vale in proporzione al rispetto e alla verità, vale se noi
riteniamo che chi ci conosce sia un amico e quindi lo carichiamo di significato e di importanza: vogliamo essere
corrisposti da quelle persone che portiamo nel nostro cuore, per cui proviamo
un sincero sentimento affettivo, l’amicizia è quel nobile sentimento. Se siamo
civili e abbiamo una buona coscienza non dobbiamo dire: “Vedo i tuoi difetti, vedo il tuo handicap e ti detesto”, piuttosto
dobbiamo dire: “Vedo come sei e ti
accetto con i tuoi pregi e con i tuoi difetti, proprio come accetto me stesso”;
l’amore maturo dice: “Ho bisogno di te,
perché ti amo”, è questa la sana modalità di rapportarsi senza nuocere e
senza discriminazioni nei confronti di chiunque incontriamo, perché siamo tutti
dei diversi, nessuno è uguale a un altro; se ami non giudichi ma ti impegni a
fare esclusivamente il bene che è nelle tue possibilità. Al di là di ogni reale
o apparente disabilità è nascosto un potenziale positivo, sono i talenti che il
Signore in diverso modo e in diversa misura ha distribuito a ciascuno di noi
per l’edificazione comune.
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