E’
difficile perdonare chi ti fa del male, ma è ancora più difficile farsi
perdonare dalle persone che si ritengono offese o ferite dalle nostre parole o
dal nostro cattivo comportamento; perdonare è un atto eroico di cui sono capaci
in pochi, desiderare la salvezza di chi si è dimostrato nostro spietato nemico
è semplicemente cristiano. Dio non vede il peccatore come un tutt’uno con il
peccato, vede un’anima che ha creato per la felicità e che deliberatamente si è
allontanata da Lui radicandosi nell’impenitenza, nella durezza del cuore, nella
chiusura. Quando riusciamo a perdonare e a guardare la persona che ci ha fatto
del male, a guardarla negli occhi e a intravedere la sua umanità, la sua
fragilità, i suoi difetti e persino la colpa, quando riusciamo ad amarla perché
sentiamo nel nostro cuore che è come noi, un fratello o una sorella, quando
diventiamo capaci di provare compassione e di lavare il fango dell’odio con le
nostre lacrime, proprio allora siamo veramente umani e rassomigliamo a Gesù che
ha invitato tutti coloro che portano il nome di cristiani ad essere suoi
imitatori, liberi dai cattivi condizionamenti, liberi di amare. Nel ricevere il
Battesimo da piccoli qualcuno ha detto al nostro posto: “Rinuncio a satana e alle sue seduzioni”, perdonando rinnoviamo
questa promessa e ci facciamo abbracciare da Dio, se serbiamo rancore e
decidiamo di vendicarci Dio non abita più nel nostro cuore, vi abita il
diavolo. Il Battesimo è anche un esorcismo, ma per rimanere uniti a Dio occorre
rinnovarlo quotidianamente nella vita con le nostre scelte, fatte con la nostra
buona volontà; appena ci si presenta l’occasione dobbiamo farci forza e dire di
no, questo no al male deve essere sempre accompagnato dalla preghiera, la quale
nasconde in sé il nostro sì a Dio. Radicarsi risolutamente nel non voler
perdonare qualcuno è un atteggiamento interiore che apre la porta al diabolico,
gli spiriti del male attendono sempre questa buona occasione per prendersi un’anima
e usarla ai propri scopi. La liberazione dal male passa sempre prima dal
perdono agli altri e si fortifica con gli atti di carità compresa la preghiera,
questo è un esempio di come si comportano i veri cristiani, e anche quelle
persone d’animo nobile che non professano alcuna fede religiosa ma hanno il
coraggio di fare scelte giuste anche se difficili: perdonare è una scelta
difficile perché richiede molta umiltà, richiede mortificazione e la rinuncia
ad affermare il proprio ego, tante volte sollecitato dal maligno con la
tentazione. Soltanto se siamo capaci di dire al nostro prossimo: “Ti perdono”, possiamo lecitamente dire
al Signore: “Perdonami”, se non
perdoniamo non possiamo pretendere per noi stessi il perdono. Un cuore libero
dalle catene della collera, del rancore e della violenza è un cuore capace di
perdonare e di vivere in pace. Ma per ricevere il perdono è necessario il
pentimento, si perdona a chi è pentito e non a chi si chiude e diventa
prigioniero di sé stesso e del diavolo, che con questa strategia conquista
tante anime rubandole a Dio. Perdonare è un atto d’amore, è una beatitudine
evangelica.
Nessun commento:
Posta un commento