Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

venerdì 17 novembre 2017

La vita è sacrea

Sono persuaso del fatto che nel corso della mia vita abbia avuto occasione di incontrare tante persone sofferenti e di averle trattate con rispetto e fraterna amicizia, sono stato capace di provare compassione e di desiderare di far qualcosa in loro favore . . . ogni tanto ci sono riuscito, il più delle volte purtroppo no; frequentemente si parla dei temi di bioetica nel mondo contemporaneo, anche per la complessità di certe vicende umane che vengono trattate dalle cronache. Voglio esporre in sintesi quello di cui sono profondamente convinto e che ritengo giusto, è la mia opinione personale, la Verità la conoscono soltanto gli angeli del Cielo che tanto ci amano. Dal concepimento nel grembo materno alla morte naturale, questa è l’affermazione del Magistero della Chiesa riguardo la dignità e l’inviolabilità della vita umana, l’uomo non può disporre della vita del suo prossimo e nemmeno della propria come gli pare e piace, perché deve attenersi all’ordine stabilito dal suo Creatore per il proprio bene, tutto quello che viola o conculca quest’ordine contraria e offende la carità, quindi è una colpa che comporta delle conseguenze, la prima e più grave consiste nella separazione da Dio in cui è presente il principio della vita, la sorgente che vivifica tutte le creature viventi e quelle senzienti. Il concepimento è l’inizio di una nuova vita in questo mondo materiale, ma collima anche con la creazione da parte di Dio di una nuova anima immortale, unica e irripetibile, che per non far confusione viene definita spirituale. Se la morte della stessa sopraggiunge spontaneamente per cause naturali nessuno è colpevole, nessuno ha fatto del male; ma se la morte del concepito è causata da una volontà estranea alla natura, sussiste la colpa con le sue conseguenze in rapporto a Dio e alla società degli uomini, è il caso dell’aborto procurato che una certa medicina scientista definisce interruzione spontanea di gravidanza, sottolineando come la donna sia libera di disporre del concepito come se fosse ‘un qualcosa’ che appartiene soltanto a lei, alla maniera di un prodotto di consumo. Il bambino invece le è affidato, è un dono di Dio, la madre e il padre sono partecipi dell’opera di Dio, e sono responsabili per il concepito e il nascituro, la vita nel grembo materno è persona e ha il diritto di vivere, questo diritto gli è dato dal Creatore che ci chiama tutti dal nulla all’esistenza in un atto di amore autentico, disinteressato e con l’unica finalità di amarci in comunione. Dio è amore, la vita è un atto d’amore. Dio non ci toglie la libertà, possiamo decidere anche di fare il male e di dare la morte, ma è sbagliato, rifiutarsi di comprenderlo significa cadere in un grave malinteso e quel che accade nel nostro animo è tetro e doloroso. C’è chi sceglie di stare dalla parte della vita ad ogni costo e chi sceglie di scendere a un compromesso, nessuno di noi può giudicare una persona per le sue scelte, perché non vediamo e non sappiamo, noi abbiamo da Dio questo semplice Comandamento: ama il tuo prossimo, anche il tuo nemico. Una persona che si trova in una condizione di grave sofferenza e disabilità può maturare l’intenzione di chiudere con la vita terrena, perché non ne può più di sopportare e non vede davanti a sé una prospettiva positiva, il tornare a stare bene, il guarire per una vita normale e felice, lo smettere di soffrire per la quiete del corpo o della mente. Chi può giudicare? Se una persona decide liberamente di voler morire, la si può persuadere a rinunciare, la si può persuadere a credere in Dio, le si possono presentare argomenti convincenti in favore della vita, tutta la morale e la filosofia che si vuole, ma se sceglie di morire perché non ce la fa più ha il diritto di essere rispettata e di vedere accolta la sua scelta. Dio è giudice, ma non è severo e intransigente, ama, ci comprende e ci perdona, prova compassione e desidera la nostra salvezza, vuole farci partecipi del suo Paradiso. Occorre ricordarsi del monito del Signore: “Non giudicate e non condannate”. Vorrei tanto guarire le persone ammalate e sofferenti ma non possiedo nessun potere taumaturgico, posso soltanto pregare: il Signore se vuole può guarire. E per coloro che perdono la coscienza sensibile  ̶  il contatto con la realtà  ̶  chi decide? Alcuni tornano indietro e altri rimangono sulla soglia, forse trascorso un certo tempo è giusto che la natura faccia il suo corso e la misericordia di Dio li accolga tra le proprie braccia. Ci ha creati il Signore della vita, da Lui veniamo e a Lui ritorniamo.

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