Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

venerdì 10 novembre 2017

La rinuncia e la conquista

La violenza è la risposta di chi non costruisce ma distrugge, è la risposta di chi essendo vuoto e complessato ha di sé stesso una visione distorta, è la risposta dei codardi che se ne approfittano dei più deboli con la convinzione che le loro responsabilità non costituiranno mai la causa di una punizione o di una sanzione, per i violenti nelle società c’è protezione e continuità e per le loro vittime non c’è giustizia, non c’è riparazione. La violenza esprime il sopruso, è la negazione dei diritti altrui, persino del diritto alla vita che per il credente è il valore più alto dopo la salvezza eterna dell’anima; i nostri fratelli e le nostre sorelle che sono tutti gli altri esseri umani, indipendentemente dalle differenze senza escludere nessuno, hanno il diritto di vivere, hanno il diritto di essere protetti, hanno il diritto alla libertà e ai mezzi per una vita dignitosa in cui possano esprimere la solidarietà e la condivisione, hanno il diritto a non diventare le vittime degli uomini corrotti, degli uomini empi. La cultura della non violenza deve far parte del bagaglio educativo ed esperienziale delle giovani generazioni, una cultura di pace e per una civiltà pacifica sono necessari il vicendevole perdono e la carità fraterna, l’odio infatti è il nemico della riconciliazione e per sconfiggere l’odio occorre la buona volontà di cambiare, di sentirsi sbagliati e di cambiare: chi afferma di avere tutte le ragioni dalla propria parte non potrà mai essere una persona di pace, sarà una persona chiusa agli altri, indifferente, apatica ed egocentrica. Le ragioni stanno da entrambe le parti così come gli errori... una mente prudente possiede la capacità di discernere; è difficile rinunciare alla vendetta e chi odia giustifica la vendetta come se si trattasse di un atto giusto e sacrosanto, chi giustifica la vendetta non è mai nel giusto, è soltanto qualcuno che è stato ingannato dal demonio e che si è reso un suo strumento, si tratta di un grave accecamento spirituale che deturpa la psiche della persona, la fa deviare su un sentiero cattivo che porta a un baratro profondo. La persona mansueta e non violenta è prediletta da Dio, lo dice anche la Sacra Scrittura affermando che l’uomo di pace è benedetto da Dio, ma quale pace? La pace del cuore, la coscienza pulita, la consapevolezza di non aver mai cercato il male di nessuno ma di essersi spesi per l’interesse del prossimo, pensando agli altri e non solamente a sé stessi o alla conventicola di appartenenza. La non violenza è una scelta di vita, rinunciare alla violenza è qualcosa che appartiene alle anime nobili, è un atto di autentico coraggio, insegnare la non violenza è una tra le diverse modalità attraverso cui si edifica anche in questo mondo il Regno di Dio e ci si prepara all’altro, è una prassi educativa che deve coinvolgere l’infanzia, l’adolescenza e la gioventù. La non violenza e l’amore sono forze complementari, sono forze con cui si edifica e si progredisce in positivo, sono le forze che caratterizzano la persona intelligente. Voglio concludere questo breve discorso con una giaculatoria, una semplice preghiera al Signore:

Gesù mite e umile di cuore, rendi i nostri cuori simili al Tuo”.

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