Non si convertono le anime a
Dio attraverso delle pagine scritte, più o meno belle e affascinanti, o
attraverso dei bei discorsi eloquenti, ma si convertono le anime con il
sacrificio e la preghiera, soltanto in questo modo si ottiene la grazia per
coloro che sono lontani dalla Verità, dall’amore di Dio e si trovano in una
condizione di peccato e di errore: tutti noi possiamo intercedere per una
persona, per chiunque, con il sacrificio e la preghiera, così facendo muoviamo
il cuore di Dio a favore di quelle persone e la grazia tocca il profondo del
loro cuore, prepara il terreno al pentimento e alla revisione della propria
vita, all’adesione irrevocabile al bene; la grazia è quella forza che realmente
converte le anime, è l’amore di Dio che si effonde in una persona e la
risveglia dal sonno della coscienza, la risveglia dal sonno delle sue scelte
sbagliate e la mette dinanzi ad un bivio, dire di sì o di no al Signore. Che
cos’è la grazia? La grazia non è una forza morale e spirituale impersonale che
si trova dentro l’anima di una persona buona, ma è Dio stesso, Dio che è Amore,
la Grazia santificante è la piena comunione con Dio, significa essere secondo
il cuore di Dio, essere a Lui strettamente uniti e vivere, pensare e agire
all’unisono: essere in grazia significa avere Dio, il Signore, che abita nel
proprio cuore, nella propria anima, condividere con Lui i sentimenti e i
pensieri, nella piena adesione alla sua volontà, nell’adesione libera ai suoi
disegni di bene e di salvezza nei nostri riguardi. La Grazia abita
nell’interiorità umana come nel proprio tempio sacro, la persona umana è il
tempio della Grazia, la persona è il tramite della Grazia nei confronti del
prossimo, la relazione verticale con l’Eterno che si esprime nella relazione
orizzontale con le altre creature umane. Gesù nel Vangelo, con alcune persone
che lo detestavano, anzi lo odiavano, usa l’espressione “ in voi non c’è
l’amore di Dio ”, queste persone erano coloro che covavano nel cuore
l’intenzione seria di ucciderlo, persone queste di cui Gesù sottolinea la
comunione con il maligno, infatti dice che fanno le sue opere e che hanno
proprio il diavolo per padre; il cuore umano non è mai disabitato, in esso o è
presente il Signore con la sua grazia, oppure è presente il maligno con le sue
intenzioni, che sono conosciute, come nel caso di coloro che volevano la morte
di Gesù: il peccato è la più grande delle debolezze, il peccato non è una
forza, è una debolezza. La Fede è una grazia, è dono della Grazia di Dio che si
comunica con assoluta liberalità, quindi per ottenerla o per conservarla, se
già la si possiede, è necessario pregare, quando si prega si viene in contatto
con l’Eterno e Lui effonde la sua grazia, infallibilmente, comunica sé stesso;
la preghiera è anche un merito, che ottiene il dono grande della Fede vera e i
suoi lumi, le sue ispirazioni che ci mantengono nella Verità, ma la preghiera
dev’essere quotidiana e incessante, fatta con sincera carità. Dio dona sé
stesso all’anima, è questo il significato recondito della Grazia, la sua dinamica
profonda, la preghiera è la sua chiave. Dio, grazia e dono sono nel medesimo
ambito di ruolo e d’azione: Dio e la sua grazia, sono il medesimo dono fatto
alle anime che a Lui si concedono, nella reciprocità della Carità. Quando una
persona è in grazia di Dio in essa abita la bellezza, la più alta espressione
della bellezza, che è la santità, l’Amore.
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