Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 16 febbraio 2012

La Grazia del Signore


Non si convertono le anime a Dio attraverso delle pagine scritte, più o meno belle e affascinanti, o attraverso dei bei discorsi eloquenti, ma si convertono le anime con il sacrificio e la preghiera, soltanto in questo modo si ottiene la grazia per coloro che sono lontani dalla Verità, dall’amore di Dio e si trovano in una condizione di peccato e di errore: tutti noi possiamo intercedere per una persona, per chiunque, con il sacrificio e la preghiera, così facendo muoviamo il cuore di Dio a favore di quelle persone e la grazia tocca il profondo del loro cuore, prepara il terreno al pentimento e alla revisione della propria vita, all’adesione irrevocabile al bene; la grazia è quella forza che realmente converte le anime, è l’amore di Dio che si effonde in una persona e la risveglia dal sonno della coscienza, la risveglia dal sonno delle sue scelte sbagliate e la mette dinanzi ad un bivio, dire di sì o di no al Signore. Che cos’è la grazia? La grazia non è una forza morale e spirituale impersonale che si trova dentro l’anima di una persona buona, ma è Dio stesso, Dio che è Amore, la Grazia santificante è la piena comunione con Dio, significa essere secondo il cuore di Dio, essere a Lui strettamente uniti e vivere, pensare e agire all’unisono: essere in grazia significa avere Dio, il Signore, che abita nel proprio cuore, nella propria anima, condividere con Lui i sentimenti e i pensieri, nella piena adesione alla sua volontà, nell’adesione libera ai suoi disegni di bene e di salvezza nei nostri riguardi. La Grazia abita nell’interiorità umana come nel proprio tempio sacro, la persona umana è il tempio della Grazia, la persona è il tramite della Grazia nei confronti del prossimo, la relazione verticale con l’Eterno che si esprime nella relazione orizzontale con le altre creature umane. Gesù nel Vangelo, con alcune persone che lo detestavano, anzi lo odiavano, usa l’espressione “ in voi non c’è l’amore di Dio ”, queste persone erano coloro che covavano nel cuore l’intenzione seria di ucciderlo, persone queste di cui Gesù sottolinea la comunione con il maligno, infatti dice che fanno le sue opere e che hanno proprio il diavolo per padre; il cuore umano non è mai disabitato, in esso o è presente il Signore con la sua grazia, oppure è presente il maligno con le sue intenzioni, che sono conosciute, come nel caso di coloro che volevano la morte di Gesù: il peccato è la più grande delle debolezze, il peccato non è una forza, è una debolezza. La Fede è una grazia, è dono della Grazia di Dio che si comunica con assoluta liberalità, quindi per ottenerla o per conservarla, se già la si possiede, è necessario pregare, quando si prega si viene in contatto con l’Eterno e Lui effonde la sua grazia, infallibilmente, comunica sé stesso; la preghiera è anche un merito, che ottiene il dono grande della Fede vera e i suoi lumi, le sue ispirazioni che ci mantengono nella Verità, ma la preghiera dev’essere quotidiana e incessante, fatta con sincera carità. Dio dona sé stesso all’anima, è questo il significato recondito della Grazia, la sua dinamica profonda, la preghiera è la sua chiave. Dio, grazia e dono sono nel medesimo ambito di ruolo e d’azione: Dio e la sua grazia, sono il medesimo dono fatto alle anime che a Lui si concedono, nella reciprocità della Carità. Quando una persona è in grazia di Dio in essa abita la bellezza, la più alta espressione della bellezza, che è la santità, l’Amore.

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