Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 6 marzo 2023

Silloge poetica n°045


SOGNO FUGACE

Ecco la folgore cadere dal cielo
la nemesi attraente del desolato compratore di sogni
quando nel sonno i due mondi collimano
in un urto privo di rumore e materia
cullarsi materico in una calma ninna nanna impassibile
un sonno profondo da cui il risveglio non ci richiama
questi sogni modellati ad arte da un manipolatore occulto
nel gemere di caricature oniriche tratte dal buio
e il forte cuore della tenebra
oltre le apparenze della superficie
vigile nel sonno il sogno avvinghia la pelle e fredda il sangue
ancora la notte che con le sue pagine scritte di nero
porta la fine nell'osmosi verso il suo apice
non c'è qualcuno che sogna ma siamo sognati dall'ignoto
e l'incubo sempiterno colma di paura
ma quel lume nella stanza dalla musica sensibile
corrobora con il suo bagliore la notte dei sogni
non è un lume che abbaglia ma circonda di affezione
altro non è che la vita nelle cose dell'universo
la realtà non può possedermi
mentre il mio cuore la compenetra di senso
il pensiero che brandisce il destino
ha un valore privo di misura anche oltre il tempo
sono un'anima e tutto questo è in me
se non fossi esistito non ci sarebbe nulla
nemmeno un Creatore nei sogni di innumerevoli vite
forse anche l'amore sarebbe da sempre oramai morto
e la persona accanto a me una mera illusione


LIBERTÀ

Viaggiando lontano
stretto dalle sbarre di questo carcere invisibile
gli angeli fatti di sole
e nella notte dal riflesso della luna
scendevano sui miei occhi e passavano nel cervello
questo grumo di carne nelle ossa
che pulsa la più bella nota
di uno strumento di musica sacra
il pensare alla libertà
dove tutto è terrorizzante sopruso
fuori un'altra felice alba di mondo che si disinteressa
qua dentro si conoscono
sentieri che portano via la realtà
e la fanno sprofondare nell'immaginazione
angeli fatti di corpo pesante che fumano sigarette
con quel fumo che si alza
fino a toccare i chiusi soffitti delle camerate
e le grida di chi non sa più parlare
quegli sguardi così buoni e sofferenti
così stanchi che si perdono laggiù nell'orizzonte
dietro i vetri opachi delle finestre
nel posarsi del giorno sui volti logori
la vita del quotidiano sembra avanzare proprio insensata
ma la speranza è un guscio di noce che si rompe
e le lacrime di chi non smise di amare
scendono per le strade degli abbandonati
per quelle strade passeggia Gesù vestito di stracci
cammina sui passi e nel cuore dei derelitti
senza più uno scopo né passato
e vinti dai mali oscuri di cui non si conosce quasi nulla
sconfitti dalla vita perché la società ha fallito
ma con un mansueto cuore umano tanto solitario
nelle mura evanescenti ma tanto dure
e bloccati da sbarre nascoste
dove erano rinchiusi dalla viltà dei cittadini onesti
adesso ballano contenti
come fantasmi in casacche bianche di cotone
e l'amore di Dio li abbraccia
in un dolore disabitato e muto
fuori dalle spesse mura e con la valigia pronta per partire
per andare nel paese in pace dove è assente ogni violenza
dove non c'è quell'arcigno disprezzo per il diverso
e con la loro strana incomprensione
dove la gente è davvero buona e conosce il valore
di tante croci che segnarono
il loro cammino fatto di paura che li perse
ancora un po' e nella luce diurna ritroveremo la Patria
sarà una rinascita fra le vecchie spine
dove crescono generosi i fiori dal candore angelico
e ci abbracceremo con il nostro sincero affetto
immortali nella terra dei predestinati
lontani da quelle mura ancora sporche del nostro sangue
che videro il nostro amore vilipeso
e la nostra compassione
calpestata da codardi con il vuoto dentro
sangue innocente
e seme della veridica virtù


ODIO

Nei meandri di un sofferto giorno
trovo sempre altri pronti a bestemmiarmi
e non c'è Dio o santi
ma soltanto l'abisso dell'inabitabile
e il ventre doloroso
delle tue controverse parole


NEI PICCOLI

Attraversavano le spesse coltri
del disprezzo
le parole sorgive d'amore
dal cuore rassegnato
non volgevano l'attenzione sul rammarico
ma erano protese alla verità
cheta e profonda
quello che il mondo incantato
del diavolo
deturpa con la malizia
di chi desidera giudicare qualcuno inutile
l'occhio del puro che vede
oltre l'apparenza
sottintende ricchezze non comuni
e fallace è l'iniquità
nel voler offendere e deturpare
la bellezza del semplice
questi piccoli figli
che sono sempre bisognosi
la cui virtù nascosta
quella soltanto è d'aurea condotta
e non per un istante
ma per sempre nelle età
quando v'è termine
poi nel cuore dell'Eterno
umiltà pia e incorrotta


OLTRE

Quell'ombra nella tua mente
significa dare una forma sensibile
alla nostra meditazione
soltanto il prodotto della mia creatività
una consolante visione
ma ingannatrice
incoerente
alienante per natura
la calma parola che dentro ti tocca
il sogno di me che muoio
estraneo da tutto
mistico dialogo fra sordomuti
l'estremo bisogno
di stringere tra le braccia
l'ultimo freddo intenso come ghiaccio
dell'incontro perduto
nella tenebra del cuore più nero
la notte arcana
questo smarrire il mondo
e ritrovarsi

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