DECIDUO
La prima apparizione della sera
fu il sole che moriva a ovest,
ogni volta che sulle croci morivano i figli di Dio,
qualsiasi fratello o sorella del mio stesso sangue umano.
Il corvo attraversava i campi brulli dell'inverno,
quando la neve non era ancora caduta
per coprire con il suo biancore
la veste incontaminata di una terra
che oggi e ogni giorno beve il sangue di Abele.
Era il sole che discendeva nel sottosuolo dei morti,
negli inferi dove le presenze
attendono con pazienza un altro fulgido chiarore,
quello del liberatore dall'esilio
e il suo sole è la Carità
tanto forte quanto immortale
dove ogni particella dell'universo sussiste,
diviene nel percorrere l'ignoto quasi senza misura
proprio dove la vita palpita
in cuori fatti di carne
e gli spiriti che purificano le loro rimanenti scorie nel crogiolo
che per un po' attendono con rassegnata amorosità,
fanno corte all'Eucaristico sole
sugli altari dei templi ancora consacrati
e nei Tabernacoli
abbandonati dai rinnegati prigionieri
di un materialistico carname.
Il sole che nasce ad est è la risposta del creato
alla morte del suo provvidente Signore,
quasi del tutto dimenticato nelle grandi città del male
e senza che un solo empio peccatore
sia ancora risorto dalla tomba
nei grandi cimiteri
sotto gli alberi sempreverdi e una luna sinistra.
Quel sole nascente
è la vita di ogni bambino
con l'anima nell'istante del tempo creata
intessuta di cellule viventi,
di cui i moderni e gli antichi smarrirono il valore
senza riconoscerne la bellezza,
un'opera sacrea
dal soprannaturale compimento
che vede la sua origine
in un pensiero della perpetua Carità,
mistero nella predestinazione alla vita immarcescibile,
nel Sole divino sempre alto allo zenit
con i suoi infiniti strali
che permeano di luce beatificante
la nuova terra dei viventi,
senza più tramonto e senza lugubre notte
di grottesche ombre diaboliche.
CIELO
L'eco del cuore
sono i battiti clonati
che suonano
lassù,
dove la forma
non è sentiero o via
ma la fenice
risorgente dalle ceneri,
dove la sostanza
è la compassione nuda
allo sguardo
di una partoriente,
ora bella nasce l'aurora
ma una stella morta
s'inabissa
nel baratro dell'infelicità,
dove si intersecavano i destini
la vita volge al termine
e saremo giudicati
non sulle apparenze
ma sul verace
amore degli angeli,
vivente o decrepito
nell'anima
che trapassa la finzione.
VALORE
Le lacrime dell'uomo giusto
sono la preghiera
che tocca
il cuore dell'Eterno,
lo scorrere delle lacrime
sul volto cupo
sono quel nostro tergere
il cuore dalla colpa
e molte colpe
rendono troppo nera l'anima,
la penitenza
con i suoi aspri dolori
riedifica con cura il castello interiore,
le sue forti mura
sono il baluardo contro l'empietà,
sono la multiforme virtù che ci cambia
e il peso soave della carità.
È grande merito
l'offerta della propria vita
e un sacrificio offerto per amore
muove a compassione
il cuore puro degli angeli di Gesù,
dove l'odio deturpa l'umanità
la carezza della pietà
rinnova tutto nell'emendazione,
dove l'odio cresce a dismisura
la carezza della pietà
ci dimostra che nulla è perduto,
dove l'odio degrada l'ethos
la carezza della pietà
suscita ancora profonda commozione.
Senza tenere per mano
quel nitore bimbo dentro di noi,
senza condurlo
sulla strada della pia conversione,
dell'adesione ai moti della coscienza,
della verità oltre le nostre radici
è la tenebra
di una stella morta che collassa sopra di sé
e che spalanca
la bocca di quel pozzo
in cui le buone azioni si corrompono
e cadono obliate,
con pensieri futili e spenti,
sentimenti ignobili di un ateistico censore,
è tenebra fuori dal mondo e dalle sue leggi
che tutto divora
in un appagamento senza misura,
senza un cheto approdo.
La verità che tutto regge non ha bisogno
del coraggio,
del cuore impavido,
perché lasciata libera di esprimersi
si difende da sola,
essa stessa è il cuore temerario,
ha in sé la potenza
come una nobile belva in mezzo alla tempesta.
COLLATERALE
La lacrima di un angelo
cade sul volto di un fanciullo spento,
quel volto sporco di sangue
e di terra
che gli scarponi dei soldati
hanno calpestato,
i potenti che decidono
chi deve morire
per l'odio sordo di una vendetta cieca,
non sentono pietà
convinti
che il danno collaterale
non sia ancora la mortalità sul campo
di chi spara per uccidere,
il mondo guarda quel teatro tragico
ma la gente
di nobile sentimento
non può nulla
per fermare il messia sterminatore,
non è quella lacrima invisibile
ma il proiettile
del malvagio che trapassa la carne
indifesa nell'abbraccio eterno,
del Crocifisso
senza mai più respiro,
è compiuto –
così gli anticristi della nuova era
a fare dell'odio
la legge dei popoli.
✠ Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.
martedì 14 maggio 2024
Silloge poetica n°071
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