Gesù nelle beatitudini
evangeliche, dichiara beati coloro che vengono perseguitati a causa della
giustizia: la giustizia in questa frase del Signore la si può intendere in
duplice modo, cioè la giustizia del mondo, quella degli uomini che sono nemici
di Dio, che accusano quindi i figli di Dio falsamente, con ipotesi pretestuose
e con testimonianze false, come è avvenuto durante la vita dello stesso Gesù,
come è avvenuto durante le fasi del suo processo e della sua condanna; il
termine giustizia lo si può intendere anche in un altro modo, cioè la giustizia
del Vangelo, la giustificazione mediante la Fede in Cristo, il Vangelo stesso
che il mondo rifiuta e combatte con asprezza e accanimento perché, come dice la
Parola di Dio, tutto il mondo giace sotto il potere del maligno. Esiste una
virtù che si chiama giustizia e consiste nel dare al Signore quello che gli è
proprio, e al prossimo altrettanto, intendere la virtù della giustizia come la
virtù della retribuzione per le proprie colpe, alla maniera dei tribunali e dei
giudici umani, è un malinteso; la giustizia esige che ci si rapporti a Dio con
la giusta misura del proprio cuore, e al prossimo facendo altrettanto, quindi
dare il giusto nella giusta misura, nei riguardi di Dio e del prossimo. La
giustizia esige l’esercizio della virtù regina di carità, amare è la misura per
esercitare la giustizia, non c’è il giusto realizzato nella propria vita e
nella vita degli altri senza amore; essere giusti significa essere persone che
amano, che danno a Dio il proprio pentimento e la propria gratitudine e al
prossimo il proprio perdono, la propria misericordia; giustizia significa anche
pregare Dio con carità per il prossimo, poiché la preghiera fatta per gli
altri, è un atto di giustizia davanti al cuore di Dio, come lo è il perdono
sincero del cuore, misura questa per ottenere dal Signore la piena remissione
dei nostri peccati: non si può piacere a Dio, se non si perdonano coloro che ci
hanno fatto del male, con sincerità di sentimento e di volontà. La giustizia
verso gli altri esige la misericordia, l’essere quindi conformi al comandamento
di Dio, in quanto l’osservanza di tutti i comandamenti è giustizia davanti a
Dio: i comandamenti sono l’espressione più alta della giustizia, conforme alla
volontà di Dio per il nostro bene, i comandamenti portano in sé tutti i valori
del Vangelo, cioè ama Dio con tutto te stesso, sopra ogni cosa e ama il
prossimo tuo come te stesso; adempiere alla giustizia significa osservare tutti
i comandamenti, nessuno escluso, poiché se si fa anche una sola eccezione si
cade inevitabilmente nella colpa, si compie un atto di ingiustizia nei
confronti di Dio o del prossimo e ci si estrania dalla Legge evangelica. Come
detto prima la giustizia esige la carità, ma anche l’equità del giudizio in
tutte le circostanze della vita, giudicare con equità ha il significato di dare
a ciascuno il suo, di dare secondo la misura della propria coscienza, secondo
autentica moralità, quindi discernendo il bene dal male, attraverso il consiglio
dato da una retta coscienza, dalla consapevolezza che il giudizio retto passa
dalla ricerca del bene comune, mettendo sé stessi e gli altri sul medesimo
piano valoriale. La giustizia di Dio mette l’anima in relazione al suo
creatore, la pesa secondo il criterio dell’amore dato a Lui durante il tempo
della vita, il passaggio attraverso questa valle di lacrime, e la retribuisce
in conformità alle scelte fatte dal suo libero arbitrio, nel bene o nel male,
nell’osservanza o nella trasgressione dei comandamenti dell’Eterno.
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