Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

martedì 1 maggio 2012

Virtù della Giustizia


Gesù nelle beatitudini evangeliche, dichiara beati coloro che vengono perseguitati a causa della giustizia: la giustizia in questa frase del Signore la si può intendere in duplice modo, cioè la giustizia del mondo, quella degli uomini che sono nemici di Dio, che accusano quindi i figli di Dio falsamente, con ipotesi pretestuose e con testimonianze false, come è avvenuto durante la vita dello stesso Gesù, come è avvenuto durante le fasi del suo processo e della sua condanna; il termine giustizia lo si può intendere anche in un altro modo, cioè la giustizia del Vangelo, la giustificazione mediante la Fede in Cristo, il Vangelo stesso che il mondo rifiuta e combatte con asprezza e accanimento perché, come dice la Parola di Dio, tutto il mondo giace sotto il potere del maligno. Esiste una virtù che si chiama giustizia e consiste nel dare al Signore quello che gli è proprio, e al prossimo altrettanto, intendere la virtù della giustizia come la virtù della retribuzione per le proprie colpe, alla maniera dei tribunali e dei giudici umani, è un malinteso; la giustizia esige che ci si rapporti a Dio con la giusta misura del proprio cuore, e al prossimo facendo altrettanto, quindi dare il giusto nella giusta misura, nei riguardi di Dio e del prossimo. La giustizia esige l’esercizio della virtù regina di carità, amare è la misura per esercitare la giustizia, non c’è il giusto realizzato nella propria vita e nella vita degli altri senza amore; essere giusti significa essere persone che amano, che danno a Dio il proprio pentimento e la propria gratitudine e al prossimo il proprio perdono, la propria misericordia; giustizia significa anche pregare Dio con carità per il prossimo, poiché la preghiera fatta per gli altri, è un atto di giustizia davanti al cuore di Dio, come lo è il perdono sincero del cuore, misura questa per ottenere dal Signore la piena remissione dei nostri peccati: non si può piacere a Dio, se non si perdonano coloro che ci hanno fatto del male, con sincerità di sentimento e di volontà. La giustizia verso gli altri esige la misericordia, l’essere quindi conformi al comandamento di Dio, in quanto l’osservanza di tutti i comandamenti è giustizia davanti a Dio: i comandamenti sono l’espressione più alta della giustizia, conforme alla volontà di Dio per il nostro bene, i comandamenti portano in sé tutti i valori del Vangelo, cioè ama Dio con tutto te stesso, sopra ogni cosa e ama il prossimo tuo come te stesso; adempiere alla giustizia significa osservare tutti i comandamenti, nessuno escluso, poiché se si fa anche una sola eccezione si cade inevitabilmente nella colpa, si compie un atto di ingiustizia nei confronti di Dio o del prossimo e ci si estrania dalla Legge evangelica. Come detto prima la giustizia esige la carità, ma anche l’equità del giudizio in tutte le circostanze della vita, giudicare con equità ha il significato di dare a ciascuno il suo, di dare secondo la misura della propria coscienza, secondo autentica moralità, quindi discernendo il bene dal male, attraverso il consiglio dato da una retta coscienza, dalla consapevolezza che il giudizio retto passa dalla ricerca del bene comune, mettendo sé stessi e gli altri sul medesimo piano valoriale. La giustizia di Dio mette l’anima in relazione al suo creatore, la pesa secondo il criterio dell’amore dato a Lui durante il tempo della vita, il passaggio attraverso questa valle di lacrime, e la retribuisce in conformità alle scelte fatte dal suo libero arbitrio, nel bene o nel male, nell’osservanza o nella trasgressione dei comandamenti dell’Eterno.

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