Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

venerdì 21 aprile 2023

Le radici filologiche nell'Ave Maria

Ave, Maria, grátia plena,
Dóminus tecum.
Benedícta tu in muliéribus,
et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta María, Mater Dei,
ora pro nobis peccatóribus,
nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.


L’Ave Maria è una preghiera fondamentale per il cristiano, forse la più importante dopo la Santa Messa e la Preghiera del Signore, il Padre nostro insegnatoci da Gesù, in essa convergono la Sacra Scrittura, la Tradizione apostolica e il sentimento comune dei fedeli; la prima parte è costituita dal saluto angelico nell’Annunciazione (Cfr. Lc 1:26-38), il saluto che l’arcangelo Gabriele secondo il Vangelo rivolge a Maria Vergine per annunciarle che diverrà la Madre del Signore, per avere da Lei il suo sì consapevole, il suo fiat con cui è iniziato il compiersi nella storia della redenzione, la sua libera adesione alla volontà di Dio, la grandezza della Madonna umile e obbediente che crede alle parole che gli vengono rivelate dall’angelo e accetta dal Signore quello che dall’eternità era scritto per Lei che avvenisse. Ave è la formula di saluto e di augurio usata dai latini anche nei confronti degli imperatori, frequente come parola iniziale di alcune preghiere cristiane, e in particolare dell’Ave Maria. Il termine grazia traduce l’equivalente greco karis ed è il genere di appellativo usato dall’Angelo in Lc 1,28 per descrivere lo stato di Maria, cioè kekaritomene. Quindi una persona piena di grazia è contemporaneamente salvata e completamente santa, un riferimento al dogma dell’Immacolata Concezione. Successivamente nell’Ave Maria è presente il saluto di Elisabetta sua cugina nella cosiddetta Visitazione (Cfr. Lc 1:39-56) quando la Madonna porta già Gesù nel suo grembo verginale, Elisabetta era una donna più anziana di Lei e che attendeva anch’essa un figlio, che diverrà poi Giovanni il Battista, il precursore del Cristo, anche questo episodio è contenuto nel Vangelo, quindi la prima parte dell’Ave Maria attinge alla Sacra Scrittura, al Nuovo Testamento: l’annuncio dell’angelo e il saluto di Elisabetta. Nella seconda parte si esplicita il primo tra i dogmi mariani nella Chiesa, un dogma formulato dal terzo concilio ecumenico, il Concilio di Efeso convocato dall’imperatore Teodosio II che si tenne nel 431 appunto a Efeso, nell’Asia Minore e che decretò Maria la Theotòkos (gr. Θεοτόκος), «Madre di Dio», il concilio affermò che Gesù era una persona sola, non due persone distinte, completamente Dio e completamente uomo, con un’anima e un corpo razionali. La Vergine Maria è la Theotokos perché diede alla luce non un uomo, ma Dio come uomo. L’unione di due nature in Cristo si compì in modo che una non disturbò l’altra. L’Ave Maria si conclude con il domandare alla Vergine di pregare per noi che siamo peccatori, sia nel momento presente, il più importante nella vita di una persona, sia nel momento della morte prima di passare da questo mondo all’altro e di essere così giudicati dal Tribunale di Cristo, entrambi momenti decisivi per la salvezza della propria anima. Già nella Chiesa antica i primi cristiani si rivolgevano in preghiera alla Madonna e invocavano la sua protezione e il suo soccorso, la preghiera cristiana più antica di cui si ha memoria messa per iscritto al di fuori della Sacra Scrittura è proprio una preghiera alla Madonna: “Sub tuum praesídium confúgimus, sancta Dei Génetrix; nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus; sed a perículis cunctis líbera nos semper, Virgo gloriósa et benedícta”. Nella Chiesa prima di ogni dogma mariano le verità di fede erano già insegnate oralmente e credute dal sentimento comune dei fedeli, è l’agire nascosto dello Spirito Santo che infondeva le virtù teologali nei credenti, come dice Gesù nel Vangelo di Giovanni attraverso il dialogo avuto con Nicodemo: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”.

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