Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

domenica 9 aprile 2023

Silloge poetica n°076


RESURREXIT

Ecco che tutto l'anno e per i secoli
risorge la morte nascitura
quella tirannide che rese vittima un popolo
agnello e pane azzimo
erbe amare come il fiele dato a Gesù
agnello dalle carni prelibate
arrostite al crepitare del fuoco
e sulle porte sante il suo sangue innocente
un lavacro vermiglio di espiazione
perché l'angelo della morte passi oltre
e in quelle case trionfi la vita
la porta è la Croce segno di salvezza
nell'eclissi della compassione
l'Agnello ha affrontato il mare in tempesta
quei venti forti
le folgori dei caduti
e tutto quel male
oltraggio degli insani
che con la violenza infieriscono
i marosi della morte e le trame del peccato
l'abisso colmo di rancore
la vendetta del superbo Lucifero
e delle sue bestie
lo scandaloso silenzio
quel vuoto con la nostra paura
la Vergine che attese
dopo è la vita che scardinò il mondo di Hádēs
risorge Cristo benedetto
è sua la vittoria sui corpi arsi o putrefatti
ci porta con sé nel prato celeste
nella terra dei viventi
dove non più lacrime e anime dolenti
ma gaudio e pace per sempre
le mura perfette della nuova Gerusalemme
vittoriosa e invitta carità


25 APRILE

Si perdono sulle montagne
per scendere
a disarmare il mostro
questo mostro dissennato e brutale
che dalla nostra storia
divora famelico la libertà dei popoli
e sputa arrogante
sulla dignità degli uomini
hanno lasciato famiglie e compromessi
per combattere l'invasore
sul campo di battaglia
questi partigiani dal fiore rosso e dal cuore forte
come il soldato coraggioso
che non chiede
ma che offre alla gente oppressa
una speranza lieta
arriva per certo il giorno
quel 25 aprile dal sole nascente
e la luce dei popoli rifulge alta
è sconfitto chi ha distrutto la nostra Patria
è cacciato chi vi è entrato con l'odio
è vinto l'uomo ignorante
che populista e demagogo
e seduttore bugiardo
fece leggi inique contro l'uomo
a danno della persona dotata di intelletto
vera libertà dove ci fu asservimento
quel 25 aprile dall'alba davvero bella
un nuovo sole di democrazia
sul futuro e il destino dell'amata Patria
questi partigiani impavidi
sacrificati per la libertà dei popoli
il loro sangue fa nascere
quei fiori nobili che sono le virtù
della nostra Repubblica
sulla Carta Costituzionale che sancisce
l'ordine morale nei secoli
e le regole del buon amministrare
una Carta nata dal pianto
della buona gente
dai combattenti per la liberazione
ogni partigiano di oggi
che difende quei valori eterni
valori inalienabili posti a baluardo dell'umanità
questo 25 aprile dall'orizzonte vicino
nella concordia tra i popoli
e nella pace sociale
fondamento della giustizia
dell'eguaglianza dei diritti di ogni persona
che nasce al mondo
amata Patria e amata libertà


VISIONI

Ermetiche parole sfuggono alla comprensione
e sfiorano vicine il volto dell'ignoto
sconosciuta ansia di trovare salvezza

soteriologico incanto di bellezza nascosta
parole che come api che stillano miele nell'alveare
incantano per la profondità del senso

per il senso immanente del loro utile scopo
nessuno conosce cosa si celi oltre le porte della percezione
ma qualcuno cerca nella fantasia innata
una immaginazione recondita di trame occulte

nell'immaginario dei propri pensieri e dei propri sogni
contenuti di un forziere chiuso che aperto

mostra generoso il perché di tanta ricerca
mostra con rassegnazione il perché delle nostre ansie
mostra senza ritegno il perché della nostre paure

forziere dischiuso di significati oltre il sensibile
di significati oltre l'emblema della conoscenza

esoterico mondo di magiche apparizioni
che come fantasmi nella mente
giocano a rincorrere l'ignoto e l'imperscrutabile
oltre il velo delle mere illusioni


IL VENTILABRO

Un metallo freddo sulla lama ricurva
lucente scintillio di emozioni notturne
e vigile insonnia di anime ripudiate

perché l'aspetto del cuore è come un compianto che si duole?
perché nelle tenebre la solitudine appare luminosa?

intimo scenario di fiabe senza rimorso
ombre che nella Luna parziale vagano per il lato oscuro

ombre che lunghe cadono sulla terra pallida
spettro biancastro della vita senza tregua alcuna
falce che abbassando la lama taglia le sembianze della notte

falce che taglia il destino nella fatalità di una morte senza età

dove sono le favole dell'esistenza che credevamo essere realtà?
dov'è il crudo sapore delle immagini fuori dal tempo?

relegate forse nei meandri dell'inconscio
incubi agitati che all'alba ci stancano i nervi recisi dalla melanconia

incubi reconditi che nel chiarore della Luna rispecchiano sinistri

falce di Luna e mezzaluna che nel cielo siderale raffredda i cuori
una falce che calando a nord ovest riveste di bellezza

la lugubre profezia dei nostri avi oramai dimenticati nel sonno
il sonno stanco delle nostre coscienze vittime dell'indifferenza

una falce che calando a nord ovest taglia il pianeta in due
e ognuna delle due parti è la metà dell'altra
elemento complementare per le anime divise dall'abisso dell’ego

falce di Luna che senza la bellezza del tuo gelido affetto
togli il respiro ai contemplativi che nel tuo volgere al buio

cercano una risposta all'interrogativo arcano
falce di Luna taglia finalmente i nostri legami con la madre terra
senza la quale siamo figli di nessuno e fratelli dell'ignoto

mezzaluna calante e mezzaluna nascente
taglia in frammenti regolari il disco della vita notturna

taglia finalmente il nostro cuore pallido
nell'oscurità dove la mente dorme senza sogni beati
nel silenzio dove svaniscono i fantasmi impuri


CUORE ERMETICO

Nei limitrofi del mio inconsueto modo di sentire la vita, lascio il rancore alle proposizioni incoerenti della mia mente allucinata, 

che ascoltando voci e guardando immagini evanescenti, che non sono il prodotto di secrezioni chimiche, ma qualcosa che persona coinvolge persona, 

che mi spinge a pensare l'altrui realtà oltre la mia, come per le innumerevoli e molteplici, il sangue di tanti fratelli e tante sorelle, 

che scorre vivo nei corpi pulsanti il desiderio di vivere, mentre in me il desiderio è di partire per il grande viaggio, l'eterna notte o l'eterno meriggio, 

oscurità ed enigmatico problema sulla nostra angoscia di riprodurre il destino, morte per morte, fino all'ultimo della stirpe, 

fino al compimento dei tempi prescritti dalla Legge del Reggitore delle cose che divengono, ordinate e belle, al cuore umano, alla mente di coloro che guardando la disperazione piangono il passato e vedono il nulla; 

se guardassero meglio la persona come manifestazione di empatico senso di agitazione, vedrebbero con gli occhi profetici di un veggente che contempla l'Essere e i significati del suo esistere richiamante morendo e rinascendo, 

morendo ancora, ancora e ancora: come nel silenzio dei cimiteri e nel chiasso della stupidità, come nei fantasmi della memoria, come nello spegnersi del dolore, 

per aprire alla gioia dell'ignoto, dove la paura è lo specchio dei propri occhi lacrimanti, ma con un vessillo di speranza, 

per ogni carne che marcisce o arde cinerea nello stomaco dell'inevitabile, nella culla di ogni fasulla verità, corollario della Verità.


CAOS

L'abisso è disordine taciturno
è solitaria l'anima
sente il suo rimorso
l'odio che qui sovrasta
e la paura
per quelle presenze
che guardano
la fiamma che non consuma
il non ritorno
la nemesi della sensibilità
nella sostanza che non trapassa
perché non amai
perché non ebbi alcuna pietà
perché non scorsi l'altro
demone fui
e tra i demoni caddi
nella scottante fiamma nera
nel baratro oscuro
separato
morto ad ogni istante
impenitente alle mozioni della grazia
nel tempo di grazia disatteso
e non amai
per non amare per sempre


TEDIO

Non occorre molto per capirti
sei fuggita là dove
non nascono i fiori del glicine
con un gesto semplice
ma perpetuo
quell'abbraccio al cielo
dove le nuvole scorrono lente
e il sole arde di tedio
stanca per tutto il male nel mondo
quelle spine della nostalgia
toccavano la tua matrice oscura
nel confondersi dei nostri sentimenti rotti
tra le note di un pentagramma
che suonava l'arida sabbia
nella clessidra dell'immaginario
le campane della chiesa
il mezzogiorno con la sua preghiera
quei rintocchi erano il tramite
col sacrificio dell'ego
la nascosta legge dell'increato
nelle pieghe dello spirito
cercando l'anima dove non c'è
fuori da questa carne e da queste ossa
magari in un anfratto di roccia grezza
nella nuda terra di una campagna brulla
attraverso i muri della loro città
la città dei violenti e degli avari
quel sentiero nascosto
che porta al viale per il cimitero
memorie cineree
fu stoltezza per la vita
ed ecco l'argine del tempo
elevarsi a monito per la cattiveria
un rifugio chiuso al senso
la mente che non pensa più
ha smesso e non vuole
ridicolo questo viaggio
che miete soltanto l'assurdo
un teatro di comparse
che recitano il solito copione mal scritto
da quel dannato a cui hanno dato
sia l'anima che il cuore
e tutto si ripete
come nello spettacolo di un circo

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