Ci sono malattie genetiche rare, neurodegenerative e sindromi – ma anche la mortalità infantile quando in altre epoche la medicina era arretrata – che fanno perdere la fede nell'anima spirituale e in un Dio di amore e misericordia che si preoccupa per il bene dell'uomo, che desidera per lui un destino di beatitudine, ma pregare accanto a questi innocenti martiri senza mai perdere il senso di umanità e di preziosità di ogni vita umana come dono del Cielo significa amarli veramente perché forse soltanto accettando la loro malattia si entra nella dinamica della salvezza che significa accettare la stessa volontà di Dio come Gesù nel giardino del Getsemani (in aramaico ܓܕܣܡܢ, Gaḏ-Šmānê, che significa frantoio) che si apprestava a bere al calice della sofferenza in obbedienza all'eterno Padre, amando dal profondo del cuore queste creature di Dio si ama Dio con tutto il cuore. Se l'umanità è oppressa dal peso della croce, Dio quella croce non l'ha tolta ma l'ha presa su di Sé per liberarci dalla morte, questo insegna il Cristianesimo... la Sua e la nostra Carità.
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