“Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte
del Signore Gesù. Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione:
che vi asteniate dall’impurità” ( lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi cap.
IV, v. 2 ), qui c’è stato un cambiamento, nel testo vecchio si parla di impudicizia, è sicuramente motivato e
importante. Porneia ha un significato molto ampio, fondamentalmente è un
termine che viene utilizzato per indicare le deviazioni nella sfera del corpo,
nella sfera sessuale. Presso i greci indicava soprattutto la prostituzione e l’adulterio.
Presso i giudei, si riferisce ad ogni forma di fornicazione, lussuria ( es.
Paolo cita la porneia nell’elenco delle opere della carne in Gal 5,19. Molto
spesso dirà nella 1 Cor “fuggite la porneia… il corpo non è per la porneia…
fuggite la porneia…” ). Fuggire la porneia era uno dei momenti fondamentali
della conversione, uno dei temi del cambiamento di vita e invece per la mentalità dei pagani
non era affatto qualcosa di immorale, ma condiviso e ordinario. In Atti
cap.15, v.20 e 29, si invitano i pagani ad “astenersi
dalla porneia” e questo diventa un modo per dire di “astenersi dall’immoralità”, quindi
Paolo conosceva bene l’ambiente, la mentalità dei pagani, sapeva che
l’immoralità riguardante la sfera della sessualità, addirittura in non pochi
casi era considerata anche una forma di venerazione cultuale. Sono note le usanze, in ambito greco, dei
riti della ierogamia e ierodumia che significa unirsi al sacro attraverso la
sessualità ( prostituzione sacra diffusa al tempo ); qui Paolo non è fissato
con la sessualità, ma ricadere nella porneia significava tornare indietro, a
quella vita precedente la conversione, nel paganesimo: condizione fondamentale
della conversione è la fedeltà, ( qui
potremmo intravedere il messaggio profetico del rapporto tra sposa e sposo ).
La porneia può manifestarsi sotto molteplici forme, ma significa essenzialmente
ritenere l’altra persona un oggetto da usarsi al solo scopo di soddisfare le
proprie passioni carnali, nient’altro
che il voler provare disonestamente del piacere fisico, quindi qualcosa e non qualcuno e qualcosa da
mercificare, da trattare come bambola di carne per esercitare le proprie
perverse tendenze sessuali; la psicologia di base della porneia è riassumibile
nei tratti di una profonda immaturità spirituale dell’individuo e nell’egoismo
più esasperato rivolto a strumentalizzare il prossimo in funzione dei propri
bisogni e dei propri interessi, bisogni e interessi che sono semplicemente i
desideri biechi dettati esclusivamente dall’amor proprio, da un ego
sovrastimato in modo del tutto assurdo e irragionevole, che tende a calpestare
l’altrui diritto e l’altrui dignità. Chi è dedito alla porneia è schiavo delle
sue basse pulsioni istintuali, non è una persona libera nel senso vero del
termine, perché la libertà consiste nella pratica della virtù e in questo
ambito specifico nella pratica della virtù della purezza, della continenza, della
castità: il Signore ha detto che “chi commette il peccato è schiavo del peccato”,
proprio perché inconsciamente condizionato nella sua ripetizione, perché le
azioni non sono più saltuarie, occasionali ma sono ordinarie nella vita di
tutti i giorni, sono propriamente un vizio che si radica sempre più con il
tempo che passa e che ci asservisce ad esso in maniera invincibile, da cui non
ci possiamo più sottrarre. La pratica della porneia è un grave disordine
morale, è un peccato mortale che recide in noi il legame con l’amore di Dio,
che ci toglie la grazia santificante e ci rende meritevoli dell’inferno. Ogni
esercizio della sessualità contrario alla legge di Dio è porneia, la sessualità
è lecita soltanto nel contesto dell’unione coniugale, del matrimonio
indissolubile, fuori dal matrimonio la pratica sessuale è un grave disordine
che ci lede l’anima, che ci fa cadere nella colpa, il sesso selvaggio e
promiscuo non è affatto libertà e gioia, ma è l’anticamera dell’inferno perché
in quei modi di vivere ci si consegna a satana, le cui intenzioni sono ben note;
l’uomo e la donna sono organismi psicologici, spirituali e la sessualità morbosamente
vissuta nelle sue forme deviate è la lebbra dell’anima, la persona dedita al
vizio della lussuria ha un’anima brutta, un’anima che senza la piena
consapevolezza del soggetto diviene inesorabilmente e progressivamente immagine
del diavolo. Adulterio, fornicazione, prostituzione, pornografia, masturbazione
e pedofilia sono soltanto alcune delle peggiori deviazioni nella sfera sessuale
umana, e portano tutte alla rovina eterna della propria anima, ci sono
perversioni peggiori di altre è vero, ma tutte sono ugualmente contrarie alla
carità verso il prossimo e in opposizione radicale alla legge di Dio;
oggigiorno chi esprime certe convinzioni morali riguardo la sessualità viene
considerato arretrato culturalmente, quasi volesse tornare al medioevo e
scardinare quelle che vengono definite da una certa mentalità permissivista come
delle conquiste personali e sociali di libertà, addirittura conquiste di un
nuovo umanesimo che vuole trasformare la civiltà nel ricettacolo di tutti gli
egoismi, dove l’altra persona esiste soltanto in funzione del loro meschino
soddisfacimento, quindi il corpo della persona umana ridotto a merce e come ogni
merce innestato nell’ambito di un mercato economico, dove qualcuno dai
connotati inumani e dalla coscienza sporca realizza un significativo guadagno,
perché si sa che nella vita i soldi assieme al sesso fanno la felicità… la
felicità di chi somiglia a un diavolo però e che ha da tempo rinnegato il senso
dell’umano: le persone veramente felici e in pace con sé stesse sono le persone
buone e virtuose e la purezza è una virtù che i contemporanei di buona volontà dovrebbero
riscoprire, fuggendo la mentalità del mondo e andando con coraggio controcorrente.
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