Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

venerdì 26 aprile 2013

La grazia che salva e il peccato mortale


Ci sono due condizioni spirituali che caratterizzano ogni persona umana, la prima è lo stato in grazia di Dio, la seconda è lo stato in peccato mortale; non ci si può sottrarre dall’essere in una di queste due condizioni, ma come si fa a sapere se ci si trova in stato di grazia o di peccato mortale? Innanzitutto con un serio e approfondito esame di coscienza, ma realmente l’unico a saperlo è il Signore che alla fine della nostra vita ci dovrà giudicare; se lo stato della nostra anima è il peccato mortale, l’unico modo per tornare in grazia di Dio è la Confessione, il sacramento della riconciliazione e del perdono: quelli che dicono di chiedere perdono direttamente a Dio sono degli illusi che pensano che la Misericordia del Signore sia una questione facilona, dove Lui scusa e perdona tutto all’istante, anche senza pentimento e penitenza, addirittura anche senza un’autentica conversione del cuore, questi illusi dalla mente maliziosa sono estranei alla Verità della fede cattolica e non potranno sottrarsi alle tragiche conseguenze della loro scelta apostata; molti cosiddetti cristiani delle chiese separate la pensano in questo modo, e cioè: tu chiedi direttamente perdono a Dio nella preghiera ed Egli ti rimette il peccato, ma le cose non stanno affatto così! Per ottenere la remissione dei propri peccati e il ritorno alla grazia santificante, la grazia del sacramento del Battesimo che ci rende figli di Dio, è assolutamente necessario confessarsi da un sacerdote, da un ministro ordinato di santa Madre Chiesa, perché è Cristo stesso che ha stabilito così, dando questo potere alla Chiesa e ai suoi ministri in virtù della successione apostolica, iniziando due millenni fa circa dal collegio dei dodici Apostoli con a capo san Pietro. Gesù stesso perdonava i peccati attribuendo a sé stesso questo potere divino e dichiarando al peccatore: “ Ti sono rimessi i tuoi peccati, va in pace e non peccare mai più ” [ cit. Vangelo ]; Gesù ha conferito questo potere alla Chiesa quando dopo la sua Risurrezione ha dato mandato agli Apostoli e ai loro successori di rimettere i peccati, cioè di amministrare il perdono dei peccati come vicari della sua Persona, quindi soltanto la Chiesa cattolica può perdonare i peccati e restituire la grazia santificante a un penitente, salvando in questo modo la sua anima dall’eterna dannazione, nessun’altra istituzione sulla terra ha questo potere, ma soltanto la Chiesa per virtù della sua origine divina. Quelli che dicono di chiedere perdono a Dio direttamente nella preghiera e di ottenerlo sono semplicemente degli illusi, fuori dalla vera economia della salvezza, fuori dalla Verità: senza sacramento della Confessione non c’è perdono dei peccati! Questa è la verità, e schiere di Santi e di Sante ce l’hanno insegnato nel corso di venti secoli di storia, sta a noi dare ascolto alla loro testimonianza per il bene eterno della nostra anima, dipende soltanto dal nostro libero arbitrio, dipende dalle nostre scelte. La grazia santificante e il peccato mortale sono realtà spirituali, quindi invisibili, che non si possono toccare, realtà che coinvolgono l’anima e per riuscire a comprenderle occorre il dono della fede, quindi non bisogna biasimare quelli che non condividono tali verità perché non hanno avuto la grazia della fede, o sono deboli in essa, o in essa non hanno perseverato, chi non crede non va condannato ma affidato alla Misericordia dell’eterno Padre, che secondo la somma liberalità dello Spirito da a ciascuno il proprio dono, la propria virtù, o il proprio carisma; i miscredenti non vanno messi all’indice come nemici giurati della fede, ma come persone che non hanno ancora ricevuto da Dio la grazia della fede, che non sono ancora pervenuti alla sua conoscenza, e quindi vanno guardati con amore e compassione, sapendo che il Signore avrà senz’altro di tutti e di ciascuno Misericordia nel giudizio particolare della nostra anima, quando compariremo davanti al suo Tribunale. La vita in stato di grazia ha come approdo finale il Paradiso, la vita in peccato mortale ha come approdo finale l’inferno, tutto sta alla nostra scelta in rapporto a Dio, accettare o meno la salvezza dipende soltanto da noi, nessuno decide al nostro posto, davanti a queste due opzioni siamo soli davanti all’amore di Dio, il nostro cuore è nudo davanti alla Verità che ci giustifica o ci condanna; con questo desidero fare a tutti un appello: liberatevi dalla tirannia di satana sulla vostra anima, sul vostro cuore e sulla vostra mente, andate a Confessarvi e diventate persone libere, veri figli di Dio, questo è infatti uno dei messaggi centrali di tutto il Vangelo e non ci sono altre strade, non ci sono alternative, o ci si Confessa pentendosi delle proprie colpe e ci si converte sinceramente, o si rimane schiavi del maligno e si finisce con lui inevitabilmente all’inferno dopo la morte. A ciascuno la propria scelta, perché per il Signore la libertà personale di un’anima di amarlo o meno, è sacra e inviolabile: Dio rispetta sommamente la nostra libertà… siamo noi che non rispettiamo Lui, ogniqualvolta commettiamo il peccato, e Lui continua a perdonarci e ad avere pazienza aspettando il nostro ritorno.

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