Oggi è il primo novembre,
festività di Ognissanti in cui si commemora il ricordo di tutti i santi e le
sante della Chiesa; chi sono i santi? sono gli amici di Dio, coloro che nella
vita sono stati fedeli alla sua Legge e ai suoi Comandamenti, coloro che hanno
saputo amare con cuore libero e sereno, coloro che hanno testimoniato la fede
in Cristo fino al sacrificio della vita, con coraggio e abnegazione, coloro che
hanno fatto del bene senza chiedere nulla in cambio, sono coloro che la Chiesa
dichiara tali perché hanno praticato con fatica e impegno le virtù cristiane in
grado eroico; Ognissanti è la festa di chi nell’ordinario della propria vita ha
saputo, anzi voluto con tutto il cuore, amare Dio e il suo prossimo,
comprendendo che il significato dell’esistenza umana è nascosto entro un
segreto accessibile a tutti, e cioè che la vita è grazia che viene dal Signore
e dev’essere dono per gli altri che incontriamo sul cammino, dev’essere
qualcosa di partecipato nell’amore; i santi e le sante sanno cosa significa
piangere per chi soffre ed è solo, povero, emarginato, abbandonato, dimenticato
da tutti e loro sono lì, sono presenti agli ultimi, vicino a loro, per
condividere tutto, per dare sé stessi in un atto di autentica compassione che
non si ferma al sentimento e alle lacrime, ma va oltre, fino a fondersi con il
cuore del sofferente, fino a sentire l’altro come se si fosse nella sua
persona, in una profonda empatia, in una comunione che è l’essenza stessa dell’amore
divino; i santi e le sante sono l’onore dell’umano genere, le persone migliori
che la nostra storia abbia avuto e avrà in futuro, sono persone normali come
noi ma con una particolarità: hanno scelto di amare, e di amare quel Dio che li
ha amati prima di ogni tempo, di amarlo nel prossimo, di amarlo con tutto il cuore
e con assoluto disinteresse. Ci sono santi e sante che la Chiesa proclama tali
solennemente perché siano esempi da seguire per tutti gli altri fedeli, ma sono
molti di più i santi e le sante sconosciuti, persone che si sono santificate
nel nascondimento, persone che nessuno conosce e che nessuno conoscerà, che il
tempo si è portati via come tutti i nati da donna che magari non hanno fatto la
storia, ma hanno vissuto una vita umile e all’insegna del quotidiano, proprio
come noi, ma che il Signore ha riconosciuto per suoi figli e sue figlie e ha
accolto nel suo Paradiso, anime innumerevoli di beati nella comunione dei
santi, ma cosa significa comunione dei santi? Significa che tutte le persone
che si trovano in stato di grazia di Dio, condividono i beni eterni, per coloro
che sono morti è la visione beatifica nell’aldilà e sono felici e libere,
impossibilitate a peccare e a separarsi dal sommo bene che è Dio stesso,
Trinità beatissima nella comunione e nella partecipazione della Carità, Dio
stesso; coloro che attualmente vivono quaggiù e si trovano in grazia di Dio,
partecipano in modo indiretto e insensibile alla beatitudine celeste, quando
passeranno la soglia della morte entreranno in Paradiso; la grazia di Dio è la
condizione dell’anima in comunione con Dio ed è in stretto legame con la
comunione dei santi, chi è in grazia di Dio partecipa fin da subito alla
comunione dei santi; tutto questo collima con il Mistero della nostra salvezza
compiuta da Gesù sulla Croce, è Gesù che ci dona il Paradiso, è Lui il nostro
Cielo. Per essere degni di andare in Paradiso è necessario vivere in grazia di
Dio, escludendo da noi il peccato, il male, l’egoismo, la menzogna, la
cattiveria, quindi tutto quello che potrebbe separarci dall’amore di Dio, per
entrare in Paradiso occorre affidarsi alla divina Misericordia ed essere in
grazia: il Signore tramite la sua Chiesa ci ha donato tutti i mezzi che sono
necessari per mantenersi in grazia, questi mezzi sono i Sacramenti della
Confessione e dell’Eucaristia, sono i mezzi soprannaturali con cui il cristiano
vive della stessa vita di Dio, vive in comunione con Lui, anche i santi e le
sante hanno dovuto ricorrere a questi mezzi per poter avanzare e crescere nel proprio viaggio personale verso l’eterna salvezza, un continuo cammino di conversione a
Dio e di separazione dal peccato, hanno dovuto combattere il male che si
annidava in loro e scegliere sempre per il bene, sono loro a insegnarci che la
vera vita cristiana è la vita di un soldato in battaglia, è un combattimento
instancabile contro le forze del male, contro l’impero delle tenebre le cui
colonne portanti sono la carne, il mondo e il maligno. I santi e le sante sono grandi
combattenti, non si sono mai arresi e sono coloro che veramente hanno
realizzato in pienezza la propria vita, l’hanno realizzata scegliendo Dio e
rinunciando a sé stessi, è come se in loro il Santo Vangelo sia divenuto
persona a imitazione del Maestro Gesù Cristo, i progetti che il Signore aveva
su queste creature buone si sono compiuti perché hanno ascoltato la sua Parola di verità
e gli hanno dato la massima fiducia. In questo giorno ricordiamoci del Cielo in
cui tutti i nostri santi e le nostre sante vivono eternamente, loro ci vogliono
felici per sempre e noi cerchiamo con il nostro impegno di cristiani di diventare
conformi alle beatitudini evangeliche, per essere degni di partecipare al
medesimo destino di gioia e di pace senza tramonto. L’ultima parola non è della
morte, l’ultima parola è la Risurrezione di Cristo, fissiamo lo sguardo a Gesù
risorto, quello è il nostro vero destino e il senso autentico della virtù
teologale della Speranza. La festa di Ognissanti è una festa con una valenza prettamente pasquale ma anche universale, il dies natalis di ogni anima umana creata
da Dio-Amore per il Paradiso, il Dio amante della vita.
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