All’inferno ci sono le fiamme,
c’è il fuoco? Sì c’è un fuoco che arde e che permea le creature dannate senza
mai consumarne l’essere, è un fuoco che comporta una nemesi, all’interno di
quel fuoco le persone sono trasformate a immagine del male, sono in
putrefazione senza mai consumarsi, perché quel fuoco che tormenta è un fuoco
spirituale che accentua il tormento di quelle facoltà dell’anima con cui il
dannato ha commesso le sue colpe quando era nella vita di quaggiù, brucia nei
suoi sensi interni ed esterni, brucia ma non consuma perché l’anima umana è per
natura immortale: per quanto dureranno quelle sofferenze? Per sempre, per tutta
l’eternità. I demòni all’inferno sono i torturatori delle anime e oltre al
fuoco acceso dall’ira di Dio, questi stessi demòni carcerieri sono gli artefici
di innumerevoli sevizie, anime e demòni si odiano a vicenda ma le anime sanno
che i demòni sono più forti costituzionalmente e ne hanno una paura tremenda,
perché possono usare di loro a proprio piacimento, secondo la varietà del loro
capriccio perverso, le anime sono come pupazzi nelle grinfie di sadici
giocattolai. All’inferno c’è il buio, una spessa coltre di tenebra? Sì è tutto
avvolto dall’oscurità, è uno spazio senza fine avvolto dall’oscurità e in
questa oscurità il potere demiurgo dei demòni architetta il mondo dell’odio,
del rancore, del rimorso e della paura: la mente dei demòni è creativa e
costruisce il proprio ambiente abitativo, per sé e per le anime umane che hanno
conquistato, l’inferno occorre sempre ricordarlo non lo ha fatto Dio ma l’hanno
fatto loro, è la dimensione del loro mondo tenebroso. Un’anima all’inferno
soffre terribilmente e tra lei e l’amore di Dio non esiste più alcuna
comunicazione, i dannati sono tagliati fuori, sono separati da Dio da un grande
e invalicabile abisso. Nessuno va all’inferno senza saperlo, così ha stabilito la
divina Misericordia, chi nella vita fa tutto contro Dio è pienamente consapevole
che andrà all’inferno anche se si dichiara ateo: convincersi che una cosa non
esiste non cambia la realtà e la morte è inevitabile, non pensare all’inferno e
vivere la vita terrena come l’ha vissuta il ricco epulone della parabola
evangelica, non cambia la realtà e il suo conseguente destino. Per satana l’inferno
è una conquista mentre per un’anima è il fallimento di tutta l’esistenza,
satana vuole togliere anime a Dio per portarle nella sua infelicità, perché non
ha potuto ottenere quello che voleva e cioè appropriarsi della divinità per
rapina, ruba le anime al Signore per dimostrare che le sue creature senzienti
non lo amano, per avere la sua adorazione dalle creature perdute, satana ha
detto di no per sempre all’amore di Dio e al suo progetto su di lui, ruba le
anime per invidia e in odio a Dio, l’inferno è l’insondabile mistero della
libertà, soltanto una creatura libera può amare, senza vera libertà non c’è
amore e Dio ha rischiato a creare persone libere, e satana ci insegna che per
amare Dio occorre necessariamente essere liberi, lui e gli altri demòni e tutti
i dannati hanno esercitato questa facoltà e gli hanno detto no per sempre. L’inferno
è il mistero della libertà e forse anche della follia, perché se una persona ti
ama con tutto il cuore come si fa a non ricambiarla? Se una persona mi ama così
tanto, riamarla diventa un atto spontaneo… l’inferno nella sua essenza è l’apoteosi
della malattia mentale: all’inferno sono tutti pazzi, è come un immenso e
labirintico manicomio. Per non finirci anche noi decidiamo di amare, cerchiamo
di rinsavire e non lasciamoci ingannare da delle ingegnose macchinazioni
intellettuali. Da quel posto non si torna più indietro, il biglietto è di sola
andata e la permanenza significa eternità: ricordiamocelo, nessuno di noi muore
veramente.
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