“ Questa mia prosa parla della morte alla luce della vita e dei loro significati più
nascosti, nell’oltre del realismo esistenziale di ciascuno ”...
Vedo muoversi ombre dentro la
mia memoria e gridano disperate l’angoscia di un passato oramai perduto, un
passato lontano senza ritorno e senza la speranza dei fari per le navi nel buio
Ombre angosciose come grigi che
gridano rabbia verso coloro che pregano secondo buone mozioni dell’anima e
detestano l’ingiustizia, coprono di tedio il presente tendendo agguati e
ingannando i semplici
Un’ombra lunga e nodosa come il
ramo morto di quell’albero antico che della provvidenza non sa più cosa farsene
nel tetro ridente di una notte senza stelle, e senza la stella luminosa del
nord
Uomini che sapevano cosa la
vita racchiude per i viventi e cioè rispetto e stima nei riguardi di tutti i
cuori che pulsano sangue umano, che come bevanda nutre la vita stessa e bagna
la carne
Uomini senza più la
riconoscenza per ciò che attraversa il mondo e quindi gioia e dolore che come desiderio fremono di ansia nelle viscere dei rancorosi, dei ribelli alla
misericordia, dei senza Dio
Uomini che non sanno più la
differenza tra il bene e il male, perché nessuno gliel’ha insegnata nella loro
vita dove la violenza è la legge per stabilire ciò che è giusto e ciò che è
sbagliato
Sono soltanto ombre che si
allungano col sole calante questi uomini senza coscienza e con il livore della
vendetta, uomini che bramano sangue e che l’anima l’hanno già data al demonio
Ombre grigie che su un terreno
polveroso alzano la loro voce per gridare tutto il loro vuoto, ombre senza una
parvenza simile a quella dell’uomo ma come bestie scivolano tra le fiamme
dell’inferno
Tra sé dicono che non c’è nulla
di cui pentirsi e che il rimorso è per i deboli e gl’incerti, loro sono sicuri
delle proprie convinzioni e si gettano come scintille nell’incendio che dentro
li consuma senza distruggerli
Del loro passato ricordano
d’esser stati schernitori sarcastici e di non aver creduto alle chiacchiere dei
preti che esortavano alla conversione, discorsi che affermavano che tra il bene
e il male la differenza è grande ed è impossibile non distinguerla
Il loro passato è passato come
un neonato che dopo qualche anno è già uomo e si sente fare le stesse
provocazioni, ma lui non vuole cambiare perché la via del male è piana, facile
e senza apparenti pericoli, la via del male è la più conveniente per condurre
una vita bella e comoda
Il passato adesso non lo ricordano
quasi più, perché c’è tutta l’eternità che non è come un’ombra passeggera, ma è
come la realtà di quando camminavano sulla terra lieti per aver rubato, per
aver ucciso, per aver mentito, per aver calunniato, per aver bestemmiato Colui
che odiano senza requie, lieti per aver calpestato la vita del loro prossimo,
per averlo disprezzato, per avergli portato via la libertà e la dignità, per
aver provato sentimenti di gioia maligna e di soddisfazione in tutta questa sozzura,
nel fare quello che hanno fatto con la ragione del più forte, con la viltà dei
senza onore
La danza macabra dell’inferno
che nei sabba si ballava per ingraziarsi i favori del diavolo, è diventata la
loro oscena prigione di anime sopra anime e la ruota della tortura continua a
girare, gira senza sosta il tempo che mai finirà, gira mentre le conversazioni della
gente del fuoco sono tutto un vociferare parolaio e inutile, come quando
pregavano l’Eterno senza dirgli di amarlo sinceramente ma chiedendogli la gioia
terrena, cogli l’attimo fuggente e sii felice quaggiù dicevano a sé stessi, ma
nell’antro oscuro e puzzolente conoscono la verità di ciò che è stata la loro
vita rapida e passeggera
La loro vita nel tempo è stata
una parodia di giullari vestiti con abiti sgargianti, la loro vita nel tempo è
stata un palcoscenico dove recitavano da ipocriti, degli istrioni convinti di
possedere una grande dignità, mentre i figli di Dio soffrivano a causa loro e
loro se ne disinteressavano, come avveniva nella parabola del povero Lazzaro e
del ricco epulone di cui conosciamo l’esito
L’ombra della fine ci
perseguita e a nulla c’è rimedio oltre che al meditare con coscienziosa
moralità la morte, la cui falce è invincibile, la cui falce mieterà ogni
vivente
L’ombra della morte porterà i
beati alla Luce eterna e i dannati alle tenebre del fuoco inestinguibile, sulla
terra dopo la mietitura non rimarrà più nessuno per scrivere una cronaca ai
posteri
Meditare la morte è pericoloso
perché porta gli empi a radicalizzarsi nel male, un empio che pensa alla morte
è preso dalle convulsioni del peccato, desidera il peccato e lo compie, mentre
i buoni che meditano la morte diventano ancora più buoni e saggi, sanno che con
la morte entreranno nella pace eterna del loro Signore e con tutto il cuore
amano la vita e la proteggono, perché sanno che è bene
C’è il filosofo che ama la
morte e la persegue, e c’è il filosofo che nonostante la prospettiva della
morte ama la vita, è questione di scelta, non c’è nulla di predeterminato,
soltanto la differenza tra persone buone e persone cattive, e questa differenza
è realtà inconfondibile e tra il nero e il bianco non ci sono tonalità di
grigio, il grigio è mediocrità, essere persone grigie significa comunque essere
nella cattiveria della morte, il grigio è già sporcizia di morte
Se qualcuno ha capito la vita e
la morte ha capito il pensiero di Dio, e ha smesso di avere paura dell’ignoto,
quel passaggio lo attraverseremo tutti inevitabilmente: è come un treno che fa
numerose fermate, a ogni fermata scende qualcuno e noi lo perdiamo, ma la speranza
è di ritrovarlo, un giorno ci ritroveremo tutti insieme in quello che Gesù ha chiamato
il Regno dei cieli o la casa del Padre; coloro che hanno
speranza soltanto in questo mondo sono dei miserabili, nascondono sotto la loro
falsa gioia una sconfinata disperazione e li attende una rovina sempiterna
Molti santi e sante hanno
consigliato di pregare il santo Rosario tutti i giorni, in quanto al momento
della morte incontreremo così la felicità tanto desiderata, sarà la Madonna infatti
a venirci a prendere per portarci in Cielo… ma occorre il coraggio della fede,
per i miscredenti rimane consolidata la rassegnazione disperante dell’annientamento.
Ricordiamoci che nemmeno nella scienza fisica esiste il concetto di nulla, il
nulla non esiste, è soltanto un errore di giudizio o un criterio metafisico:
l’unico a conoscere il nulla come realtà esistente può essere solamente il
Creatore, in quanto ontologicamente sussistente, l’Essere in sé stesso
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