Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 10 agosto 2017

Le comunità del diavolo

C’era una volta una comunità religiosa dove ciascuno aveva a cuore la felicità terrena, in gruppo chiedevano a Dio i beni materiali in cambio di una miserevole lode. La testimonianza di chi si riteneva benedetto dal Cielo consisteva nel redarre la lista dei benefici che il Signore aveva concesso nella sua bontà; nel loro pensiero malinteso, falso e contorto finché Dio gli elargiva ciò che li rendeva felici andava pregato e amato, appunto perché buono. Accadde un giorno che la menzogna fu smascherata, appena fecero esperienza della Croce di Cristo, sì perché Dio è un Dio crocifisso che non ha mai promesso a nessuno la felicità terrena, i beni materiali, il successo o la salute del corpo, né tantomeno il piacere che molti uomini perseguono avidamente. Un antico motto riguardante la Croce recita così : “Se l’accogli ti sostiene, se la rifiuti ti schiaccia”, e poi tutti dovrebbero sapere che chi ama veramente Gesù ama la Croce e la porta volentieri e con gioia, e chi ama veramente il prossimo vede nelle sue sofferenze e nelle sue umiliazioni il tanto benignissimo Gesù e ne prova compassione e il desiderio di fare come ha fatto il Cireneo sulla via dolorosa, di fare come ha fatto la Veronica e di stare accanto alla Madonna in lacrime come il giovanissimo apostolo Giovanni. Quando sopraggiunse la sciagura, prima in un modo e poi in un altro, tutti bestemmiarono Dio in faccia, anzi pervennero alla pervicace convinzione che Dio sia soltanto un personaggio di fantasia, anzi peggio che Dio sia cattivo; ciascuno di quei poverini arrivò ad affermare con assoluta blasfemia: “Un Dio così io non lo voglio!”, e in cuor loro lo rinnegarono giustificandosi con queste sciocche parole: “Noi scegliamo la vita”, in realtà commettendo un grave peccato scelsero satana che tutto contento si prese quel malloppo di anime. Da gregge di pecorelle divennero caproni, e il buon pastore divenne il lupo rapace. La vita è passeggera e per tutti coloro che vengono al mondo è un tempo di prova, è il tempo concesso dalla divina provvidenza per dire di sì al Signore oppure per rifiutarlo, è il tempo per credere e per convertirsi oppure per cadere sempre più nel peccato e nell’impenitenza. Di fronte alla libertà dell’uomo l’onnipotenza di Dio è annichilita, diventa un nulla, tanto è profondo il rispetto e alta la considerazione che Egli ha nei nostri confronti: non siamo burattini, siamo creature nobili e l’amore è davvero autentico se procede da una mozione della nostra volontà, come recita una preghiera ebraica: “Ti siano gradite Signore le mie parole e le espressioni del mio cuore”; la libertà e la volontà stanno alla base della nostra dignità di persone, senza libertà non si può scegliere di amare, senza libertà non ci sarebbe amore… purtroppo con la libertà c’è anche il male, che è un grande mistero e che deturpa l’opera del Creatore. Il Signore permette il male, ma ciò non significa che lo voglia, lo permette per delle ragioni che all’intelligenza umana resteranno sempre quasi del tutto ignote.

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