C’era
una volta una comunità religiosa dove ciascuno aveva a cuore la
felicità terrena, in gruppo chiedevano a Dio i beni materiali in
cambio di una miserevole lode. La testimonianza di chi si riteneva
benedetto dal Cielo consisteva nel redarre la lista dei benefici che
il Signore aveva concesso nella sua bontà; nel loro pensiero
malinteso, falso e contorto finché Dio gli elargiva ciò che li
rendeva felici andava pregato e amato, appunto perché buono. Accadde
un giorno che la menzogna fu smascherata, appena fecero esperienza
della Croce di Cristo, sì perché Dio è un Dio crocifisso che non
ha mai promesso a nessuno la felicità terrena, i beni materiali, il
successo o la salute del corpo, né tantomeno il piacere che molti
uomini perseguono avidamente. Un antico motto riguardante la Croce recita così : “Se l’accogli ti sostiene, se la rifiuti ti
schiaccia”, e poi tutti dovrebbero sapere che chi ama veramente
Gesù ama la Croce e la porta volentieri e con gioia, e chi ama
veramente il prossimo vede nelle sue sofferenze e nelle sue
umiliazioni il tanto benignissimo Gesù e ne prova compassione e il
desiderio di fare come ha fatto il Cireneo sulla via dolorosa, di
fare come ha fatto la Veronica e di stare accanto alla Madonna in
lacrime come il giovanissimo apostolo Giovanni. Quando sopraggiunse
la sciagura, prima in un modo e poi in un altro, tutti bestemmiarono
Dio in faccia, anzi pervennero alla pervicace convinzione che Dio sia
soltanto un personaggio di fantasia, anzi peggio che Dio sia cattivo;
ciascuno di quei poverini arrivò ad affermare con assoluta
blasfemia: “Un Dio così io non lo voglio!”, e in cuor
loro lo rinnegarono giustificandosi con queste sciocche parole: “Noi
scegliamo la vita”, in realtà commettendo un grave peccato
scelsero satana che tutto contento si prese quel malloppo di anime.
Da gregge di pecorelle divennero caproni, e il buon pastore divenne
il lupo rapace. La vita è passeggera e per tutti coloro che vengono
al mondo è un tempo di prova, è il tempo concesso dalla divina
provvidenza per dire di sì al Signore oppure per rifiutarlo, è il
tempo per credere e per convertirsi oppure per cadere sempre più nel
peccato e nell’impenitenza. Di fronte alla libertà dell’uomo
l’onnipotenza di Dio è annichilita, diventa un nulla, tanto è
profondo il rispetto e alta la considerazione che Egli ha nei nostri
confronti: non siamo burattini, siamo creature nobili e l’amore è
davvero autentico se procede da una mozione della nostra volontà,
come recita una preghiera ebraica: “Ti siano gradite Signore le
mie parole e le espressioni del mio cuore”; la libertà e la
volontà stanno alla base della nostra dignità di persone, senza
libertà non si può scegliere di amare, senza libertà non ci
sarebbe amore… purtroppo con la libertà c’è anche il male, che
è un grande mistero e che deturpa l’opera del Creatore. Il Signore
permette il male, ma ciò non significa che lo voglia, lo permette
per delle ragioni che all’intelligenza umana resteranno sempre
quasi del tutto ignote.
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