Quando
guardiamo il volto di una persona cara a cui vogliamo bene, che cosa
scorgiamo? Quando un ragazzo si innamora di una ragazza, che cosa
scorge nei suoi occhi? Quando incontriamo una persona che soffre e ci
domanda aiuto, che cosa sentiamo dentro di noi? Le risposte a queste
domande sembrano scontate ma non è così, per ciascuno di noi ad
ogni domanda corrisponde una risposta differente, per ciascuno di noi
è differente il modo di sentire il prossimo e di relazionarci con
gli altri. Spesso entriamo in contatto con chi ci circonda e non
proviamo alcun sentimento: nei confronti di uno sconosciuto che viene
oppresso o vilipeso, noi che cosa proviamo? Qualcuno potrebbe anche
rispondere ‘niente’. Al mondo non c’è quasi nessuno che ama il
suo prossimo, i benefattori che predicano l’amore per il prossimo
sono i primi a vivere in un cinismo spietato, spesso è così.
Dovremmo pensare che l’altro è come noi e provare a stare nei suoi
panni per convincerci a fare qualcosa per aiutarlo, questo
atteggiamento di fondo ci rende veramente umani. La sensibilità che
ci spinge a compatire qualcuno che attraversa una situazione
difficile, una situazione di solitudine e di disagio, quella
sensibilità che talvolta ci fa piangere, è un connotato saliente
dell’amore. Chi ama per davvero non può che essere una persona
sensibile, altruista e generosa, che sa uscire da sé stessa ed è
capace di pensare anche al bene delle persone che incontra attraverso
l’itinerario della propria vita. Quante persone sono fatte così?
Se guardo a me stesso dovrei sperare di essere così, per dimostrare
che le creature umane non sono tutte affette da una malvagità
congenita. Cambiare innanzitutto noi stessi per contribuire a
cambiare il mondo è un’affermazione assurda, perché per cambiare
occorre rinunciare al mondo. Non si può cambiare senza distinguersi
dal mondo e senza farselo nemico. Per cambiare è necessario
rinunciare a quei valori che sono propri della mentalità del mondo e
che sono contrari alle virtù, alla moralità e alla compassione. La
ragionevolezza è dissimile dalla follia, cerca di stare in disparte
mentre il mondo vive di teatralità e apparenza; la ragione cerca dei
significati e delle motivazioni per agire e per agire a fin di bene,
la follia è nociva per sé e per gli altri. La ragione comprende e
sceglie la verità, la riconciliazione e la pace; la follia non
comprende e ostenta conoscenza e buon senso, la follia dice di sé
stessa di possedere la verità mentre quel che possiede è soltanto
il suo orgoglio e la sua presunzione; le persone ragionevoli guardano
a chiunque con benevolenza, sono facili al perdono, sanno piangere
anche per il nemico; le persone folli hanno perso la ragione e la
bussola per distinguere il bene dal male, per agire secondo
coscienza.
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