Raikoh
era un principe, l’ultimo discendente di una dinastia decaduta;
combatteva con coraggio le ombre nere, delle creature malefiche
intente a mettere gli uni contro gli altri i figli degli uomini. Le
ombre nere vagabondavano dappertutto sul vasto territorio che riuniva in
sé la gloria dei sette regni, cercavano chi ingannare persuadendo i
malcapitati a odiare chi la propria moglie, chi il proprio marito,
chi la madre o il padre, chi i figli, chi gli amici o coloro che si
hanno accanto da una vita per i più disparati motivi e nei cui
confronti da sempre si prova affetto. Raikoh era anche un cacciatore, viaggiava instancabile attraverso i sette regni con un unico scopo, quello di
mandare in frantumi i piani delle ombre nere. Possedeva l’arma con
cui poter combattere e distruggere le ombre nere, quest’arma
risiedeva in tre gemme mistiche: il suo cuore puro, la preghiera del
salterio angelico e l’amore per il prossimo. Le ombre nere avevano
un capo, colmo di odio, invidioso e molto superbo, che prima del
sorgere di ogni alba, ancora immerso nelle tenebre della notte,
chiedeva conto ai succubi di ogni perfido misfatto; un succube del
tenebroso gli domandò: “L’Innominabile ha molte anime che
pregano e c’è troppa luce che ci spaventa e ci scaccia, cosa
dobbiamo fare?”, ed egli rispose: “Fateli disperare della
vita affinché si ripieghino su sé stessi e smettano di pregare”,
“Abbiamo provato ma qualcun altro prega per loro e la speranza
rimane sempre accesa”, allora il tenebroso con voce rauca e
rabbiosa così disse: “E’ la grazia che rimane accesa nel
cuore degli eletti, è la perseveranza, è la buona volontà, tutto
questo bene è qualcosa che mi disgusta!”. “E quel
Raikoh?”, “Fate in modo che lo uccidano, perché costui
conosce la Verità”. E le ombre nere si misero alla ricerca del
principe aureo con la convinzione che gli idolatri amanti del mondo, avendo in
odio ogni cosa spirituale, accorgendosi del benedetto lo avrebbero
perseguitato con odio veemente e lo avrebbero ucciso così da
favorire la loro opera seduttrice. Raikoh era intento a purificare
una vasta area dove sorgevano abitazioni rurali, case in cui
abitava gente semplice ma buona; le ombre nere lo videro da lontano e
scorsero la luce, quindi non si avvicinarono troppo. Non troppo
lontano c’era anche la casa di un uomo solitario che nel passato
commise tanti gravi peccati per il desiderio del denaro e del potere,
andarono da lui. “La luce prevale un po’ ovunque e tu da
sempre sei nostro, noi ti promettiamo grandi tesori se farai morire
quel tale”. Allora l’uomo si alzò e si mise subito in
cammino. Trovato Raikoh il quale come sempre era pacifico,
inoffensivo e indifeso, estrasse uno stiletto acuminato intriso del
veleno letale di una serpe rossastra; avvicinandosi senza timore e
senza alcuna difficoltà lo trafisse al cuore e il giusto che amava
la Verità cadde. Un angelo del Signore lo vide e lo prese tra le sue
braccia per portarlo in Paradiso, l’angelo pianse e si turbò per
la durezza del cuore di quell’uomo solitario, era un uomo cattivo.
Ma l’angelo ricevette un comando e lo riaccompagnò sulla terra,
l’angelo disse a Raikoh: “Ti è stato concesso del tempo per
portare la luce anche a quell’uomo che ti ha ingiustamente
trafitto”, ed egli sorrise dicendo: “Lo voglio con me in
Paradiso”. Qualche anno dopo l’uomo fu liberato dalle catene
delle ombre nere e pianse per tutto il male che aveva fatto, il suo
cuore trovò la pace e la preghiera rifulse perché luce. Con il
trascorrere del tempo la luce rifulse vittoriosa nei sette regni, perché la
grazia e la preghiera oramai permeavano le menti e i cuori di
numerose persone e la Verità fu conosciuta e amata, non ci fu più
posto per le ombre nere che tornarono nell’abisso da dove erano
venute, tornarono laggiù in quel pozzo immenso, orrido e sinistro
dove ad attenderle sedeva sul suo trono il tenebroso, che non smise
mai di odiare e di maledire.
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