La nostra società è fondata
sulle menzogne e la corruzione coinvolge un numero altissimo di persone, perché
il denaro è il solo idolo capace di muovere l’interesse di tutti; non è
possibile salvare la società dalla corruzione, perché l’andamento del mondo è
una progressiva disumanizzazione dei costumi e una costante crescita della
ricerca dell’interesse personale ed egoistico, quindi la depravazione della
mente umana, è la rassicurante condizione per un futuro fatto di belle
aspettative consolanti… Questo sporco mondo fatto di gente ignobile, per quasi
tutta la sua totalità, va verso la rovina più degradante: non servono i profeti
di sventura per comprendere l’abisso di male cui tutti sono proiettati, basta
una visione realistica dell’essere umano e del suo sporco mondo, per essere
consapevoli dell’inferno che va imponendosi nelle società umane. Siamo come al
crollo del sacro romano impero, dove le masse si illudevano di aver raggiunto
il benessere e la prosperità, mentre all’interno cresceva il cancro della corruzione
e della decadenza, quasi nell’inconsapevolezza collettiva. Il salario del
peccato è la morte; nel mondo ci sono forze di distruzione che attendono il
loro scatenarsi, mentre tutti dormono sonni tranquilli, forze che vogliono il
male per il male, per quanto non sia possibile al buon senso il comprenderlo.
Perché il salario del peccato è la morte? Che cos’è il peccato? E’ la
disgregazione necrotica di ogni bene positivo, è il disfacimento dell’anima
delle persone, la corruzione del vizio e dell’egoismo, l’odio verso i propri
simili, tutto ciò che è male e che dall’interiorità umana si propaga nella
società e nelle relazioni tra individui: la decadenza. Il suo salario è la
morte, perché la morte è quello che di più simile ci sia al male morale, il riflesso
nello specchio della vita, tra lo spirito e la materia, tra l’anima e la realtà
esteriore e visibile; morte e decadenza, sono davanti a noi in prospettiva e la
loro evitabilità è pressoché impossibile, la storia è ciclica, si ripete
alternativamente per sempre e dove si edifica la civiltà si deve distruggerla
per riedificarla, così ancora e ancora, sempre… è la legge dell’eterno ritorno,
a cui non si può sfuggire, per quanto gli sforzi dell’oggi siano proiettati
verso il paradiso in terra, un sogno assurdo che sfocerà nel peggiore degli
incubi, la decadenza dell’umana civiltà per un nuovo rinascimento. L’umanità è
il vero peccato del mondo, questa pestilenza che ammorba la nostra madre terra,
il cancro dell’universo che deve necessariamente essere redento, dal fuoco e
dalla spada; comunque il destino del mondo non può essere cambiato, la guerra
non sarà mai bandita dal suolo sempre intriso di sangue, perché la creatura
umana è pazza e la sua follia si esprimerà inevitabilmente nella sua storia, la
creatura umana è malata e la sua malattia è inguaribile, e la sua malattia si
chiama “ delirio di vita ”, per questo la cura porta nome “ tormento di morte ”;
tutto è impresso nella nostra carne, occorre attendere con pazienza l’avvento
dell’antivita, che attraverso i millenni purifica da questo inconveniente
parassitismo, la natura della nostra madre terra, con la sua falce mietitrice,
le doglie dell’avvenire apocalittico, la rivelazione del futuro decadimento,
verso la rinascita, una civiltà nuova dove il pensiero rompe gli argini della
materia inanimata: un nuovo mondo di bene e di male, dove l’equilibrio assesta
le ragioni della carne umana, dove l’equilibrio mette ordine tra la vita e la
morte, oltre il caos dell’antivita, oltre l’illusione del paradiso in terra,
fuori dall’inferno della decadenza, fatta di corruzione e di peccato, civiltà
espiante il male delle anime, arcano spettro del futuro, nuovo ordine di
rinascita per gli spiriti.
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