In una preghiera del passato a
san Michele Arcangelo, erano presenti queste parole come sua conclusione: “ Fa
che non abbiamo a perire nel tremendo Giudizio ”. Il Giudizio fa parte dei
novissimi, le Verità ultime della Fede cristiana: morte, Giudizio, inferno,
purgatorio, Paradiso; il Giudizio viene dopo la morte ed è senza appello,
soltanto la vita presente è il tempo della misericordia, il tempo che Dio
concede per credere e convertirsi, per potersi salvare dall’inferno. Nel
purgatorio le anime sono già salvate, sono già redente, devono soltanto
prepararsi, espiare e purificarsi, acquisire la perfezione della carità, per
poter accedere al Paradiso; Gesù nel Vangelo afferma che gli uomini renderanno
conto a Dio di tutto, anche della più piccola parola pronunciata, poiché nel
Giudizio sarà presente tutta la loro vita, che verrà pesata sulla bilancia
della Giustizia del Signore, la vera Giustizia! Non la giustizia balorda degli
uomini mondani, quella terrena per intenderci. La bilancia della Giustizia è la
Croce di Cristo, essa pesa i cuori e retribuisce le anime secondo le loro
azioni, secondo verità, con imparzialità perfetta: alla fine della vita saremo
giudicati sull’amore, questo è il criterio del Giudizio, quindi chi non avrà
amato sarà inevitabilmente condannato, chi avrà amato sarà tra i redenti, nella
Gerusalemme celeste, come è scritto nell’Apocalisse di Giovanni. Con Gesù erano
crocifissi due uomini, due malfattori, così li definisce il Vangelo, uno a
destra e l’altro a sinistra: entrambi parlano con Gesù durante l’agonia della
crocifissione, uno dice al Signore, quasi per deriderlo, con assoluta
miscredenza, che se egli è il Figlio di Dio, scenda dalla Croce e salvi sé
stesso e loro, l’altro gli dice, con un atto di Fede sincera e riconoscendo
l’innocenza di Gesù, quindi amandolo: “ Signore, ricordati di me, quando
entrerai nel tuo Regno ”; Gesù gli risponde: “ In verità, in verità ti dico,
oggi sarai con me in Paradiso ”. Gesù scruta il cuore di entrambi, in uno vede
la chiusura alla misericordia, l’impenitenza e nell’altro un sincero pentimento
delle proprie colpe, un atto autentico di carità ed è per questo che il destino
di entrambi, è stato per ciascuno di loro diverso da quello dell’altro, il
Giudizio si è applicato in questi termini, come sui due piatti della bilancia,
condanna e assoluzione, perdizione e salvezza: la Croce del Signore è stata la
bilancia che ha decretato il Giudizio. Questo è il tempo propizio per accettare
la salvezza, dopo la morte i giochi sono fatti, quindi la vita è un’occasione
unica, non esiste una seconda opportunità; la Fede insieme alle opere sono il
cardine della salvezza, non si può separare la Fede dalle opere e le opere
dalla Fede, come dice san Giacomo Apostolo nella sua epistola, la Fede senza le
opere è morta, egli dice anche: “ Io con le mie opere ti mostrerò la mia Fede
”, quali sono queste opere? Sono gli atti di carità, d’amore. La Croce, l’Amore
e il Giudizio sono in una dinamica intimamente coerente, sono forze che non si
possono disgiungere, sono un unico ente che pone l’anima in relazione al suo
Creatore e la fa passare dal tempo all’eternità, nel legame stabile che la
creatura ha scelto liberamente di avere con il proprio Creatore, per sempre:
una porta verso l’infinito.
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