Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

giovedì 7 marzo 2013

Caritas


Atto di carità - Mio Dio, vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché siete Bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor vostro amo il prossimo mio come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, fate chio vi ami sempre più ”. La carità è una virtù teologale, una delle tre, e per l’Apostolo san Paolo la più eminente, quella più importante al di sopra di qualsiasi altra virtù, tanto da dedicarle in una sua epistola, la prima lettera ai Corinzi, un grandioso inno, l’Inno alla carità: “ Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! ” ( 1 Cor 13,1-13 ). Perché l’Apostolo delle genti san Paolo, elogia così grandemente la carità? Perché sa benissimo che la carità è l’essenza stessa della natura e della vita di Dio, e coloro che si conformano ad essa vivono in stretta unione con Dio, in comunione con Lui: chi ama ha raggiunto la vita eterna, anche se la vita terrena pone un velo inaccessibile alla vita di Dio, a quella che viene definita in teologia la visione beatifica; carità è un termine proprio per definire la parola amore, carità e amore sono la stessa cosa, hanno il medesimo significato, cambia soltanto la formalità linguistica; nel nuovo Testamento molte sono le espressioni per indicare la determinante importanza della virtù di carità: nel dialogo con la Samaritana al pozzo, Gesù paragona la carità ad una sorgente zampillante che sgorga dal proprio seno, acqua viva che estingue definitivamente la sete, penso che questa definizione si riferisca alla vita di grazia, cioè alla comunione con Gesù, con Dio, grazia che soddisfa nel cuore dell’uomo il desiderio di amore assoluto e che lo realizza in pienezza; san Giovanni Apostolo dice che Dio è Amore, e che dove c’è l’amore c’è Dio, c’è la sua salvezza e la sua vita, e dice anche che chi ama è passato dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita; l’amore non è un romantico sentimento per adolescenti immaturi, ma è la volontà di bene unita ad un profondo sentimento di benevolenza e benignità, è la volontà finalizzata al bene, il bene che si concretizza nelle azioni, nei pensieri e nelle parole di una persona in rapporto a Dio e agli altri, il romanticismo non ha nulla in comune con il vero amore, il vero amore esige di abitare in un cuore puro, esente dalla cattiveria, dall’invidia e dalla malizia, soprattutto esente dall’egoismo. Ci sono due grandi Comandamenti che riassumono tutto l’insegnamento di Gesù: ama Dio con tutto il cuore e il prossimo come te stesso, chi fa questo ottiene la compiacenza del Signore e la sua benedizione, oltre che la comunione ai Beni eterni; l’amore, non facendo del male al nostro prossimo, è la via maestra che conduce alla salvezza, una via che ci rende migliori, il retto sentiero dei giusti del popolo dei redenti. L’amore non è una pia illusione per persone sciocche e deboli, è la forza che può rinnovare e salvare il mondo, coloro che amano sono le persone veramente forti, quelli che non sanno amare sono dei disperati da commiserare, gente che non riesce a dare un significato alla vita e al proprio destino: l’amore è la vita e la vita è l’amore, senza amore si è persone vuote, anime perdute. Nessuno è costretto ad amare, la virtù della carità è questione di libera scelta.

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