“ Atto di dolore - Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il
cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i vostri castighi, e molto
più perché ho offeso voi infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni
cosa. Propongo col vostro santo aiuto di non offendervi mai più e di fuggire le
occasioni prossime del peccato. Signore, misericordia, perdonatemi ”.
Esistono molte formule penitenziali, ma si può chiedere perdono al Signore per
il male commesso anche semplicemente con le proprie parole, con parole
spontanee che provengono da un cuore sinceramente pentito; per chiedere perdono
non soltanto al prossimo che sappiamo di avere offeso, ma anche a Dio che ci
dona ogni bene, occorre una virtù molto particolare e apprezzata anche dagli
uomini onesti e di buona volontà, occorre la virtù dell’umiltà; per riconoscere
di avere sbagliato è necessario superare il nostro orgoglio con tanta umiltà,
riconoscendoci imperfetti e fallibili, persone con tanti difetti e lacune,
persone che portano in sé la possibilità dell’errore, questo non è soltanto un
atto di umiltà, ma è anche un atto di autentica intelligenza, perché di solito
le persone umili e dai modi semplici sono anche le più intelligenti,
soprattutto se sanno fare della sana autocritica e sanno scoprire in loro
quello che può non andare bene in relazione agli altri, compreso Dio che appunto
è in rapporto a noi un’altra persona. Molti sostengono che per essere graditi
al Signore la virtù fondamentale sia proprio quella dell’umiltà, i grandi Santi
e le Sante nella storia della Chiesa furono persone profondamente umili che si
riconoscevano semplicemente e con convinzione dei poveri peccatori, in quanto
sapevano vedere alla luce dello Spirito Santo le proprie miserie e le proprie
manchevolezze, la propria condizione imperfetta, anzi più si avvicinavano a Dio
nella santità, più diventavano consapevoli della propria indegnità e più il
loro orgoglio e la loro superbia diminuivano, mentre le virtù venivano
affinate, compresa la virtù dell’umiltà; una persona umile è una persona
moralmente evoluta. Il maligno che è la persona più lontana da Dio è eccezionalmente
superbo, infatti vuole per sé il culto di adorazione che si deve avere soltanto
nei confronti del Signore, il diavolo è stato definito da alcuni profeti
illuminati del passato la scimmia di Dio,
perché in modo abusivo desidera essere dio al posto di Dio, e ricevere l’adorazione
dalle altre creature senzienti come se egli fosse il centro di tutta la
creazione, sapendo bene di essere soltanto una creatura uscita dalle mani del
Creatore; le persone superbe si avvicinano molto alla mentalità del diavolo e
si conformano al suo spirito deviato e perverso, si può ben dire che per
definire una persona con il termine diavolo, sia determinante scorgere in essa
un’eccessiva dose di orgoglio e di superbia, che gli sciocchi confondono con il
valore e la dignità: ci sono diavoli in forma umana, che sono delle autentiche eccellenze
di superbia e di autoesaltazione, in fondo tutti noi sappiamo che il mondo gira
su questa specie di giostra, che si chiama fiera
delle vanità. Per chiedere perdono al Signore dei propri peccati è
necessario fare un profondo atto di umiltà, che non significa umiliarsi, come
se si dovesse strisciare davanti a Dio calpestando la propria dignità, questo
Dio non lo vuole, significa invece riconoscersi per quello che si è, nient’altro
che peccatori, persone naturalmente inclini a compiere il male e a offendere l’Amore
di un Padre tanto buono da averci dato la vita, da averci dato anche di più: l’umiltà
è la virtù della consapevolezza, ma è soprattutto la virtù dell’amore nella
verità, perché il Signore nei nostri confronti si è dimostrato sommamente umile,
facendosi uomo come noi e andando a morire su una Croce, quindi Gesù ci ha
insegnato l’umiltà e il suo valore, infatti nell’umiltà si nasconde la vera
grandezza di una persona; Dio è una persona molto umile, che per salvare le sue
creature dalla morte eterna non usa la violenza, ma la mitezza, l’umiltà e la
pazienza di chi cercando i lontani, domanda semplicemente di ricambiare con l’amore
il proprio Amore per avere nuovi amici, anzi nuovi figli e nuove figlie per il
suo Regno di beatitudine e di pace. Per chiedere il perdono al Signore è
necessario desiderare ardentemente di essere perdonati, la Misericordia è un
attributo fondamentale di Dio, Lui vuole perdonarci per salvarci, ma noi
dobbiamo accettare questo suo perdono aprendo il nostro cuore alla sua
Misericordia e aderendo con il pentimento e la sincera conversione al suo Amore
incondizionato, rinnovando la nostra vita interiore e facendoci cambiare dall’azione
della grazia, proponendoci per l’avvenire di compiere il bene e di evitare il
male, anzi di avversarlo, di combatterlo per avanzare nel cammino di
conversione, perché la conversione non è questione di pochi istanti, ma è un
cammino in cui bisogna perseverare tutta la vita, sino alla fine. Riporto di
seguito il Salmo penitenziale scritto dal santo profeta Davide, che la
Tradizione della Chiesa ha chiamato Miserere.
Salmo 51
(50)
1Al
maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con Betsabea.
2Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con Betsabea.
3Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
4Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
4Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
5Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
6Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
6Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.
7Ecco, nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.
8Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell'intimo m'insegni la sapienza.
nel peccato mi ha concepito mia madre.
8Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell'intimo m'insegni la sapienza.
9Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.
10Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.
lavami e sarò più bianco della neve.
10Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.
11Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
cancella tutte le mie colpe.
12Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
13Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
14Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
rinnova in me uno spirito saldo.
13Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
14Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
15Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
16Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.
17Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;
18poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
19Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
e i peccatori a te ritorneranno.
16Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.
17Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;
18poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
19Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
20Nel tuo amore fa grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
21Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocausto e l'intera oblazione,
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.
rialza le mura di Gerusalemme.
21Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocausto e l'intera oblazione,
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.
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