Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;

nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus;
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

lunedì 11 marzo 2013

Miserere nobis


Atto di dolore - Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i vostri castighi, e molto più perché ho offeso voi infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col vostro santo aiuto di non offendervi mai più e di fuggire le occasioni prossime del peccato. Signore, misericordia, perdonatemi ”. Esistono molte formule penitenziali, ma si può chiedere perdono al Signore per il male commesso anche semplicemente con le proprie parole, con parole spontanee che provengono da un cuore sinceramente pentito; per chiedere perdono non soltanto al prossimo che sappiamo di avere offeso, ma anche a Dio che ci dona ogni bene, occorre una virtù molto particolare e apprezzata anche dagli uomini onesti e di buona volontà, occorre la virtù dell’umiltà; per riconoscere di avere sbagliato è necessario superare il nostro orgoglio con tanta umiltà, riconoscendoci imperfetti e fallibili, persone con tanti difetti e lacune, persone che portano in sé la possibilità dell’errore, questo non è soltanto un atto di umiltà, ma è anche un atto di autentica intelligenza, perché di solito le persone umili e dai modi semplici sono anche le più intelligenti, soprattutto se sanno fare della sana autocritica e sanno scoprire in loro quello che può non andare bene in relazione agli altri, compreso Dio che appunto è in rapporto a noi un’altra persona. Molti sostengono che per essere graditi al Signore la virtù fondamentale sia proprio quella dell’umiltà, i grandi Santi e le Sante nella storia della Chiesa furono persone profondamente umili che si riconoscevano semplicemente e con convinzione dei poveri peccatori, in quanto sapevano vedere alla luce dello Spirito Santo le proprie miserie e le proprie manchevolezze, la propria condizione imperfetta, anzi più si avvicinavano a Dio nella santità, più diventavano consapevoli della propria indegnità e più il loro orgoglio e la loro superbia diminuivano, mentre le virtù venivano affinate, compresa la virtù dell’umiltà; una persona umile è una persona moralmente evoluta. Il maligno che è la persona più lontana da Dio è eccezionalmente superbo, infatti vuole per sé il culto di adorazione che si deve avere soltanto nei confronti del Signore, il diavolo è stato definito da alcuni profeti illuminati del passato la scimmia di Dio, perché in modo abusivo desidera essere dio al posto di Dio, e ricevere l’adorazione dalle altre creature senzienti come se egli fosse il centro di tutta la creazione, sapendo bene di essere soltanto una creatura uscita dalle mani del Creatore; le persone superbe si avvicinano molto alla mentalità del diavolo e si conformano al suo spirito deviato e perverso, si può ben dire che per definire una persona con il termine diavolo, sia determinante scorgere in essa un’eccessiva dose di orgoglio e di superbia, che gli sciocchi confondono con il valore e la dignità: ci sono diavoli in forma umana, che sono delle autentiche eccellenze di superbia e di autoesaltazione, in fondo tutti noi sappiamo che il mondo gira su questa specie di giostra, che si chiama fiera delle vanità. Per chiedere perdono al Signore dei propri peccati è necessario fare un profondo atto di umiltà, che non significa umiliarsi, come se si dovesse strisciare davanti a Dio calpestando la propria dignità, questo Dio non lo vuole, significa invece riconoscersi per quello che si è, nient’altro che peccatori, persone naturalmente inclini a compiere il male e a offendere l’Amore di un Padre tanto buono da averci dato la vita, da averci dato anche di più: l’umiltà è la virtù della consapevolezza, ma è soprattutto la virtù dell’amore nella verità, perché il Signore nei nostri confronti si è dimostrato sommamente umile, facendosi uomo come noi e andando a morire su una Croce, quindi Gesù ci ha insegnato l’umiltà e il suo valore, infatti nell’umiltà si nasconde la vera grandezza di una persona; Dio è una persona molto umile, che per salvare le sue creature dalla morte eterna non usa la violenza, ma la mitezza, l’umiltà e la pazienza di chi cercando i lontani, domanda semplicemente di ricambiare con l’amore il proprio Amore per avere nuovi amici, anzi nuovi figli e nuove figlie per il suo Regno di beatitudine e di pace. Per chiedere il perdono al Signore è necessario desiderare ardentemente di essere perdonati, la Misericordia è un attributo fondamentale di Dio, Lui vuole perdonarci per salvarci, ma noi dobbiamo accettare questo suo perdono aprendo il nostro cuore alla sua Misericordia e aderendo con il pentimento e la sincera conversione al suo Amore incondizionato, rinnovando la nostra vita interiore e facendoci cambiare dall’azione della grazia, proponendoci per l’avvenire di compiere il bene e di evitare il male, anzi di avversarlo, di combatterlo per avanzare nel cammino di conversione, perché la conversione non è questione di pochi istanti, ma è un cammino in cui bisogna perseverare tutta la vita, sino alla fine. Riporto di seguito il Salmo penitenziale scritto dal santo profeta Davide, che la Tradizione della Chiesa ha chiamato Miserere.

Salmo 51 (50)

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con Betsabea.


3Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
4Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.


5Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
6Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.


7Ecco, nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.
8Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell'intimo m'insegni la sapienza.


9Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.
10Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.


11Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.


12Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
13Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
14Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.


15Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
16Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.
17Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;
18poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
19Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.


20Nel tuo amore fa grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
21Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocausto e l'intera oblazione,
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.

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